TAILLEUR
Sì, care mie. Una fottuta giacca e un fottuto pantalone. Ma anche una fottuta gonna, se proprio volete.
Anche se ne voglio trovare una, DICO UNA, che ha poi indossato la gonna a tubo fino al ginocchio che ha messo il giorno della sua laurea. Datemene UNA. Prima che me lo chiediate, cosa avevo io: tailleur bianco. Ayeah. Bianco The Enemy. Proprio lui. Era di Patrizia Pepe, quando ancora Patrizia Pepe non si dava arie di pret-a-porter con le sue collezioni pronto moda. Avevo visto il tailleur, me l'ero provato e mi ero fatta un video. Poi l'ho fatto vedere al mio relatore. Sì, ci stavo provando. Disse che andava bene. Era un tailleur con i bermuda (era l'anno dei bermuda) sopra al ginocchio, con una giacchina piuttosto corta con delle spalle un po' -diciamo- importanti (Lady Gaga era appena uscita) e un top nero sotto. E delle decolletè a punta. ERA IL 2006. Le scarpe a punta ANDAVANO DI MODA. I capelli ce li avevo raccolti, ma sempre per la questione della comunicazione non verbale. Avevo lo smalto chiaro e una manicure impeccabile che ancora adesso quando guardando le foto non me la spiego. Truccata normalmente, delle sopracciglia discutibilissime e i classici brufoli da stress. E le calze color carne, che dio mi perdoni per questo. Ero piccola NON SAPEVO. Chiudeva il tutto la classica pelle lucida da tensione.La prima volta che provai il discorso ci impiegai circa un'ora. Ahahah, ci pensate? Un'ora. Tipo che avevo 15 minuti in tutto, comprese le domande. Più provavo, più parlavo e più mi rendevo conto che non potevo sbagliare. Là dentro, se mi andava di culo, l'unico che aveva letto la tesi era l'unico che stava dalla mia parte. Ero io che sapevo cosa minchia stavo dicendo, nessuno poteva contraddirmi. Avevo la salivazione azzerata, un grandissimo classico, e dovendo dire qualche parola in inglese (tipo stakeholder qualcosa) mi sono pure impappinata. Ricordo anche che feci una pernacchia per sciogliermi dall'impiccio di quella parola. Massì, cazzomene. Io posso anche fare le papere. Finisco la discussione, tre domande, tre risposte. Si ritirano per deliberare. Ero l'ultima. L'ultima del mio gruppo, l'ultima delle amiche, l'ultima dell'ultimo giorno di appello.
Rientriamo.
“La
commissione ha preso visione del Suo curriculum e ha ascoltato la Sua
tesi... pertanto, per i poteri conferiti bla bla bla...la proclamiamo
dottore in relazioni pubbliche con punti 110 su 110”.
Boato.
Applausi.
Lacrime.
Io
ero divisa tra tirare le madonne per non aver preso la lode e
ringraziare il signore che fosse finita.
Alle
mie spalle c'erano TUTTI.
Amici,
amiche, fidanzati, ex, famiglia, parenti, LA PRIMA DELLA FAMIGLIA CHE
SI LAUREA, papà che mi abbraccia e all'orecchio mi dice “grazie”
, la mamma che parla, urla, ride e batte le mani.
“Dottore
dottore dottore del buso del cùl vaffancùl vaffancùl”
Foto,
corona d'alloro, bouquet di calle della mamma, coroncina di strass.
Foto,
smorfie, boccacce, avessi UNA FOTO DOVE STAVO FERMA.
Foto
con i maschi, foto con le femmine, foto con i parenti, foto con i
non-parenti, foto di famiglia, foto con il relatore.
E poi? Cambio d'outfit. Mi vestono da sguattera, mi avvolgono una tovaglia come gonna e me la attaccano con lo scotch, mi coprono i capelli con una cuffia da doccia, mi mettono una canotta intima di cotone e un grembiule da pasticcere sul quale svetta bene la scritta “Principessa Lucinica di Rivombrosa” e la stampa di un emisfero dal quale partivano molte frecce, una per ogni ex scappato altrove nel mondo (Tenerife, Londra, Brasile, Afghanistan...). Mi fanno leggere il papiro con la mia caricatura, tutto in rima, ad ogni errore un sorso di vodka-lemon. Su quel papiro ci sono dettagli che sarebbe stato meglio non raccontare, ma vabbhè ci si laurea una volta sola. Sul portone d'ingresso e lungo tutto il perimetro dell'Università erano appese foto della mia imbarazzante vita universitaria, tipo sigarette nel naso e cose così. Mi versano addosso la qualunque, dalla passata di pomodoro alle uova, la farina, persino dello sciroppo di fragola. Faccio altre foto, altre smorfie, sempre con il relatore. A casa, doccia, ritrucco, tanti sorrisi, rimetto la coroncina di strass e da lì in poi mi sciolgo dalla tensione come Miss Italia dopo la proclamazione.
Al termine di questo viaggio nel tempo e nella storia della moda (scarpe a punta? Siriously?) veniamo a noi. Comprenderete la mia difficoltà: non metto piede in un ateneo da sei anni, nel frattempo hanno inventato Facebook e l'iPhone, avete presente cosa sarà cambiato nei corridoi dell'università? Tipo, CHE SO, non ci sono più i LIBRETTI CARTACEI? Lo sapete, sono una ragazza all'antica quindi mettetevi il tailleur. Volete esagerare? Osate il colore. No, non un completo colorato che a meno che non siate le secchione del corso è meglio non fare troppo le arroganti con il look. Dovete sembrare delle giovani donne. Non vecchie, non mature, non -già- avvocatesse di professione. Non lo siete ancora, non fate le aspirazionali. Avrete tutta la vita per vestirvi da serie seriose ticchettando sui pavimenti dei tribunali. Dimmi che tailleur scegli e ti dirò chi sei: _Tailleur Pantalone Normale Colore normale (nero, blu, grigio, whatever), non ve la sentite di rischiare. Fate bene, dovete sentirvi a vostro agio mica andare a fare una sfilata. Se il pantalone è a sigaretta o con la piega cercate di evitare una camicia classica bottoni e sartoriale per non sembrare troppo ingessate nei vostri stessi vestiti. Ci sono mille mila alternative, dai top, alle bluse passando per I COLORI. Ayeah, colori. Stampe. Se siete completamente scure, azzardate un pezzo colorato come il sottogiacca. Nessuno vi guarderà male e alla fine della fiera avrete anche un top da indossare con i jeans.
Da sinistra: Giacca ASOS 73 € - Giacca Zara 80 € - Giacca Zara 50 € - Giacca Asos 73 €Da sinistra: Pantalone ASOS 33 € - Pantalone ASOS 26 € - Pantalone ASOS Skinny 33 €
Da sinistra: Pantalone grigio ASOS 37 € - Pantalone dritto Zara 40 € - Pantalone Mango 60 €
_Tailleur Gonna Sei seria? E chi si mette la gonna a tubo di questi tempi? C'mon, c'hai venti e rotti anni, non devi vestirti come una strappona. Capisco, vuoi fare la fatalona. Ti odieranno, mettilo in conto. Se sei pronta però ad affrontare gli sguardi alla Minetti in Consiglio Regionale allora va', mettiti sta gonna ciucciata. Stravolgili tutti. Gonna stretch? Niente giacca, te ne prego. Camicia: una, unica e ben fatta. Di seta magari. Scarpe? Se volete esagerare, una mary jane. Altrimenti una decolletè. Con il capello raccolto è subito segretaria porca: la commissione maschile non si perderà mezza parola della vostra discussione.
Da sinistra: Gonna tubo ASOS 23 € - Longuette fluo ASOS 40 € - Gonna tubo ASOS 24 €
Da sinistra: Camicia menta ASOS 40 € - Camicia Zara blu pois 40 €
Camicia Zara azzurra 40 € - Camicia ASOS cipria 47 €
_Tailleur Pantalone Wide Leg Di gran moda adesso. I tessuti sono svolazzanti, ideali se vi laureate a luglio quando la maggior parte della gente vi maledirà perché preferirebbe essere al mare piuttosto che ascoltare la vostra imperdibile tesi. La giacca va tenuta aperta, le maniche arrotolate, il sandalo può avere il tacco ma tanto dopo ve li toglierete e andrete di flat senza sentirvi ridicole. Sarete abbronzate ma non troppo, non vorrete mica far credere che nell'ultima settimana non vi siete preparate a sufficienza? Quindi assumete un tono tra il giallo e il dorato. Colori? Sarebbe bellissimo il lino bianco, con un top blu. O viceversa. Anche qua, azzardate un colore ma ricordate che non potete averne più di 3 addosso (e già tre sono tanti, troppi). Da sinistra: Giacca lino ASOS 60 € - Pantalone lino ASOS 29 €
Blazer nero Zara 60 € - Pantalone wide leg Zara 40 €
_Tailleur Pantalone Capri Secondo me è la scelta migliore. E' classica ma con brio (oddio ma come parlo?). Ci potete mettere tanto il tacco quanto un'allacciata maschile. Sarete professionali senza sembrare vecchie, vecchie, VECCHIE. Potete osare il colore, magari anche solo un pezzo, un pantalone colorato e top/giacca monocolore. Oppure top e pantalone neutri e giacca colorata. E' un look più giovane, si adatta più o meno a tutto. Trovate dei pantaloni che vi facciano un bel culo, quello sì. Se siete come me che vi ritrovate a fare le smorfie, almeno dai parenti alle vostre spalle avrete delle belle foto. Da sinistra: Blazer lino Zara 60 € - Pantaloni capri Zara 40 €
Pantaloni chiari Zara 40 € - Pantaloni banda bianca Zara 40 €
Da sinistra: Pantalone bicolor Zara 70 € - Pantaloni Kookai 92 €
Pantalone slim ASOS 26 € - Pantalone pesca Zara 50 €
Da sinistra: Pantalone fluo MSGM 280 € - Pantalone pizzo 25 €
Pantalone fluo ASOS 40 € - Pantalone skinny ASOS 53 €
Da sinistra: Camicia bianca pois neri Equipment 183 € - Camicia pesca pois ASOS 23 €
Camicia cipria stampa fluo 46 € - Camicia bianca stampa elefanti ASOS 47 €
Infine, trucco? Scarpe? Accessori? Capelli? Trucco, minimale. Niente ciglia finte, niente rossetti rossi, niente UNGHIE BLU santiddio. Scarpe: Tacchi, tacchi e tacchi. State diventando adulte, non avete più scuse. Siete in dubbio se potete mettere sandali? Scegliete delle peep-toe. Accessori? Ma quali, al massimo il collier della cresima E BASTA. Capelli? Raccolti. Danno un'aria più pulita, più focused, più “prendetemi sul serio perché ora ve la spiego io la tesi, ve la spiego”. E portatemi una foglia d'alloro dalla corona, che porta sempre fortuna.