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Casa Lazio, il mal di trasferta (by Marco Pontremolesi)

Creato il 05 ottobre 2013 da Simo785

Casa Lazio, il mal di trasferta (by Marco Pontremolesi)

La Lazio perde quasi la “Trebisonda” e non riesce a curare il mal di trasferta
di Marco Pontremolesi

Il Mal di trasferta. Un male che attanaglia la Lazio da tanto tempo, forse troppo.  L’ultima vittoria ottenuta dagli uomini di Petkovic fuori casa è datata Maggio 2012 (1-3 contro l’Inter); una vittoria in dodici partite ufficiali giocate. Un rullino di marcia troppo magro e impietoso che continua ad allungare l’agonia, ma allo stesso tempo l’attesa, per una vittoria fuori dal rettangolo di gioco dell’Olimpico.

Dunque, le partite con il Sassuolo e il Trabzonspor hanno dimostrato per l’ennesima volta che la Lazio arranca, e fa maledettamente fatica a esprimere un proprio gioco, ma soprattutto un proprio modulo. Petkovic ha le idee confuse, e si vede. Il mister cambia ogni partita, e non ha la serenità giusta per fare i cambi azzeccati a match in corso. L’emblema di tutto questo è decisamente la partita di domenica a Sassuolo. Un pareggio per 2-2 che sa di “sconfitta” e che non si è tramutato in una disfatta solo per le parate di Marchetti e gli errori degli attaccanti della compagine di Di Francesco. La Lazio,soprattutto nel primo tempo, è stata assolutamente “inguardabile”, per cercare di utilizzare un eufemismo. I primi quarantacinque minuti hanno mostrato una squadra svuotata, senza attributi, completamente immobile e incapace di fare movimento senza palla. Zaza e Berardi, sembravano Cristiano Ronaldo e Messi; solo la traversa e la leggera imprecisione nella mira di entrambi hanno evitato il goal già nel primo tempo.  Nella seconda frazione di gioco, a parte i goal di Dias e Candreva, il copione si ripete. Il goal di Schelotto, causato da una colossale dormita dei difensori laziali, riapre subito una partita  che sembrava ormai chiusa. I giocatori del Sassuolo, con la solita rapidità e velocità, continuano a tagliare come la lama nel burro la difesa dei biancocelesti. La Lazio sul campo non c’è, non ha né la concentrazione giusta né la forza per richiudere la partita. E anche Petkovic l’aiuta nell’ “arduo” compito di farsi rimontare due goal dal Sassuolo. Il mister si intestardisce per settantacinque minuti a giocare con una sola punta, con un Floccari completamente fuori forma e troppo isolato, e sul 2-1 invece di mettere giocatori come Keita ed Ederson, per dare profondità alla squadra, toglie Cavanda e mette Cana, schiacciando ancor di più la compagine biancoceleste.  Il “disastro” è completato dalla mezza papera di Marchetti sulla punizione del redivivo Floro Flores, che non segnava da tempo immemore : anche in questo la Lazio è riuscita a compiere un “mezzo miracolo”.  Quindi, una domenica pomeriggio da dimenticare in casa biancoceleste, soprattutto per quanto riguarda il nostro tallone d’Achille di quest’anno : la difesa. Ormai, è palese che l’emorragia difensiva è un problema serio per Petkovic : dei cinque difensori che abbiamo a disposizione nessuno è in grado di stare in campo. Anche a Sassuolo i limiti enormi dimostrati da Cana e Ciani hanno contribuito a “esaltare” due buoni attaccanti come Zaza e Berardi, che hanno fatto il bello e cattivo tempo nell’aria di rigore biancoceleste. Per una squadra di Serie A come la Lazio è assolutamente inconcepibile tutto questo; come, del resto, è assurdo che tra campionato e coppe la squadra abbia subito ben 16 goal in 8 gare ufficiali : numeri che fanno venire la pelle d’oca al tifoso laziale. Così, archiviata la triste parentesi di campionato, la squadra biancoceleste si è rituffata nuovamente nell’Europa League e in quella “fatal-turchia” che ci eilminò dalla competizione lo scorso anno. Ad attendere la compagine di Petkovic c’è il Trabzonspor, prima nel suo campionato, e soprattutto uno stadio “infuocato” pronto a diventare un catino infernale. La partita, ricca di goal ed emozioni, finisce 3-3, con una Lazio che sotto tre a uno, riesce a rimontare due goal con una prova d’orgoglio negli ultimi dieci minuti. Un pareggio dunque che sa di “vittoria” : ma non è proprio così.  Infatti, per l’ennesima volta, la rabberciata difesa laziale ha dimostrato le sue pecche strutturali, forse ancor di più della partita con il Sassuolo.  I tre goal presi sono il frutto di una serie di errori clamorosi che non verrebbero commessi neanche all’oratorio. Il primo, figlio di Ciani che non sale per il fuorigioco ed è costretto a fare una diagonale impossibile per recuperare su Paulo Henrique che va in porta a siglare il vantaggio turco; il secondo causato da un regalo di Lulic, in versione Babbo Natale, al polacco  Mierzejevski; il terzo provocato da uno scontro Cana-Ciani, che ha permesso un retropassaggio inaspettato all’incredulo Paulo Henrique, autore di una doppietta : un’azione da comiche, che farebbe impallidire anche Stallio e Ollio. Insomma, una Lazio che a livello difensivo è stata ancora una volta inguardabile, e che ha visto aggravare ulteriormente la sua situazione tattica per l’ennesimo incaponimento del suo tecnico. Infatti, ancora una volta Petkovic decide di puntare sul 4-2-3-1 con Pera unica punta; scelta che non ha mai portato benefici a questa Lazio d’inizio stagione, non garantendo nessuna copertura ed equilibrio; inoltre, l’assenza di un giocatore fondamentale come Mauri, sempre pronto a sostenere nei suoi inserimenti Klose l’anno scorso, è evidente negli schemi della Lazio : l’unico in grado di sostituirlo è Ederson, ma questo non è troppo ben visto dal tecnico di Sarajevo. Così, ieri, il povero Perea era sempre poco aiutato dai centrocampisti, che non gli garantivano il giusto supporto. Inoltre, se aggiungiamo a questo il poco movimento senza palla e l’assenza di un fisico ben strutturato otteniamo una quasi immobilità totale del calciatore per settanta minuti. Quindi anche il mister bosniaco si ravvede dell’ennesimo errore fatto, inserendo nella mischia Sergio Floccari, il quale da una svolta importante alla partita. Infatti, la rinata vena realizzativa del bomber di Vibo Valentia è una delle note positive della trasferta di Trebisonda. Il “boia”, oltre alla realizzazione di due splendidi goal (uno di testa, l’altro incrociando sul secondo palo) aiuta Perea a giocare meglio; infatti il giovane colombiano, con un altro attaccante a fianco, si muove bene e serve l’assist per il goal del pareggio allo stesso bomber laziale. Dunque, i biancocelesti riescono a strappare un pareggio fondamentale per il girone, in una trasferta difficilissima come quella turca, che le permette di mantenere la testa del raggruppamento insieme allo stesso Trabzonspor.
Un altro aspetto positivo della trasferta di ieri, oltre alla rinascita di Floccari, è sicuramente l’utilizzo e la buona prestazione dei “giovani laziali”. Finalmente Petkovic ha avuto il coraggio, sin dal primo minuto, di schierare tutti i “nuovi talenti” a disposizione nella sua rosa : e i risultati hanno ripagato la sua scelta : Perea, come abbiamo già detto, non è partito benissimo, ma con il cambio del modulo a due punte è stato ben supportato e si è mosso bene, fornendo l’assist per il goal del decisivo 3-3. Onazi ormai non è più una sorpresa, ma una garanzia! Corre a tutto campo, riconquista palloni, calcia benissimo, si inserisce perfettamente e segna anche il goal del momentaneo 2-1; sta diventando un giocatore fondamentale per il centrocampo laziale. Keita è entrato solo l’ultimo quarto d’ora, ma si è inserito molto bene e ha contribuito in maniera attiva alla rimonta laziale. Cavanda è, come Onazi, un giocatore indispensabile nello scacchiere tattico di Petkovic : sulla destra è instancabile e fa avanti indietro come un pendolo; il suo contributo, anche ieri, è stato determinante. E infine Felipe Anderson, che merita un capitolo a parte. Ieri il giovane brasiliano ex-Santos è sceso per la prima volta in campo da titolare, ma grazie alla sua straordinaria personalità ha giocato da veterano. Infatti, non era facile esordire in un catino ribollente come l’Hüser Avni Aker Stadium. Eppure, il diciannovenne ha realizzato un’ottima partita, mostrando dei colpi e una tecnica di base che lo possono già inquadrare come un “potenziale fenomeno”.  Del resto, la squadra dove è cresciuto da già delle grandi garanzie sulla qualità del calciatore.
Infine, concludiamo l’articolo facendo una piccola chiosa sulla sentenza Mauri. La giustizia sportiva ha condannato il giocatore brianzolo a 9 mesi di squalifica e ha dato alla Lazio 50.000 euro di multa. Una sentenza che ha quasi il sapore della beffa e dell’ingiustizia, visto che i presunti “complici” della combine in Lazio-Genoa sono stati tutti assolti, e nei confronti dello stesso Mauri non si è trovata nessuna prova concreta della sua colpevolezza. Gli avvocati del calciatore stanno già preparando il ricorso al Tnas, il quale potrebbe portare a delle “sorprese” interessanti.


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