Censura per chi critica l'islam?

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   La donna che vuole censurare ogni critica all'islam

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   COME AVEVO PREVISTO, la battaglia del governo contro il comico nazista Dieudonné non era contro l’antisemitismo ma un pretesto per introdurre il reato di islamofobia, come richiesto da anni dall’OCI (Organisation de la Conférence Islamique).  Bariza Khiari, vice-presidente socialista al Senato, ha gettato la maschera dicendo  che «i propositi islamofobi dovrebbero ottenere lo stesso livello d’indignazione di quelli antisemiti ».  Ha mirabilmente riassunto la campagna dell’OCI che da anni si batte perché ogni critica all’islam sia equiparata al razzismo. Lo scopo sarebbe di condannare a una multa o alla prigione chiunque si permetta di criticare l’islam, ovviamente in attesa di poterlo condannare a morte quando gli islamici saranno abbastanta potenti per governare.

   NO, CARA BARIZA, non puoi equiparare l’antisemitismo all’islamofobia. Perché l’antisemitismo è il puro razzismo di chi vorrebbe la soppressione degli ebrei, un razzismo secolare che da qualche anno si è travestito da antisionismo e predica la distruzione dello stato d’Israele. Mentre l’islamofobia è la critica di un’ideologia, esattamente come l’antifascismo o l’anticomunismo,  e fino a prova contraria l’ideologia non è una razza.

   IN EUROPA i musulmani hanno intentato innumerevoli processi e ogni volta si sono spuntati le corna. Scrittori come Houellebecq, cittadine come Firozeeh Bazrafkan, riviste come Charlie Hebdo hanno criticato o schernito l’islam e sono stati assolti dall’accusa di razzismo.  Ma  adesso gli islamici ci riprovano, forti della proibizione degli spettacoli di Dieudonné. Se si proibisce l’antisemitismo, si deve proibire anche l’islamofobia. Eh no, cari, il paragone non sta in piedi. Vi piacerebbe trasformare l’Europa in un califfato ma qui si critica tutto e non si fanno sconti a nessuno. E’ la nostra grandezza. L’Europa, quella vera, nasce dalla libertà di critica.

   Dragor