- bere molti liquidi ogni giorno;
- bere liquidi caldi, soprattutto la mattina;
- mangiare fibre alimentari (presenti nella frutta, nella verdura, nei legumi, nel pane e nei cereali integrali);
- aggiungere prugne e crusca nella propria dieta alimentare;
- fare regolare esercizio fisico;
- evitare la caffeina, che ha un effetto disidratante;
- evitare i prodotti lattiero-caseari, che a volte possono peggiorare la situazione.
La frequenza dei movimenti intestinali varia da persona a persona. Se passano più di 3 giorni tra un movimento e l’altro la situazione si complica perché le feci tendono ad indurirsi e sarà sempre più difficile espellerle. Sono considerate stitiche le persone che: si sforzano per evacuare almeno una volta ogni 4; spesso presentano feci dure ed evacuano solo parzialmente, non hanno più di due movimenti intestinali a settimana.
I sintomi principali della stitichezza sono: frequenti e/o difficoltosi movimenti intestinali, addome gonfio, dolori addominali e vomito. Se il problema persiste, è preferibile consultare un medico. La stitichezza si può diagnosticare attraverso gli esami del sangue (se si sospetta uno squilibrio ormonale), gli studi di bario e la colonscopia con cui è possibile individuare l’ostruzione del colon. La maggior parte delle persone stitiche soffre solo di piccoli problemi come l’inerzia del colon, una condizione in cui il colon si contrae poco e mantiene le feci, e l’ostruzione del canale di defecazione, causata da un accumulo eccessivo di feci.
Si raccomanda di chiamare subito il proprio medico nel caso in cui:
la stitichezza compare per la prima volta;
se le feci presentano macchie di sangue;
se si sta perdendo peso senza seguire una dieta;
se i movimenti intestinali risultano dolorosi;
se la stitichezza dura più di due settimane.