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Casablanca 16/05/2003 – Il Marocco conobbe il terrorismo

Creato il 16 maggio 2012 da Paolo

Casablanca 16/05/2003 – Il Marocco conobbe il terrorismoVenerdì 16 maggio 2003.  Sono le 22.15. Con una serie di boati a catena, quattro esplosioni lacerano la tranquilla notte casablanchese. Seguite poi da una cinquantina di deflagrazioni violentissime. Per tanti casablanchesi, nelle loro case,  il primo pensiero  è quello di esplosioni di gas butano, come succede a volte nella metropoli. Altri iniziano a temere il peggio mezz’ora dopo, quando decine di sirene delle ambulanze infrangono ancora una volta il silenzio della città. Nel giro di un ora, l’informazione arriva in tutto il Marocco. Il reame, che si credeva tagliato fuori dagli attentati  e conosciuto per la sua specificità di nazione tollerante, è ferito in piena pancia dal terrorismo islamico internazionale, nel cuore della capitale economica del paese. Quella notte, 14 kamikaze decisero vigliaccamente di uccidersi in cinque luoghi diversi. L’Hôtel Faran, il Circolo dell’Alleanza israelita, la Casa de Espana, il cimitero israelita e il ristorante Positano (frequentato da soldati americani). Gli attentati produssero 45 morti (tra cui un italiano)   e una cinquantina di feriti, ma il bilancio avrebbe potuto essere molto più pesante se non si fossero verificati dei ritardi su di un piano studiato per tre anni. Mohamed El Omari e Rachid Jalil, due dei kamikaze, rinunciarono a farsi esplodere e questo permise alla polizia di risalire alla filiera degli attentati previsti anche a Marrakech, a Tangeri, Fès e Agadir. Come, chi e perchè? I marocchini furono traumatizzati, non comprendono ancor oggi come dei compatrioti abbiano ucciso degli innocenti inermi. Di fatto, gli attentati del 2003 non furono altro il processo logico di un disegno criminale che era iniziato negli anni ’90. A monte, il discorso radicale di certe figure dell’islamismo marocchino come Omar El Haddouchi*, Hassan Kettani, Mohamed Fizazi, Abou Zakaria Miloudi o ancora Abdelkrim Chadli alias Abou Oubeïda. A sostenerli, il movimento di Al Qaïda con le sue strutture, le sue bombe costruite con le istruzioni pubblicate su Internet e i suoi messaggi di morte diffusi  dai canali televisivi che fecere passare il sensazionalismo davanti all’etica, come Al Jazira (espulsa in seguito dal Marocco). Pochi marocchini presero sul serio i messaggi  diffusi tre mesi prima su Al Jazira, un giorno di febbraio 2003, che coincise  con la festa dell’Aïd El Kebir.  Un messaggio nel quale Oussama Ben Laden puntava il dito su alcuni  paesi accusati di “collaborare” con gli Stati Uniti d’America citando, tra gli altri, il Marocco e la Giordania. Il finale, lo conosciamo. Secondo il rapporto d’informazione  relativo agli attentati del 16 maggio 2003, i 14 kamikaze, la più parte giovani e analfabeti, furono imbrigliati nel 1998 dalla reta islamica; come tanti altri vennero manipolati da alcuni jihadisti oggi conosciuti come Akrimet El Mahjoub, Abdelfattah Bouikaden, Adil Taiaâ, Mohamed Mehni e Abdelak Bentasser (detto Moul Sebbati, morto qualche giorno dopo il suo arresto), fortemente influenzati da Mohamed Fizazi. Tutto questo mondo di deliquenti fanatici è oggi in carcere. L’inchiesta sugli attentati del 16 maggio ha dato luogo in prima istanza  a 101 giudizi e una dozzina di condanne a morte. A seguire, oltre mille giudizi e una trentina di condanne a morte sono state pronunciate a persone accusate di essere in relazione con il terrorismo. E poi venne Marrakech, nell’aprile 2011, ma questa è un altra storia.

* Gli sceicchi salafisti Omar Haddouchi, Hassan Kettani (giudicati come gli ideologhi degli attentati) sono stati condannati rispettivamente a 30 anni e 20 anni di reclusione. Sono stati liberati il 5 febbraio scorso  per una grazia reale; i due sceicchi, secondo le motivazioni della grazia,  hanno avuto molto tempo per cambiare le loro convinzioni e pentirsi. Mohamed Fizari è stato ugualmente condannato a 30 anni di prigione ed è stato liberato il 14 aprile 2011 sempre con grazia reale; dopo aver sostenuto il PJD alle ultime elezioni  (partito al comando del governo oggi) sta creando un suo proprio partito.

 

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