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Castellammare di Stabia: Parmentola, re delle mense finisce ai domiciliari. Estorceva salari dimezzati ai lavoratori

Creato il 14 aprile 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Giuseppe Parente
Castellammare di Stabia: Parmentola, re delle mense finisce ai domiciliari. Estorceva salari dimezzati ai lavoratori Stipendi decurtati e minacce ai propri dipendenti, Ferdinando Parmentola, imprenditore stabiese, di anni 55, titolare di una ditta di ristorazione, con sede a Castellammare di Stabia, da venerdì 13 aprile è agli arresti domiciliari,accusato del reato di estorsione continuata. 
A muovere questa grave accusa nei confronti dell’imprenditore stabiese è il giudice per le indagini preliminari di Avellino, Antonio Sicuranza, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare a suo carico ed ha accolto la richiesta del pubblico ministero Maria Luisa Buono della Procura di Avellino. 
La ditta di Parmentola vinceva spesso e volentieri gare di appalto per il servizio della mensa scolastica, in provincia di Napoli e di Avellino, appalti vinti grazie a ribassi notevoli sugli importi messi a base d’asta. 
Ma, come sostiene la Procura di Avellino, per ottenere questi appalti c’era un trucco consumato ai danni dei dipendenti dell’azienda che si vedevano decurtare sistematicamente lo stipendio scritto in busta paga. Il servizio offerto dalla ditta di Parmentola era finito, nello scorso mese di marzo, nel mirino dei controlli di tipo sanitario, con periodiche verifiche effettuate dai carabinieri di Avellino in concerto con la direzione provinciale del Ministero del lavoro.
 Gli scrupolosi controlli effettuati dai Carabinieri non avevano trovato nessuna violazione delle norme in materia sanitaria da parte delle ditta ma vi erano anomalie nei rapporti di lavoro instaurati dalla società. 
Castellammare di Stabia: Parmentola, re delle mense finisce ai domiciliari. Estorceva salari dimezzati ai lavoratori La ditta di Parmentola contava quasi 200 dipendenti, suddivisi nei diversi comuni dove l’azienda opera con la refezione scolastica. I carabinieri di Avellino hanno ascoltato 50 dipendenti della ditta, tutti residenti in provincia di Avellino, ed ognuno con un contratto diverso a seconda del ruolo ricoperto in azienda, (cuoco, autista) e delle ore di lavoro effettuate. 
Tutti i 50 lavoratori della ditta residenti in provincia di Avellino, hanno raccontato più o meno la stessa storia ai carabinieri, in virtù della quale l’importo scritto in busta paga era superiore allo stipendio effettivamente percepito. D’altronde in tempi di crisi economica, per spietati imprenditori trovare dipendenti disposti ad accettare un salario più basso è davvero un gioco da ragazzi. 
Parmentola avrebbe addirittura costretto i suoi dipendenti ad accettare stipendi più bassi rispetto a quanto dichiarato nella busta paga dietro la minaccia di un licenziamento. Per garantirsi il silenzio dei suoi dipendenti, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Avellino, il Parmentola avrebbe risposto alle proteste di alcuni suoi dipendenti con la minaccia di licenziamento, approfittando del loro stato di bisogno, costringendo quindi i lavoratori a tollerare questa situazione. Proprio questo tipo di comportamento è costato a Parmentola l’accusa di estorsione. 
La Procura di Avellino ha fatto riferimento ad alcune sentenze emesse dalla Corte di Cassazione, in virtù delle quali ha stabilito che il datore di lavoro che costringe i lavoratori ad accettare una retribuzione inferiore o comunque non consona alla prestazione svolta, commette il reato di estorsione. 
Tale reato si configura nel momento in cui, il datore di lavoro, approfittando di una situazione di crisi economica, che penalizza ulteriormente il lavoratore, mette il lavoratore nelle condizione di dover accettare determinate condizioni di lavoro al fine di non perdere il posto di lavoro. Con la prassi della decurtazione degli stipendi, il Parmentola riusciva ad ottenere ingenti risparmi sul costo del lavoro per poter così partecipare all’assegnazione degli appalti per le refezioni scolastiche, prestando offerte al ribasso, spiazzando le ditte concorrenti che operano nel rispetto delle leggi in materia di diritto del lavoro.

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Ferdinando Parmentola, Castellamare di Stabia, carabinieri, estorsione, dipendenti, pm Maria Luisa Buono, appalti, Notte Criminale


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