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Cellule staminali: i progressi più recenti della ricerca

Creato il 16 settembre 2013 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Conservazione cordone ombelicaleLe cellule staminali sono da sempre uno strumento interessante per la ricerca: ecco una breve panoramica dei progressi più recenti e più promettenti: dalla ricerca contro il Parkinson fino alla rigenerazione del cuore colpito da infarto.

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Ed è proprio un ricercatore italiano, Daniele Torrella, docente presso l’Università di Catanzaro, ad avere individuato un metodo per rigenerare grazie alle cellule staminali un cuore danneggiato a seguito di un infarto. Il suo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Cell ed è stato portato avanti grazie alla collaborazione di un tem di ricercatori internazionale, tra cui gli inglese Georgina Ellison e Bernardo Nadal-Ginard, rispettivamente del King’s College di Londra e della Moores University di Liverpool. Dopo la sperimentazione su modelli animali è prevista per il prossimo marzo la partenza d una sperimentazione sull’uomo, la prima di questo tipo in Europa.

Le cellule staminali sono già efficacemente utilizzate contro alcuni tipi di leucemie e di immunodeficienze e contro le aplasie midollari. In questi campi le percentuali di successo sono elevate ed si può dire che si tratti di trattamenti standardizzati. Per la beta talassemia, per esempio, l’unica terapia realmente risolutiva è ilo trapianto di midollo osseo oppure il trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale.

Recentemente, una nuova applicazione terapeutica ha dato buoni risultati: l’impiego di cellule staminali per il trattamento delle lesioni della cornea, in particolare quelle provocate da ustioni. Presso il Policlinico di Milano, inoltre, è in fase di realizzazione un trial clinico per verificare l’efficacia del trapianto autologo di cellule staminali muscolari per il trattamento della distrofia.

Le cellule staminali vengono impiegate anche nel trattamento delle ulcere diabetiche, grazie a un trattamento praticato già da due anni e messo a punto da Alfondo Barbarisi, presidente della Società europea di chirurgia, con la collaborazione del chirurgo plastico Marco Moraci. Questo trattamento prevede l’aspirazione di grasso dall’addome che viene sottoposto a un procedimento per isolare le cellule staminali pluripotenti, poi trapiantati con lo scopo di ricostruire i tessuti danneggiati. Sono già più di venti i pazienti trattati con questo metodo, con risultati da buoni a ottimi nella cicatrizzazione.

Anche la ricerca contro il Parkinson si è interessata in questi anni alle potenzialità delle cellule staminali. Vania Broccoli, del San Raffaele di Milano, ha guidato un gruppo di ricercatori e condotto uno studio, pubblicato anche sulla rivista scientifica Nature, in cui è stata testata una nuova tecnica contro il morbo di Parkinson che prevede l’impiego di cellule staminali embrionali ottenute partendo da cellule della pelle.

Tommaso Russo, docente ordinario di Biologia molecolare all’Università Federico II, spiega “Le potenzialità applicative delle cellule staminali sono enormi. L’obiettivo della ricerca è quello di arrivare a sostituire le cellule che non funzionano. Per esempio in alcuni casi di diabete. Siamo in grado di correggere con la somministrazione di insulina il difetto di alcune cellule del pancreas ma meglio sarebbe essere in grado di sostituire queste cellule difettose, senza dover più ricorrere a una terapia sostitutiva.

Queste sono soltanto alcuni dei risultati raggiunti e dei progressi più recenti nel campo delle staminali. La ricerca resta con lo sguardo puntato al futuro e lavora ogni giorno per fare nuovi passi avanti.


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