Casa che è

Da Galadriel

come Casa che è!

La Casa, nel breve volgere di qualche "secolo" ha ottenuto progressi davvero ragguardevoli, con un'evoluzione che è rimasta al passo con le esigenze dell'essere umano. Dai chiari enunciati di Mrs. Richard, che intorno la fine dello scorso secolo capto i fondamenti della Casa moderna, fino alle prime timide idee, all'inizio del secolo attuale, di Voysey, Newton, Ballie Scott, Wright, per poi arrivare alle permanenti e collaudate creazioni di Bruno Taut, Mies van der Rohe, Le Corbusier e tanti altri ancora.

Senza ombra di dubbio un'ascesa più che notevole, bissata da risultati che si sono vertiginosamente imposti al consenso generale ed alla pratica più conservatrice. Quando la realizzazione della Casa diventa funzione dell'economia capitalista?[...]
Abbiamo ragione di credere che il tutto sia avvenuto all'inizio del XVI secolo, quando la Casa lascia lo schema tradizionale e si limita ad essere un complesso di locali allineati senza alcuna destinazione prestabilita. Questo esattamente è il tipo di Casa lasciatoci in eredità dal secolo XIX.

Oggi giorno gli studi sull'organizzazione della Casa sono in notevole escalation e su basi del tutto rivoluzionate, orientati per primo verso il problema più generalizzato e comprensivo, ovvero quello della Casa economica e popolare. L'oggetto della ricerca riguarda la migliore ottimizzazione dello spazio, della più vantaggiosa coordinazione e del più conveniente sinergia organizzativa degli ambienti, al fine di conferire alla Casa la massima efficienza con il minimo dispendio di spazio.

Queste in breve le basi di cui sono oggetto le ricerche, fondamento della moderna tecnica di Casa.

1.Ordinamento delle comunicazioni e andamento delle linee dei percorsi.

    L'ordinamento delle comunicazioni consente una migliore economia della Casa e semplifica le sue funzioni agli effetti del dispendio di energia. Come fattore secondario subentra la perdita di superficie utile dovuta alle zone di comunicazione che devono essere mantenute libere.
2. Concentramento delle superfici libere.
    Per superfici libere si tende ad identificare quelle parti di terreno che rimangono libere dopo il collocamento dei mobili strettamente necessari: letti, il tavolo da pranzo, etc. Dalla concentrazione di queste superfici dipende in particolare l'ordine e l'economia della Casa, oltre la possibilità di arrivare ad ogni punto di essa col minore dispendio di energia. Altro fattore che determina influenze ottiche e psichiche è l'ombreggiamento dovuto a pareti, mobili, etc.

3. Rapporto dei locali.

    I locali che si presentano contemporaneamente percorrendo l'abitazione possono dare un'impressione diversa a seconda della disposizione rispettiva. Da queste singole impressioni, consapevoli o inconsapevoli, deriva l'impressione generale che la Casa può creare. Il susseguirsi di luci e di ombre, le irregolarità dei percorsi, i repentini cambiamenti di direzione sono elementi tutti che concorrono largamente a suscitare tale impressione. Su percorsi brevi si è costretti a un inutile dispendio di energia nell'accelerare o nel rallentare il passo per volgere il corpo a destra o a sinistra; ciò contribuisce a rendere meno gradita la Casa a chi deve abitarla anche se non ne ha la sensazione precisa. Per determinare queste impressioni si considerano le coppie di locali corrispondenti a funzioni correlative.
4. Frazionamento delle superfici delle pareti e limitazione dei locali.
    I mobili disposti contro le pareti che superano la metà dell'altezza delle pareti stesse o, come limite, l'altezza dell'occhio, possono dare l'effetto ottico di un frazionamento delle superfici dei muri. Questa illusione può essere incrementata dalle ombre portate dai mobili stessi sul pavimento e sulle pareti: tanto minore sarà l'estensione di queste ombre, tanto maggiore è l'impressione psichica che il locale produce. L'intersezione delle linee di percorso ostacola il regolare svolgimento delle più importanti funzioni della vita domestica: cuocere-mangiare, dormire-lavarsi, lavorare-riposarsi. Troppo estese zone di movimenti e lunghe linee di percorso conducono a una perdita di superficie utile, al frazionamento dello spazio e ad uno sfavorevole ordinamento dei mobili. Un percorso è sfavorevole quando disturba l'uso dei posti per sedere, mangiare, lavorare, ecc. Lo spazio utile si riduce per effetto di un cattivo collegamento delle superfici libere e di una sfavorevole illuminazione. Ciò è causa anche di un maggiore dispendio di energia per chi abita la casa e nella casa a un aggravio delle funzioni dei vivere e dell'abitare. Un eccessivo sviluppo dei perimetri delle coppie di locali già considerati, come pure un elevato numero di angoli, rivela deficienze di funzionalità. Deficienze dello stesso ordine risultano quando un locale avente una data funzione si trova inserito tra locali aventi funzioni diverse.

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