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Casa Lazio, uno 0-0 con la Fiorentina che sa di “speranza”

Creato il 15 ottobre 2013 da Simo785

 (by Marco Pontremolesi)

Lazio Fiorentina: Uno 0-0 che sa di “speranza”.

Casa Lazio, uno 0-0 con la Fiorentina che sa di “speranza” (by Marco Pontremolesi)

 

Lazio-Fiorentina. Dal risultato di 0-0 si può trarre la conclusione che sia stata una partita scialba e monotona. E invece no. La squadra di Petkovic, dopo le ultime prestazioni poco convincenti, ha tirato fuori le unghie e il carattere ed è riuscita a fare una prestazione “rabbiosa”, e con grande voglia  ha chiuso una Fiorentina considerata da tutti, dopo la Roma, la squadra che gioca il miglior calcio in Italia. E’ vero, gli uomini di Montella erano sicuramente affaticati dalla partita di coppa e dalla trasferta ucraina, ma anche la Lazio veniva da un viaggio lungo e da una durissima battaglia come quella del catino infuocato di Trebisonda; eppure i biancocelesti hanno schiacciato gli avversari e realizzato una partita di grande generosità. Purtroppo, l’unica cosa che manca è il goal, ed è un vero peccato vedere una Lazio costruire così tanto, come è capitato con la Fiorentina, e non riuscire a concretizzare nulla. Comunque, aldilà dell’amarezza per un pareggio che non doveva essere tale, le note positive ci sono e in particolar modo sono da riscontrare soprattutto nei nostri “giovani”. Finlamente il mister si è deciso; dopo due mesi di attesa a Trebisonda abbiamo visto in campo Perea e Anderson. E il “rischio” preso dal mister bosniaco ha dato i suoi frutti: ottima prestazione da parte di entrambi, soprattutto Felipe Anderson, e assoluti protagonisti della rimonta che ha portato la Lazio dal 3-1 al 3-3. Anche con la Fiorentina i due hanno replicato e dimostrato che hanno le qualità per giocare nel campionato italiano.

Casa Lazio, uno 0-0 con la Fiorentina che sa di “speranza” (by Marco Pontremolesi)
Per quanto riguarda il colombiano questo è stato sempre una spina nel fianco della difesa fiorentina; il suo pressing alto era asfissiante e i suoi movimenti in fase d’attacco sono stati decisamente migliori rispetto alla gara con il Trabzonspor; inoltre ha avuto anche un occasione colossale nel primo tempo, quando a tu per tu con Neto ha calciato incredibilmente fuori. Così, il giovane Perea ha rimandato l’appuntamento con la sua marcatura in Serie, ma del resto non si può pretendere da un ragazzino di 18 anni di essere subito pronto. A prima vista, si vede immediatamente che non ha ancora la massa muscolare giusta per stare al centro dell’attacco e farsi rispettare; il suo fisico è ancora troppo gracile per essere impiegato da solo in mezzo all’area di rigore. Quindi, Petkovic deve assolutamente affiancargli un altro attaccante per sfruttare la sua freschezza, il suo spunto, e per dargli la possibilità di avere una persona “esperta” vicino a lui che sappia guidarlo e sostenerlo in fase offensiva. Inoltre, deve migliorare a livello di freddezza in fase di realizzazione; l’occasione che si è mangiato domenica scorsa è stata clamorosa, ma per ora è giusto attenderlo senza criticarlo eccessivamente. Comunque la classe c’è e basta evidenziare un episodio per capirlo: il tacco volante che ha fatto, recuperando una palla destinata orami fuori, e il seguente assist per l’inserimento in corsa di Hernanes.

Felipe Anderson, invece, dimostra di essere un vero talento. E’ chiaro che anche lui è ancora acerbo, deve ambientarsi pienamente nel campionato italiano, ma i movimenti e la classe ci sono. Il giovane brasiliano è stato sempre nel vivo dell’azione e ha fatto una serie di passaggi di ottima qualità, dimostrando sin da subito una buona visione di gioco. Da sottolineare un paio di scambi molto veloci con Perea che finalmente fanno intravedere un minimo di bel gioco in una Lazio ultimamente irroconoscibile e troppo compassata.

Casa Lazio, uno 0-0 con la Fiorentina che sa di “speranza” (by Marco Pontremolesi)

Dunque, dopo un inizio di campionato tra luci e ombre, finalmente si intravede un po’ di speranza nell’orizzonte biancazzurro. Una “verde” speranza per quanto riguarda la nostra gioventù, che sta formando l’ossatura per la nuova Lazio che nascerà nei prossimi anni. Una squadra che fino all’inizio di questo campionato aveva un’età media troppo alta, 29 anni, una tra le più elevata della Serie A, ed ora è scesa a 25. Questo è già un segno di assoluto ottimismo per Petkovic, che nella pausa lavorerà per trovare la definitiva quadratura del cerchio. Inoltre, il rientro di uomini come Klose e Radu nel match con l’Atalanta danno ancora più fiducia a una Lazio fino a ora rabberciata e costretta a convivere sempre e comunque con l’emergenza, e che recupera pezzi importanti per risalire la classifica e guadagnare morale.

Un’ultima chiosa sulla chiusura imposta dall’Uefa per la gara di Europa League Lazio-Apollon. Aldilà di alcuni atteggiamenti che possono essere deprecabili da parte di alcuni “tifosi” della Lazio, credo che la decisione presa da Platini sia ingiusta ed eccessiva. Ormai, nei confronti della Lazio, sembra esserci un accanimento terapeutico mossa quasi da una forza d’inerzia, da atteggiamenti regressi che gioco forza non ci riusciamo a scrollare di dosso e che ci porteremo dietro per anni. Questo non è il modo giusto per combattere certe situazioni ed atteggiamenti estremi. Non si possono punire tutti e a caso; bisogna essere più “topici” e colpire i veri responsabili.


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