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Catarsi sociale

Creato il 10 ottobre 2010 da Ivy

michele misseri

Nel grande giorno dell’espiazione, Yom Kippur, il sacerdote esorcizzava il popolo, trasferendo sul capro tutte le colpe della società. Il capro espiatorio avrebbe espiato le colpe e subito le conseguenze, per questo lo si abbandonava nel deserto, soggiorno del demone Azazel

Durante le feste in onore di Apollo, ad Atene, un uomo, il pharmakos, imbruttito fino a renderlo di aspetto ripugnante, veniva ucciso o se gli andava bene espulso a sassate dalla città. Il rito serviva per placare l’angoscia per la contaminazione incombente del Male sopra la comunità.

La città aveva modo di scaricare la propria aggressività emarginando qualcuno, scelto come simbolo del Male. Colpevole o non colpevole il compito del pharmakos era quello di rappresentare il male, così la società aveva modo di liberarsi del mostro, che assumeva su di sé tutte le colpe e le maledizioni. Era un rituale di rimedio curativo per il sociale. Il Male che aveva infettato la società, incarnato in un uomo aveva modo di venir rimosso dalla città. Qualora si verificavano eventi che segnalavano la diffusione del Male nella città si cercava il criminale dannoso, l’abominevole che incarnava i poteri del Male e che andava rimosso, eliminato.

Le reazioni registrate dai mass media (i giornalisti, sacerdoti della nostra epoca) al momento della condanna pubblica del mostro, inevitabilmente mi hanno ricordato il capro espiatorio nelle società tribali, dove per placare il conflitto interno, ecco che si concentrava tutto il male e ciò che vi era di negativo su un solo individuo, per dar modo che la società inveisca contro di esso, sfogandosi.

Così la comunità può soddisfare il proprio astio e desiderio di vendetta per tutto il male che vede attorno a sé. Ci si indegna di una persona a causa del suo orrendo comportamento, la si considera un mostro portatore di impurità, malvagità, figura da sopprimere. L’averlo trovato, catturato, viene vissuto come una sorte di purificazione della società prima contaminata, senza saperlo, dalla presenza del mostro. I programmi dei mass media sono serviti per dar soddisfazione alla società e affermare la forza dell’autorità che alla fine, ha scoperto il Male. È un esigenza di vendetta di fronte al crimine più efferato, ma soprattutto l’esigenza di sapere che ora il mostro è stato scoperto, allontanato, e che la terra è stata liberata dal Male, purificata da quella presenza intollerabile, la cui esistenza rendeva la società sporca, inaccettabile, pericolosa.

La condanna pubblica dà alla collettività la stessa sensazione di purificazione che dava agli ateniesi l’uccisione del pharmakos e agli ebrei l’allontanamento del capro espiatorio.

I mass media con il loro apparato onnipervasivo in grado di travisare la realtà, davanti a un crimine che offende e disgusta la comunità, fanno partire un rituale di purificazione, una forma di catarsi sociale. Sentimenti di vendetta, desiderio di purificazione collettiva demonizzando di volta in volta un criminale. Catarsi sociale appunto, facendo uso delle nostre emozioni usate per fini (talmente bassi come avere audience ad ogni costo) che non coincidono con quelli della giustizia.

Demonizzare il criminale per vedere nell’altro (scovato e portato su tutti i giornali e le trasmissioni tv) il mostro catturato da cui siamo stati ripuliti, il fomite del Male. Linciaggi mediatici come atti religiosi arcaici.

E se il Male di quella persona, o kippur, non fosse che una briciola di quello, ben più tremendo, che ci rimane, invisibile, accanto? Se i mass media ce lo dessero in pasto soltanto per incanalare le nostre emozioni, la nostra indignazione, in modo da sfogarci verso un mostro e non pensare intanto ad altri mostri, più subdoli e meno disgustosi in quanto ad azioni ma non per questo meno deleteri? Se il loro potere fosse di essere i burattinai delle nostre emozioni, per dirottarle sui fatti (certamente riprovevoli) a loro più convenienti e nasconderne altri? Se servissero, più che per informarci e raccontarci la verità, per persuaderci, per diffondere le loro idee e ottenere il favore della società assecondandone le passioni?

Il Male in aramaico è Satana, e significa avversario, ovvero colui che fa ricadere ogni colpa su un altro. Insomma, forse “Vade retro potere massmediatico” avrebbe la sua ragion d’esser pronunciato.

Catarsi sociale
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