La conservazione delle cellule staminali rappresenta una grande risorsa, uno strumento molto importante per la ricerca in grado di offrire miglioramenti alla salute delle persone. Grazie alla ricerca scientifica è infatti possibile portare benefici alla vita delle persone, dare speranza nel trattamento di molte patologie, eppure in molti concepiscono la ricerca come un’attività lontana e distaccata che resta confinata nel freddo dei laboratori scientifici.
A cura di: Ufficio Stampa Sorgente
Il Ministero della Salute ha riconosciuto i progressi nel trattamento con le cellule staminali del cordone ombelicale, elencando in un decreto ministeriale (18 novembre 2009) oltre ottanta patologie per le quali le terapie con cellule staminali sono un iter standard.
Esistono però trattamenti ancora oggetto di studio e in cui la somministrazione di cellule staminali cordonali contro le patologie sono in fase sperimentale, come nel caso della paralisi cerebrale. Per questa patologia l’uso delle cellule staminali si è rivelato molto valido, come dimostrato anche da uno studio clinico recente1 effettuato su trentuno bambini. Nei sei mesi successivi alla somministrazione di eritropoietina (EPO) e cellule staminali del cordone ombelicale le capacità motorie e cognitive dei bambini apparivano migliorate in modo significativo. Anche un bambino di quasi tre anni ha beneficiato dal trattamento con le cellule staminali cordonali: colpito da danni cerebrali di natura ischemica e rimasto in stato vegetativo dopo un infarto avvenuto quando aveva due anni e mezzo, è stato sottoposto al trattamento nove settimane dopo. Al bambino è stato effettuato un trapianto autologo di cellule staminali del cordone ombelicale, che erano state conservate privatamente presso Vita34, la biobanca alla quale Sorgente si appoggia per la conservazione delle cellule staminali. Miglioramenti sono stati riscontrati dai medici nel corso dei quaranta mesi successivi, durante i quali il bambino ha mostrato progressi nelle facoltà cognitive e motorie, nonché nella capacità di riuscire a sorridere. Questi miglioramenti, secondo i medici, non sono la conseguenza della sola terapia riabilitativa seguita dal bambino, ma suggeriscono come il trapianto autologo di cellule staminali cordonali possa essere una valida terapia per la paralisi cerebrale2.Nel trattamento delle patologie con le cellule staminali del cordone ombelicale si possono annoverare altri casi di successo che hanno permesso ai pazienti di arrivare alla guarigione. È il caso di una giovane mamma della California, Jessie Queen, affetta da leucemia e sottoposta a trapianto di cellule staminali cordonali. A seguito della somministrazione di cellule staminali, ha mostrato una remissione della malattia e un netto miglioramento della condizione fisica che le permetterà di passare ancora del tempo a fare la mamma3.Tra gli altri casi c’è anche quello di Amanda Salazaar, affetta da anemia falciforme. Questa giovane studentessa americana, dopo essersi sottoposta a trapianto allogenico di cellule staminali del cordone ombelicale, ha vinto la sua battaglia contro questa patologia già da tre anni e ora ha deciso di voler seguire una carriera da infermiera4.
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Note bibliografiche
1. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Stem Cells
2. A. Jensen and E. Hamelmann, “First Autologous Cell Therapy of Cerebral Palsy Caused by Hypoxic-Ischemic Brain Damage in a Child after Cardiac Arrest—Individual Treatment with Cord Blood,” Case Reports in Transplantation, vol. 2013, Article ID 951827, 6 pages, 2013. doi:10.1155/2013/951827
3. La notizia è stata riportata dalla ABC News
4. La notizia è stata riportata dal quotidiano locale online Northjersey.com