Caso Mineo: autosospesi 13 senatori PD
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L’estromissione di Corradino Mineo dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica ha certamente lasciato il segno, portando tredici senatori del Partito Democratico ad autosospendersi dalla loro carica, come protesta.
La decisione di sostituire Mineo in Commissione è arrivata dal Presidente del Consiglio Renzi, ora in visita diplomatica in Cina, il quale ha spiegato che nel tema delle riforme non intende lasciare il diritto di veto, vedendo l’accaduto come un modo per bloccare il lavoro del Governo. Renzi non ha mai fatto nomi, ha solo commentato quanto accaduto. Ma la sostituzione non è ancora effettiva: Zanda ora chiederà l’estromissione e si proporrà come sostituto.
Ma quali sono stati i motivi della sostituzione di Mineo? Sempre Zanda ha affermato che Mineo avrebbe diffuso delle informazioni riservate ai giornalisti, oltre che essere contrario alla riforma del Senato, la cui proposta prevede dei membri non eletti direttamente dal popolo, come avviene oggi. Di fronte a questa sua presa di posizione, la soluzione migliore è stata la sua sostituzione.
Non è il solo, anche Vannino Chiti si è opposto a tutto ciò, proponendo una modifica al testo, che prevede appunto l’elezione dei membri che comporranno poi il nuovo Senato. Secondo lo stesso Mineo, Renzi ha sbagliato, in quanto ha modificato negativamente la proposta di riforma del Senato, assieme a Zanda, Finocchiaro e Boschi.
Da quanto si apprende, però, l’autosospensione dei senatori che appoggiano Mineo non porterà problemi ai lavori parlamentari, permettendo quindi la continuazione senza ritardi.
di Alessandro Bovo
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