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Ebbene, nonostante ciò, questo è quello che inizia proprio oggi, nei dintorni di Mosca, e che va sotto il nome di Mars 500, un progetto nato da una collaborazione tra il Russian Institute for Biomedical Problems (IBMP), la Russian Federal Space Agency (Roscosmos) e la European Space Agency (ESA). Ora, premetto che non voglio certo affermare che tutto ciò non servirà a un accidente. Probabilmente potrete capire qualcosa della psicologia umana, della biologia, dell'adattamento, dei rapporti sociali e di molte altre cose, ma per il resto il mio umile parere è: roba buona giusto a spillar quattrini a favore della ricerca e dar così da mangiare a un po' di persone per un paio d'anni. Anche perché, inutile nasconderlo, questa simulazione va presa per quella che è, ovvero per quello che non è. Gravità a parte, infatti, questa situazione creata ad arte non potrà mai mettere in campo le reali condizioni psicologiche di una spedizione del genere.
Quello che forse ti sfugge è che quando tu sei su un'astronave in viaggio per tre, quattro, cinque, sei mesi (all'andata, più altrettanti al ritorno), tu, caro il mio astronauta, sei davvero solo. Fuori dagli oblò c'è davvero il vuoto. E tu lo sai. Mica c'è la grigia periferia moscovita. Nessuno ti viene a salvare, quando sei lassù. Nessuno preme il pulsante di emergenza. Non puoi mettere la freccia, fare inversione e tornare indietro, se qualcosa non va. E questo, sta' sicuro, fa la differenza. Fuori da quella sottile lamiera isolata della scatoletta che vi contiene come sardine, ci sono sul serio milioni e milioni di chilometri di nulla, milioni di chilometri prima del primo pronto soccorso, della prima spiaggia, del primo letto a due piazze, del primo pub, del primo cesso come si deve. Insomma, quello che vedi fuori è davvero il nero orlo sull'infinito. E basta un niente a trasformarlo in un abisso.
Il mio umile parere su tutta questa faccenda, è che per quanto vi sforziate di accarezzare certi sogni, nobili e alti (come, appunto, arrivare su Marte), non siete capaci di trovare abbastanza stimoli. L'esplorazione e la voglia di Ulisse di "inseguir virtute e canoscenza" non bastano, a voi umani, per catalizzare le energie che vi servono a fare certi salti. Vi serve l'economia. O almeno avete bisogno della politica. Senza quest'ultima e la relativa spinta della contrapposizione USA-URSS, sareste forse riusciti ad andare sulla Luna? La Luna, dico, che astronomicamente parlando è dietro l'angolo. Figuriamoci Marte, il cui sforzo richiesto è cento volte superiore. Quindi per favore, umano, se lo vuoi fare, se vuoi venirmi a trovare, non gingillarti e fa' sul serio. Progetta nuovi veicoli spaziali, manda gente nello spazio, quello vero, torna sulla Luna, installaci una base. Non trastullarti con le case delle bambole. Da parte mia ti prometto che quando arriverai ti farò trovare un piatto caldo di spaghetti marziani e una bella stanza scavata nella roccia delle Valles Marineris. Altrimenti abbi il coraggio di guardarti in faccia senza stare lì perdere tempo e a crogiolarti nell'illusione per una cosa che mai raggiungerai, perché, scusa la franchezza, ma non hai le palle per farla.
Credits: in alto Marte (ESA/Hubble); al centro la struttura di isolamento Mars 500 presso l'Institute of Biomedical Problems vicino a Mosca (ESA/IBMP); in basso i candidati a partecipare alla simulazione (ESA).
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