Magazine Cinema
I.il dio della guerra
tema centrale del film è la ridicolizzazione dell’ultra-nazionalismo (kokugakusha nipponico), rappresentato così spregiativamente, come un carosello grottesco di vuote movenze, animato da burattini servili e patetici, per il quale le numerose scene in cui la violenza fisica dirompe- più che stridere col contesto- ne rappresentano la naturale prosecuzione. come dire che, come ineluttabile conseguenza di una mentalità tendente all’autoritarismo- sia agito che subito- e sostanzialmente spersonalizzante, si ha solo l’abominio della guerra, della violenza e dei soprusi. il luogotenente Kurokawa- il troncone umano, senza arti, muto e sordo, che è (in teoria) il protagonista della pellicola- riduce sé stesso a misero pezzo di carne ‘per servire la Nazione’, per l’onore del kokutai. ma l’Imperatore non può risarcirlo di un corpo, né, tantomeno, di una vita.
II.morire per la patria, morire per nulla
il paradosso che si consuma nel breve minutaggio del film, è il ribaltamento di ruolo subito dal luogotenente: da carnefice a vittima. se in guerra era lui a poter decidere delle sorti della gente (in special modo delle donne), al suo ritorno a casa- senza più nulla se non l’onorevole pietà dei compaesani- si ritrova a non poter avere più voce in capitolo nemmeno su sé stesso, oramai completamente dipendente dalla moglie. proprio la donna, ora, si ritroverà in un ruolo completamente nuovo, fuori dalla servizievole passività dello stereotipo femminile. ma il processo di catarsi è lungo a compiersi: ci sono gli sguardi ammirati delle persone da affrontare, che ritengono la coppia il fulgido esempio della dedizione del popola alla patria; c’è la frustrazione di un matrimonio stroncato dalla guerra; il rigetto per una sofferenza profondissima proprio perché costantemente sotto gli occhi, quotidianamente lacerante.
III.conclusione
Wakamatsu non spara gratuitamente e aprioristicamente sulla sua nazione, ma mette in evidenza gli assurdi, inconcepibili costi umani che la guerra e l’inaccettabile teoria (guerriera) del lebensraum nipponico hanno fatto soffrire al suo paese. quasi come un atto di dovere, poetico e romantico, ché- si sa- la memoria degli uomini è breve.
titolo originale: Kyatapiraun film di Wakamatsu Koji2010
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Addio a Virna Lisi
Si è spenta stamane una delle bellezze più sfolgoranti del cinema italiano, nata ad Ancona l'8 novembre 1936. Trasferitasi a Roma con la famiglia a soli... Leggere il seguito
Da Eva Gatti
CINEMA, EVENTI -
Sei mai stata sulla luna?
SEI MAI STATA SULLA LUNA? è una commedia sentimentale sospesa tra città e campagna che racconta l'incontro tra due mondi diversi Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Giulio Questi: il ricordo
E' morto Giulio Questi. Il suo nome, proprio negli anni, è rimasto fortemente legato soprattutto ad un favoloso film “western”, girato nel 1967, Se sei vivo... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Andiamo a quel paese, risate (e non solo) con Ficarra e Picone – La recensione
Il giudizio di Antonio Valerio SperaSummary: sas_pageid='51139/389819'; // Pagina : oggialcinema.net/homepage sas_formatid=26176; // Formato : 250X250_Post... Leggere il seguito
Da Oggialcinemanet
CINEMA -
Trash, grande spettacolo tra favola e realtà – La recensione
Il giudizio di Antonio Valerio SperaSummary: sas_pageid='51139/389819'; // Pagina : oggialcinema.net/homepage sas_formatid=26176; // Formato : 250X250_Post... Leggere il seguito
Da Oggialcinemanet
CINEMA -
#Venezia70 – A pigeon sat on a branch reflecting on existence
Chiusura in tono minore per la trilogia sulla vita e la morte di Roy Andersson. Dopo Songs from the second floor (2000) e You, the living (2007), a distanza di... Leggere il seguito
Da Onesto_e_spietato
CINEMA, CULTURA