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Celentano Il Profeta

Creato il 19 febbraio 2012 da Albix

Celentano Il ProfetaCelentano ha tutti i requisiti per essere considerato un profeta.

In primo luogo lui é convinto di esserlo. Ma questo, da solo, ovviamente non basta. Altrimenti il mondo sarebbe pieno di profeti. Invece quelli autentici, come lui, sono davvero pochi.

Dei  profeti, poi, l’Adriano nazionale ha il coraggio di andare controcorrente e di dire ciò che sente e non, come certi falsi profeti, ciò che la gente vuol sentire.

In terzo luogo Il Molleggiato é un artista vero: egli ha quella sensibilità d’animo senza la quale non esistono né profeti né profezie.

Last but not least, Celentano ha l’animo del fustigatore dei potenti. Andiamo a leggere la Bibbia: da Elia, a Geremia, da Daniele a Isaia, da Sofonia a Giovanni Battista, tutti i profeti dell’Antico e del Nuovo Testamento, richiamavano i potenti alla sobrietà, alla penitenza, al sacrificio, al rispetto di Dio. E i potenti regolarmente li ricambiavano con persecuzione e morte.

Nella serata finale di Sanremo 2012 Adriano Celentano se l’é presa ancora con il giornale della CEI ” l’Avvenire” e con il settimanale dei Paolini ” Famiglia Cristiana”.

Nessuno può negare che i due organi di stampa facciano capo a due potentati socio-economici non trascurabili.

Capire cosa sia esattamente la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) non é facile. Apparentemente sembra soltanto un’Assemblea rappresentativa del libero associanismo, come ce ne sono a migliaia in Italia. E forse lo é pure.

Ma i suoi componenti sono i capi delle cento e passa diocesi in cui é diviso il territorio italiano e che di fatto gestiscono l’ingente patrimonio che fa capo, in ultima  istanza, alla Città del Vaticano.

Insomma i vescovi sono gli eredi di quei vescovi-feudatari, baroni, conti e visconti, che nel passato fungevano da capi di strutture amministrative, oltre che religiose.

Insomma le diocesi sono centri di potere.

Sia chiaro: l’intento del mio  post non é demonizzare i Vescovi e tanto meno la Chiesa. Non ho mai nascosto e non nascondo affatto la mia fede cattolica; anzi la rivendico come il risultato di un travaglio interiore e di un approdo spirituale frutto di una ricerca personale e di una scelta di cui ringrazio Dio ogni giorno.

Ma ciò non toglie che io non abbia il diritto, e tanto più ce l’ho come credente, di criticare quelle che appaiono delle storture, delle deviazioni, delle discrepanze che emergono chiaramente analizzando l’azione della CEI.

Ed é ciò che Celentano ha impietosamente fatto dal palco di Sanremo.

Suscitando l’ira dei potenti in tonaca (e del loro codazzo di servitori).

Forse questi signori dimenticano che l’infallibilità é prerogativa esclusiva del Santo Padre (e non di ogni singolo vescovo diocesano).

Dei Paolini dirò soltanto che Don Alberione, il loro fondatore, é stato un uomo illuminato di Dio. Umile, intelligente e tenace ha saputo creare un vero e proprio mediatico. Niente di male. Anzi, tanto bene per la diffusione del Verbo di Dio.

Eppure son convinto che Don Alberiore non avrebbe permesso certe prese di posizione che il settimanale “Famiglia Cristiana” ha fatto e continua a fare.

E certi soloni tronfi e presuntuosi, arroganti e supponenti che ruotano intorno al suo mondo non gli piacerebbero affatto.

Ecco perché il discorso di Celentano non é piaciuto proprio a loro.

E se potessero lo metterebbero a tacere per sempre.

 


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