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Ce l’hai una tabella di marcia?

Da Marcofre

la tabella di marcia di uno scrittoreUn editore di se stesso deve avere una tabella di marcia. Non può procedere a casaccio, e neppure può pensare seriamente che sia sufficiente un blog, e una raccolta di 13 racconti per arrivare da qualche parte.

È necessaria una tabella di marcia. La mia è di una semplicità sconcertante.

2015: pubblicazione di una seconda raccolta di racconti. Non so ancora dire di preciso quando. Sarà ancora Narcissus, si capisce. Ho già scovato il titolo, che sarà:
“”

Ho cambiato idea, non te lo dirò ancora. Un paio di persone ne conosce il titolo e lo ha apprezzato. È di una sola parola.

La copertina credo di averla individuata:
No. Anche questa è meglio tenerla ancora al chiuso.
Per adesso, procedo col celeberrimo metodo “Carta&Righello”. Stampo i racconti, poi con righello e matita rileggo frase per frase. Ad alta voce.
È utilissimo. Provare per credere. Certo, i vicini penseranno che io sia pazzo da legare, ma probabilmente qualche venerdì mi è sempre mancato. Procedere in questo modo aiuta tantissimo. Si scovano cose come:

(…) fondale (…) tropicale.

E capisci che no, non ci siamo. Ma te accorgi solo quando leggi ad alta voce.

2016: pubblicazione di un’opera più complessa.

E che vuol dire?

Buona domanda, ti ringrazio. Parecchi mesi fa, ho iniziato a buttare giù del materiale che non poteva essere un racconto. Era un rinoceronte.
Ora spiego.

Scrivere racconti significa camminare per la savana, e dietro un cespuglio scovare 4 leonesse affamate. Brutta esperienza vero? Quisquilie, in realtà.


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