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CCM-Torino / Medici per l'Africa / Bilanci in positivo

Creato il 14 luglio 2012 da Marianna06

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Il Comitato di Collaborazione Medica di Torino ,di cui per altro abbiamo già parlato in altre occasioni, ha fatto , appena pochi giorni fa, un primo bilancio del periodo 2011-2012 in merito alla propria attività medico-sanitaria in Africa,in seno all’assemblea dei soci.

Intanto occorre  premettere che tutti i progetti, quelli passati e quelli in corso di attuazione del CCM, si realizzano sempre attraverso l’impegno di medici e personale infermieristico africano, supportati solo alla bisogna da omologhi italiani.

Ma soltanto questo, in quanto l’obiettivo è quello di dare , per gradi, autonomia ai piccoli ospedali, ai presidi o alle case della salute presenti sul territorio del continente nero attraverso una formazione adeguata e un  buon coordinamento.

L’anno 2011 ha visto il CCM – si è detto nell’incontro del 30 giugno – molto  attivo specie in Burundi, Etiopia, Kenya, Mali, Somalia, Sud-Sudan e in  Italia per la popolazione degli immigrati nel nostro paese (Progetto Aracne realizzato in collaborazione con”Mamre” e”Tavola di Babele”).

Tutti i medici del CCM è noto, inoltre, che trascorrono ovviamente periodi più o meno lunghi di servizio nei luoghi di missione, al termine dei quali mettono il personale africano in grado di agire con maggiore sicurezza di prima e lo forniscono di quanto indispensabile (denaro) per l’acquisto di farmaci e/o altro oppure di somme destinate al pagamento degli stipendi.

Fondamentale per l’Africa, e quindi per il CCM, è la continuità del servizio nei luoghi,in cui la gente, magari dopo avere macinato chilometri e chilometri con grande disagio,  si reca in cerca di aiuto.

Come quelle donne in attesa di un bimbo, per le quali, sempre nel 2011, è stata lanciata in Italia la campagna”Sorrisi di madri africane”,andata a buon fine.

Facendo alcuni altri esempi dell’attività svolta lo scorso anno, sempre nel corso dell’incontro del 30 giugno, si è parlato anche  del progetto triennale per il Burundi, finanziato dalla Commissione Europea, per la cura delle donne vittime della violenza sessuale. E poi anche dell’impegno in Etiopia nella zona di confine con la Somalia, affollata da profughi che hanno cercato e cercano, ancora oggi, di fuggire dai conflitti armati, dalla fame e dalla sete.

Concludendo l’impegno dei medici e del personale sanitario del CCM di Torino è decisamente meritorio di lode e, per questo, andrebbe clonato (scherzosamente) in altre realtà territoriali della nostra penisola,perché altri medici, animati da spirito di servizio, possano mettere la propria piccola o grande esperienza a disposizione di chi la richiede.

L’Africa( e non solo) è una terra immensa, appunto un continente, e i problemi laggiù (lo sappiamo bene)  non si contano certo sulle dita di una sola mano.

Perciò, coraggio. Nulla è impossibile .Anche in questa Italia che sta vivendo momenti critici.

Collaborare è bello .E “spirito di servizio” è qualcosa d’impagabile.

Diamoci una “mossa”.

Impariamo a fare da chi già fa  e con intelligenza e ottimi risultati.

 

     a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

Nella foto in basso una mamma etiope con il suo piccolo.

Etiopia

 


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