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Cattolici moderati? Oiboh! di Don Paolo FARINELLA

Creato il 28 aprile 2012 da Fabry2010

Pubblicato da Giovanni Nuscis su aprile 28, 2012

DA MICROMEGA

 

Machiavelli oggi farebbe la figura di una novizia verginella davanti ai marpioni che fingono di essere ciò che non sono per abbindolare consapevolmente i creduloni, in nome della religione, usata come vestito per tutte le stagioni. Essi amano tramare nell’ombra, ma non tanto da restare nascosti, ma quanto basta per farsi riconoscere e fare trapelare l’idea che bisogna votare per«i moderati».

Moderati! Altra parola magica o truffaldina. Non ho mai capito perché i cattolici debbano essere moderati, in nome di quale principio etico, di quale versetto del Vangelo, di quale canone del Diritto Canonico. Guarda caso, i moderati alla fine sono Berlusconi, Formigoni, Buttiglione (quelli cogli «oni» come direbbe Benigni), Casini, Fini, Scajola, cioè tutti quelli che sono corrotti nella spina dorsale, che fanno della morale pubblica uno scempio, che vivono d’intrallazzi e che della democrazia fanno strazio pur di avere il potere che serve a sua volta a corrompere ancora di più per allargare oltre ogni misura la corruzione come strumento di governo, cioè di impero oligarchico.

I cattolici per vocazione e natura non possono essere «moderati» perché il vangelo non è moderato, ma lo scritto più polemico che esista, specialmente il Vangelo di Giovanni, quello che gli studiosi superficiali chiamano il «vangelo spirituale». Non si può essere super partes, quando una «pars» è soccombente in partenza e non si possono fare le parti uguali tra diseguali. Come mai i cattolici sono sempre dalla parte sbagliata e scelgono e appoggiano i corrotti, gli immorali, i ladri, i servi, gli indegni? Come si può solo stare accanto a Scajola senza sentire il rigurgito dell’etica che sale su per vomitare ogni vomitabile? Il solo pensiero, ad usare i loro paramentri, è peccato mortale.

Come si può stare dalla parte degli assassini della democrazia, del territorio, dei mafiosi, della delinquenza organizzata e non, dei profittatori? E’ sufficiente che sposino «i principi non negoziabili» che poi sono negoziabilissimi perché si tratta del finanziamento alle scuole private e di qualche leggina che salva la faccia e nemmeno tutta della gerarchia cattolica «simil-pelle» come «il rispetto della vita dalla nascita fino alla morte naturale»? Costoro che hanno assassinato generazioni e che hanno affamato i pensionati e licenziato gli operai e caricato di tasse su tasse i poveri, stanno rispettando la vita? I suicidi che ormai si contano a migliaia per disperazione e incapacità di guardare al futuro in conto di chi li mettiamo? Del parroco di San Torpete che invita ad impegnarsi in politica perché ogni volta che un onesto si tira indietro e si tura il naso, lascia il posto ad un corrotto e corruttibile?

E’ venuto il tempo ed è questo in cui bisogna gridare sui tetti che essere cittadini significa esserlo a tutto tondo e io rivendico il mio diritto di fare politica dall’altare, sia dietro che davanti, purché non la faccia sotto l’altare. A Doria e ai candidati onesti e degni, io non chiedo niente se non il loro obbligo di coscienza di servire la città e la comunità con disinteresse, con onore e con rispetto. Ogni volta che dall’altare dico «Padre nostro … dacci il nostro pane quotidiano», io compio l’atto politico più alto e profondo: invoco la dignità umana, la centralità della persona, il pane della mensa, il pane della case, il pane della dignità, il pane della cultura, il pane del lavoro, il pane della comunità. No! La politica non è «cosa sporca», al contrario sono sporchi quei cattolici che si servono della politica per affermare i loro interessi e fare i loro intrallazzi, sono sporchi chi frequenta e si sporca con gli insozzati alla Berlusconi, alla Formigoni, allo Scajola. Tutti non a loro insaputa, ma consapevoli di quello che fanno. Per questo nemmeno Dio li potrà perdonare perché sanno quello che fanno.

Don Paolo Farinella

(26 aprile 2012)


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