Ha da poco rinnovato il proprio contratto con l’Inter, parliamo di Pierluigi Casiraghi, totem dei talent scout a livello internazionale, che ai microfoni di SoFoot ha parlato del proprio rinnovo con i nerazzurri e non solo.
Quali sono i nuovi posti dove cercare?
«Resta la periferia di Parigi, dove si trova di tutto. Prima erano per lo più Rennes e Le Havre che la sfruttavano. Il PSG non esisteva qui. Ma negli ultimi anni lo scenario è cambiato, tutti i giovani ci vogliono andare perché il Psg ha cominciato a fare uno scouting locale. Mi devo sbrigare se voglio prendere qualcuno. Se PSG mette gli occhi su un giovane, ho già perso, ma se lo fanno Rennes e Le Havre, posso ancora competere. L’Inter affascina ancora. Ad esempio, Axel Bakayoko attaccante dell’ U16 allenata da Cauet, poteva andare al Lione, gli ho detto: “Senti, lasciare Parigi per Lione o Milano, è la stessa cosa” Il rapporto qualità prezzo è incomparabile, perché se voglio un giocatore equivalente in Italia, costa 10/15 volte di più.
Quindi negoziare con società dilettantistiche?
L’allenatore della squadra dell’Île de France è un mio amico e da lui ho una buona informazione. Vedo squadre che nessuno conosce e dilettanti, trovo spesso accordi perché sono conosciuto e rispettato. Ho sempre mantenuto le mie promesse, a differenza di altri club o agenti italiani. E poi, il regolamento me vantaggio. Se un ragazzo delle piccole squadre francesi va al PSG o al Lione, il club non riceve alcun compenso, mentre non è così se si va all’estero. Allora io dico ai responsabili: “Da 0 a 100, 30 o niente cosa preferisci? “C’è anche il rapporto con la famiglia. Sai, se si paga l’intero costo del piccolo, vuole dire molto per loro. Questi sono alcuni trucchi che ho a mio favore. Ecco come sono riuscito a portare Axel Gravillon dal FC Garches. Ho preso un altro che compie 16 anni il 14 gennaio, ma lo farò venire ad agosto. Io non lo lascio a Parigi, voglio tenerlo lontano dalle tentazioni di altri club. Quindi si allenerà e poi giocherà quando avrà 16 anni.
È stato altrove in Francia?
«Sono andato a Lione un paio di volte. Ho incontrato Gerard Bonneau e Florian Maurice, che si mise a ridere: “Casi” stai lontano da qui, non venire a pestarci i piedi! “E poi ho detto stop, si tratta di una questione di rispetto, noi dobbiamo litigare per delle sciocchezze. C’è lavoro per tutti, basta muoversi e avere talento».
Ha 75 anni, pensa di continuare ancora per molto?
«Dipende dalla salute. Il 2 giugno 2014, ho partecipato al Torneo di Tolone e ho avuto un malore, ho trascorso tre ore in macchina per recuperare. Fortunatamente Manighetti c’era. Mi hanno ricoverato in ospedale per insufficienza respiratoria. Mi hanno fatto un check-up completo e per fortuna non c’era nessuna complicazione tumorale. Ho 50 anni di Marlboro nei polmoni, sono tutti asfaltati e non funziona più nulla! Mi hanno tenuto 36 giorni, sono uscito come nuovo e non ho mai toccato una sigaretta da allora! Ho capito la lezione … ho deciso di fare altri due anni perché voglio finire di formare l’attuale gruppo U16 che sarà in Primavera. Poi, dipenderà da loro. Io ho fatto il mio lavoro».