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Caserta: catturato il capoclan della famiglia Puca

Creato il 23 giugno 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale

Caserta: catturato il capoclan della famiglia PucaIl boss latitante Luigi Di Spirito, 51 anni, ritenuto l' attuale reggente del clan Puca, e' stato arrestato dai carabinieri ad Aversa (Caserta). I militari del gruppo di Castello di Cisterna sono entrati in azione a Sant' Antimo pedinando un' auto a bordo della quale c' erano il cognato del latitante, Antonio Petito, 54 anni, e la sorella, Nicolina Di Spirito, 49. 
Nel centro abitato di Aversa l' auto si e' fermato per farvi salire Luigi Di Spirito. I carabinieri hanno bloccato poco dopo il terzetto in via Kennedy, arrestando il boss latitante. Il clan Puca è una delle famiglie camorriste di maggior spessore nella zona est della periferia di Napoli. I carabinieri hanno bloccato poco dopo il terzetto in via Kennedy, arrestando il boss latitante.
 Individuato anche il nascondiglio utilizzato da Di Spirito, Puca, un appartamento in via Dante Alighieri, ad Aversa. Il proprietario, Nicola Buoninconti, 44 anni, è stato arrestato per favoreggiamento. Di Spirito era latitante dal 31 gennaio, ricercato sulla base di un'ordinanza di custodia cautelare del gip del Tribunale di Napoli per trasferimento fraudolento di valori insieme a Pasquale Puca ed a Lorenzo Puca, con l' aggravante di aver favorito il clan, che è attivo tra Sant' Antimo, Casandrino e Grumo Nevano. 
 Il 2 giugno scorso Lorenzo Puca, 26 anni, era stato arrestato dai carabinieri, in collaborazione con la polizia romena a Nadlac, in Romania, nei pressi del confine ungherese. 
Il clan prende il nome da Giuseppe Puca detto O' Giappione, Luogotenente di Raffaele Cutolo ucciso in un attento camorristico nell'1989. 
I successori Pasquale Puca, detto "Pasqualino o' minorenne" imprenditore, e Ferdinando sono stati arrestati dal nucleo investigativo di Castello di Cisterna nel 2009. Sono tra gli altri indagati per l'omicidio del boss del Clan Verde, Francesco Verde detto O'Negus, ucciso nel corso di una faida ventennale che ha lasciato sull'asfalto decine di morti. 
Il clan ha avuto il suo massimo splendore e fama nel periodo in cui Giuseppe Puca O'Giappone era vivo, infatti in quel periodo era nota la batteria di fuoco di Sant'Antimo come tra le più pericolose d'Italia.

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