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Solo per scoprire che Lilith nasconde in realtà qualcosa di terribile....
Perchè non ho diffidato di un film che è stato girato due anni abbondanti prima della sua uscita? Perchè non ho immaginato prima di apprestarmi alla visione che stavo imbarcandomi verso il solito filmetto con spaventi preconfezionati?
E perchè non diffidare dell'esordio americano di un talentuoso regista tedesco, Christian Alvart , che aveva dato buona prova di sè con Antibodies ( Antikorper , di cui abbiamo parlato qui) e che però era stato rispedito in patria come un pacco postale dopo l'insuccesso economico di Pandorum?
L'ulteriore testimonianza di quel cimitero di talenti non americani in cui si trasforma Hollywood allorchè cerca di cooptare a suon di dollaroni registi di Oltreoceano , appiattendone il talento come con un rullo compressore.
Alvart è esponente tipico di questa tendenza ma anche lui fa poco per svincolarsi dall'abbraccio mortale.
E questo Case 39 è la testimonianza di come la fabbrica dei sogni abbia raso al suolo l'ennesimo talento europeo abbagliato dalla possibilità di lavorare con grandi divi ( o presunti tali ) e con fondi cospicui.
Suvvia, qui si cerca di abusare della credulità dello spettatore. Non si cerca neanche di sorprenderlo, è tutto tremendamente chiaro fin dall'inizio.
A partire dalla bambina protagonista che all'assistente sociale in carne,guanciotte e capelli ossigenati interpretata dalla Zellweger sembra maltrattata da genitori fuori di testa.
Però se un padre e una madre decidono di fare flambè la propria figlioletta adottiva cercando di cuocerla nel forno di casa forse una ragione c'è. E la bimba si chiama pure Lilith, demone della mitologia babilonese, nonchè prima moglie di Adamo.
Il film va a parare esattamente dove ci si aspetta: nel sottogenere bimbetta furetta diavoletta.
Sarebbe però ingiusto fermarsi qui.
Perchè se la regia non concede nessuna sorpresa, come del resto il copione , il resto del comparto tecnico è di primissimo ordine. In alcuni momenti il montaggio riesce a elevare il livello della sequenza riuscendo perlomeno a creare quel clima ansiogeno necessario come l'aria per respirare , la fotografia assume tonalità cupe, metalliche che all'occhio non dispiacciono.
Non andiamo oltre al livello della bufala confezionata ad arte ma qualche fan forse questo film lo riuscirà a trovare.
Il problema è sempre il solito:Hollywood coopta registi europei di belle speranze come il tedesco Alvart per masticarli, snaturarli e risputarli svuotati di ogni parvenza di personalità riducendoli a semplici impiegatucci capaci solo di timbrare un cartellino.
Case 39 è un film impersonale, un compitino anonimo attento alla forma ma totalmente vuoto di sostanza.
E per giunta uguale a tanti altri film visti negli ultimi anni.
Il bambino demoniaco è sempre di moda da un pò di tempo a questa parte....
Se Alvart è stato rispedito armi e bagagli nella natia Germania alla Zellweger non è andata meglio perchè dopo questo film è praticamente sparita .
Che fine avrà fatto?
( VOTO : 4,5 / 10 )
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