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Celentano, con i soldi solo a Emergency “arricchisci un ricco”

Creato il 03 febbraio 2012 da Lalternativa

Egregio signor Adriano Celentano, non entro nel merito delle polemiche sul suo compenso (i ricavi pubblicitari e il ritorno di immagine per la kermesse potrebbero giustificarli anche in un periodo di “crisi” come questo), nè sulla modalità che ha contraddistinto la polemica a distanza tra critici, politici, istituzioni e semplici esponenti dell’opinione pubblica. Al contrario vorrei esprimerLe delle perplessità sulla sua decisione, socialmente utile e apprezzata anche da coloro che Le imputano un ritardo nella scelta.

Destinare il suo compenso in parte all’associazione Emergency e in parte a famiglie povere e indigenti di varie città italiane, infatti, nasconde un controsenso malcelato dalla bellezza della sua azione. Emergency, come lei sa, è una delle principali organizzazioni umanitarie che operano nel campo della cooperazione,  vanta numerosi iscritti e volontari e da qualche tempo ha anche una sua rivista e portale. Il suo fondatore e presidente, Gino Strada, encomiabile e appassionato medico, è spesso protagonista di apparizioni in tv o interviste su quotidiani e periodici e il merchandising dell’associazione è uno dei più apprezzati, confidando anche su testimonial molto noti che gratuitamente aderiscono alle iniziative di Emergency indossando maglie con il noto logo. Detto ciò, per scongiurare il rischio che questa lettera venga vista come una sterile polemica contro Emergency, Le confido che faccio parte anch’io di una associazione che si occupa di cooperazione internazionale (non Le faccio il nome affinchè non ci sia il rischio di strumentalizzazione) e con Emergency abbiamo spesso collaborato e continuiamo a organizzare eventi assieme.

Noi però siamo piccoli, molto piccoli, non riusciamo neppure a ottenere il riconoscimento da ong (organizzazione non governativa), perchè siamo lontani da quei 400 mila euro di bilancio triennale, necessari per accedere a quella lista. Eppure agiamo sul territorio locale e nei Sud del mondo, permettiamo ai ragazzi di partecipare a esperienze di turismo responsabile o campi di lavoro, organizziamo cineforum, mostre ed eventi legati all’inclusione sociale e così via. Come noi, tante altre piccole realtà, che agiscono nel silenzio della provincia e lontani da quei budget a troppi zeri. A questo punto, Le dico che secondo me ha sbagliato: destinare una cifra così elevata a una sola organizzazione, se permette, contrasta con lo spirito di sobrietà che viene quotidianamente chiesto a gran voce. Destinando quei soldi solo a una associazione, Lei ha in piccolo e fatte le debite proporzioni che Lei sarà in grado di cogliere, “arricchito un ricco”.

Io sono consapevole della ulteriore stranezza, dovuta alla presenza di troppe associazioni che operano nel sociale, alcune delle quali fantomatiche e presenti solo sulla carta, utilizzate esclusivamente per far “girare” soldi in maniera trasparente e garantendo anche vantaggi a determinate imprese. Le colpe dei padri, però, non ricadano sui figli: una cosa è fare autocritica e cercare le mele marce all’interno del mondo della cooperazione, altro è alimentare un circuito per cui la maggior parte dei fondi va a chi ha già molto.

Se vuole, oltre alla critica ho anche un suggerimento, ripreso dalla stessa modalità utilizzata da Lei per destinare fondi a famiglie indigenti. Lei ha chiesto aiuto ai sindaci di alcune città, affinchè le indichino dei nomi; faccia lo stesso con le principali federazioni esistenti nel campo del no-profit, domandando loro di indicare dei destinatari. Oppure può far riferimento alle liste del 5 per mille: destini il suo compenso dividendolo in base alle scelte dei contribuenti. Destinerà comunque più fondi a chi ha maggiore visibilità, ma sarà democraticamente premiato (con poco, ma premiato) qualsiasi realtà che quotidianamente opera nel sociale. Sono soldi pubblici i suoi, sono soldi dei cittadini quelli che arrivano dal cinque per mille alle associazioni: sarebbe il “manifesto della trasparenza”.

Lettera firmata


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