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Casa Lazio: Cercasi disperatamente tranquillità…e vittorie.(By Marco Pontremolesi)

Creato il 27 ottobre 2013 da Simo785

Casa Lazio: Cercasi disperatamente tranquillità…e vittorie.(By Marco Pontremolesi)

Tranquillità.e Vittoria. Parole che non rientrano più nel vocabolario della Lazio da un paio di settimane a questa parte. Già perché la Lazio è in mezzo a un mare in tempesta, e Formello sembra un’ enorme barca sbattuta di qua e di la, senza una direzione né un posto dove andare. Si naviga sempre a vista e la squadra si sta perdendo sempre di più a largo, in un orizzonte buio e indefinito. Il capitano Petkovic non sa che pesci prendere, aiutato da una società che non lo ha mai sostenuto, soprattutto per quanto riguarda la campagna acquisti e spifferi di ogni tipo che si trasformano in voragini enormi, dove la nave “Lazio” imbarca ingenti quantità d’acqua e affonda sempre di più. Il mister bosniaco è smarrito, sempre più confuso tatticamente, ma soprattutto stufo di dover portare la croce e mettere continuamente toppe a una squadra che vive sempre nell’emergenza tra infortuni e mancanza di uomini in alcuni ruoli cardine. Come del resto, sono stanchi molti giocatori che sempre fino a poco tempo fa trascinavano la Lazio ed erano l’anima della squadra, sia dentro che fuori dal campo. Tra questi il caso più emblematico è sicuramente Hernanes. Il talento verdeoro è palesemente svogliato e gioca quasi come se stesse facendo un favore alla squadra e ai compagni. Ormai, sembra che dopo tre anni l’avventura laziale sia giunta al capolinea e questo viene confermato dal fatto che non ha ancora firmato il rinnovo di contratto, e credo proprio che non accetterà la proposta di Lotito, e corroborato ulteriormente dalle continue sirene di mercato che giungono al suo orecchio sensibile; su tutte quella dell’Arsenal di Wenger, che farebbe carte false per portarlo all’Emirates Stadium. Comunque le lacune societarie e la confusione dell’allenatore sempre più allo sbando, non devono comunque giustificare i “demeriti” di una squadra che non ha la benché minima grinta e voglia di vincere. I giocatori sono a tratti irritanti; sembra quasi che ci sia l’intenzione di far fuori mister Petkovic, forse non più digerito dallo spogliatoio laziale e con lui le sue scelte “paradossali”. Comunque, qualunque sia il motivo è inaccettabile vedere professionisti che guadagnano fior di milioni di euro letteralmente camminare su campo come ectoplasmi; un atteggiamento simile è ingiustificabile e non è degno di una squadra da Serie A e che sta disputando una competizione continentale come l’Europa League.

Tutto questo malessere e insoddisfazione che gira attorno a casa Lazio è chiaramente riassumibile nelle ultime due “indecorose” prestazioni disputate dagli uomini di Petkovic con l’Atalanta e l’Apollon Limassol. Entrambe con lo stesso identico copione di un film già visto troppe volte in questa stagione, che si ripete ciclicamente in maniera imbarazzante, quasi sconsolata soprattutto per noi tifosi. La partita dell’Atleti Azzurri presenta un primo tempo assolutamente incolore, con una Lazio senza idee né gioco, totalmente ferma e fuori condizione; le uniche occasioni realmente pericolose sono create con qualche tiro da fuori. Una Lazio assolutamente fuori dal vivo del gioco e della manovra, ulteriormente penalizzata dalle assenze e dalle scelte cervellotiche di mister Petkovic;infatti il mister di Sarajevo lascia in panchina un Candreva di ritorno dalla nazionale e non troppo stanco per affrontare novanta minuti, ma soprattutto schiera un Hernanes mediano troppo distante dalla porta; e i risultati si vedono, peggiorando ulteriormente lo stato psicologico del “Profeta”. Così l’Atalanta, decisamente più fresca e concentrata chiude nell’ultimo quarto d’ora del primo la Lazio nella propria area e dopo aver sfiorato il goal al 39 minuto con Maxi Moralez, solo un miracoloso salvataggio di Cavanda salva la sqaudra di Petkovic, replica un minuto dopo…e stavolta va a segno. Infatti, sugli sviluppi di un calcio d’angolo la palla finisce a Cigarini che con un gran tiro al volo da fuori batte un incompelvole Marchetti, che non poteva fare nulla sulla conclusione dello stesso centrocampista atalantino. Così, si va all’intervallo e nel secondo tempo la Lazio prova ad avere una reazione, ma è troppo timida e impacciata. Comunque, nonostante tutto, riesce a trovare il pareggio con il giovane Perea, il quale realizza il primo goal in serie A e rappresenta una delle poche note positive di questo periodo maledetto. L’Atalanta, dunque, che stava giocando un buon calcio sente il contraccolpo dell’inaspettato pari e si chiude. La Lazio però è troppo abulica e svogliata per avere una reazione veemente; ci prova con Hernanes, tiro di poco fuori, ma è troppo poco per far male a un Atalanta chiusa in difesa per portarsi a casa il pareggio. Così, la svogliatezza irritante degli uomini di Petkovic viene pagata a caro prezzo grazie all’ennesimo “capolavoro” difensivo della nostra retroguardia fantozziana. Cavanda sbaglia un retropassaggio e serve in profondità un “sorpreso” Denis, che essendo tenuto in gioco da Ciani se ne va tutto solo e a tu per tu con Marchetti; per un attaccante del suo calibro è un gioco da ragazzi saltare il protiere e buttarla dentro a porta sguarnita. E così, un’Atalanta ormai rassegnata al pareggio si è ritrovata sul piatto d’argento una vittoria incredibile e inaspettata, regalata da una Lazio imbarazzante. La stessa situazione si ripete a Limassol, dove gli uomini di Petkovic escono con uno scialbo 0-0, con una squadra Apollon che farebbe fatica a salvarsi nella nostra serie B. Eppure anche a loro una “generosa” Lazio ha saputo regalare un punto anche ai ciprioti senza colpo ferire. Nel primo tempo gli uomini di Petkovic fanno una prestazione poco superiore alla sufficienza. Infatti il colpo di testa di Ederson e i due tiri di Hernanes non bastano per impaurire i mediocri ciprioti. E così, la condizione scandalosa della squadra si fa sentire nel secondo tempo, dove la Lazio cala paurosamente e rischia addirittura in due occasioni di subire un clamoroso goal e un’altra incredibile débacle; soltanto la leggera imprecisione degli attaccanti dell’Apollon evita l’ennesima punizione a una difesa che ha regalato un’altra occasione d’oro, grazie al solito svarione di Cavanda, per far vincere la partita agli avversari. Quindi le uniche note positive sono la prestazione dei giovani, e in particolar modo di Keita, e il rientro di giocatori importanti, come quello di Stefan Radu fondamentale per la difesa.

Dunque la Lazio continua a essere senza idee, senza gioco, ma soprattutto senza carattere, che è la cosa più grave tra queste citate. Inoltre, con uno spogliatoio paragonabile a una polveriera la situazione per mister Petkovic si fa veramente critica e dura, soprattutto perché domenica prossima viene un Cagliari in forma e che gioca un ottimo calcio; quindi, l’avversario meno adatto per il tecnico di Sarajevo, sempre più in bilico. Il suo esonero è sempre più probabile, e in particolar modo dopo la giornata di oggi, dove a Formello ha avuto un forte diverbio con lo stesso presidente Lotito. Dunque la situazione sembra essere chiara: domenica prossima sarà la “gara della verità” per il tecnico laziale, che in caso di non vittoria potrebbe salutare Roma e la serie A. Tra i sostituti più probabili ci sarebbe un clamoroso ritorno di Reja oppure la candidatura di Mihajlovic. Comunque, l’avvento di un nuovo tecnico non credo che possa cambiare una situazione “delicata” come quella della Lazio attuale, fatta di giocatori svogliati e senza mordente. Perciò ci vuole una scossa, ma di quelle forti, quasi “tellurica” per far risorgere una squadra assolutamente “apatica”, che sta portando i tifosi laziali verso una depressione quasi rassegnata. Quindi, se si deve cambiare non bisogna portare un semplice traghettatore, ma un allenatore di “polso” che sappia scuotere dal tropore questa squadra completamente lobomotizzata. Per ritrovare quella “tranquillità” e quelle “vittorie” che stiamo cercando disperatamente da quasi un mese.


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