Un’altra vera e propria gemma offerta da Marcos Y Marcos, un noir dai risvolti comici (nello stile dei fratelli Coen), capace però di offrire anche l’emozione da cuore in gola tipica del genere. Una trama che sembra essere l’apoteosi dello stereotipo: una bella ragazza, arrivata da “fuori” in un piccolo paesino (in un classicissimo Vermont, dove tra l’altro risiede anche l’autore), un brutale gaglioffo che la tormenta (uccidendole anche il gatto), uno sceriffo che le consiglia di rivolgersi ad un vecchio, proprietario di una segheria , un figuro circondato da altri ben strani tipi. E’ proprio la caratterizzazione della situazione, dello scenario, di questi personaggi a dare forza in crescendo al libro, tutto giocato su dialoghi brevissimi, frizzanti e taglienti!
CASTLE FREEMAN,Via con me – Go With Me, Marcos Y Marcos
Lillian è alta e attraente, ha capelli morbidi fino alle chiappe, è molto tosta ma anche molto terrorizzata. Cerca qualcuno che stia con lei, che la protegga da Blackway.
Blackway è un bastardo che ‘significa rogne’: le ha sgozzato la gatta, le ha fracassato la macchina, la terrorizza in tutti i modi. Wingate, lo sceriffo, se ne lava le mani.
Per fortuna c’è Whizzer, un tizio diroccato come la sua segheria, solista di un coro di sciroccati che sbevazzano e spettegolano. La affida a due angeli custodi: Lester, l’uomo dei trucchi, e Nate il Grande, un gigante in tutti sensi.
Ma perché Blackway perseguita Lillian? Qualcuno dice che ‘quella presuntuosa gli ha rovinato il giochetto’. E perché Kevin, ex ganzo di Lillian, ‘uno di quegli intelligentoni che credon che tutti gli altri siano coglioni’, con una fedina penale lunga cento pagine, ‘ha menato le tolle’, ha preso il volo? Perché Blackway fa tanta paura?
Un viaggio breve e bruciante nel regno del male, del bello, del vuoto. Via con me è uno dei romanzi americani più amati e imitati degli ultimi anni.Oprah, Publisher’s Weekley, Washington Post definiscono questo libro un gioiello,paragonano Castle Freeman a Cormac McCarthy e a David Mamet.
Per noi, Freeman è semplicemente uno dei nuovi, grandi maestri della narrativa di oggi.
Via con me è teso come l’aria fredda e rapido come un giaguaro: mai una parola di troppo. Dialoghi da Oscar, ritmo alle stelle.
E ha una voce italiana con i fiocchi, uno scrittore di grandi dialoghi: Daniele Benati.
Castle Freeman ha sempre amato la brevità. Saggi lampo, racconti lunghi un soffio, quattro romanzi sotto le duecento pagine. La sua rubrica radiofonica – “The Farmer’s Calendar” – un almanacco dedicato agli agricoltori, dura due minuti. Nella sua casetta di legno di colore rosso acceso, nel Vermont, Freeman preferisce scrivere, riscrivere e limare finché di un testo non rimangono che le parole essenziali. Ama i classici: legge e rilegge Twain, Joyce, Faulkner. Ha dichiarato che Via con me si ispira a La morte di Artù di Thomas Malory.
Un brano:
“Coop si avvicinò alla brocca del caffè. ‘Ed è anche sboccata’ disse. ‘L’avete sentita? Affanculo qua, affanculo là. Mi sembrava di essere tornato in marina’.
‘L’ho notato’ disse D.B. ‘C’è un fatto, però: le ragazze che parlano in quel modo, vuol dire che te la danno’.
‘E tu come lo sai?’ gli chiese Coop. ‘Non ne hai mai conosciute di ragazze che parlano in quel modo’.
‘E nemmeno di quelle che te la danno’ disse Whizzer.
‘Voi non preoccupatevi delle ragazze che ho conosciuto io’ disse D.B.”