Candice Huffine, modella del nuovo calendario Pirelli
Mi direte: “ma con tutti i problemi che ci sono, parli della modella del calendario Pirelli?”
Perdonatemi, ma è più forte di me.
Ho letto or ora sul Corriere della Sera online la notizia seguente: il nuovo calendario PIRELLI ha una modella curvy, Candice Huffine, 29 anni.
E ho letto anche un bel po’ di commenti alla notizia: commenti di uomini ( e pure donne) stufi di donne magre-grissino-taglia38.
Riporto qualche commento profondo:
“finalmente! le ossa ai cani…”
“siamo stanchi di attaccapanni taglia 38… sembrano fatte da Geppetto il falegname”
“questa sì che è una torta”
“è arrivato il camion della carne, finalmente!”
“vipere, facce da streghe, magre come matite, acide come il limone”
And so on…
L’aspetto che mi colpisce di più è che nei commenti prevale il parallelo DONNA = CIBO. Cioè le donne formose viste come TORTA e CAMION DI CARNE… oppure, se magre, come un mucchio di OSSA e ACIDE COME IL LIMONE.
Roba da mangiare, masticare, ingoiare, digerire. Per molti, le donne dovrebbero essere preferibilmente un piatto sostanzioso: tipo la torta sacher o la bistecca alla fiorentina. Volendo, anche una bella impepata di cozze.
Perché ne scrivo?
Semplice. Perché sono stufa di vedere le donne esposte come CARNE AL MACELLO: magra? no, facciamo grassa, dai… mettici pure l’osso buco che ci faccio il sugo.
Ma siamo ESSERI UMANI oppure TRANCI DI BUE appesi?
Ma siamo ESSERI UMANI oppure CENTIMETRI DI CARNE e basta?
La cosa assurda è che anche tra quelle che si reputano “femministe” ora circolano commenti tipo: “non è neanche propriamente grassa con cellulite (???)”
Scusate, care colleghe femministe, ma non siete quelle che gridano allo scandalo se le donne parlano di depilazioni? E poi mi state a soppesare la ciccia altrui e a verificare se ci sono i buchetti della cellulite?
Se anche le donne continuano a misurare-soppesare le altre donne, non si va davvero da nessuna parte. Rimaniamo qui, ferme sui calendari, a pensare alle donne come bamboline.
Concludo con la parte iniziale del mio monologo “CARO SIGNORE” dal libro EVA E ALTRI SILENZI, dedicato alle donne, viste come merce esposta in vetrina. Roba da zoo umano.
CARO SIGNORE
“Centimetri di carne.
Centimetri di capelli.
Centimetri di unghie laccate.
No, caro signore, io non sono solo quello.
Non mi guardi come se fossi un trancio di bue appeso al soffitto, nel negozio del macellaio.
Non mi guardi come se fossi una bambola gonfiabile o un manichino in vetrina.
Lo so che sono bella, ma la radiografia che mi sta facendo ora è davvero inquietante.
Certo, per lei caro signore, può pure essere divertente.
Del resto, se ho la minigonna, lei si reputa autorizzato a credere che io voglia abbordare qualsivoglia uomo possa incontrare sulla mia strada.
Ma io non voglio abbordare né lei, né nessun altro uomo.
Soprattutto in questo preciso momento in cui me ne sto qui, seduta su questo sporco sedile di una sporca metro, a pensare al fatto che sono stata licenziata due giorni fa, in tronco, da un tipo che è stato il mio direttore per anni e che pareva vedermi per la prima volta.
Mi ha detto buonafortunapertutto. Avrei voluto vomitargli addosso il mio odio, ma non l’ho fatto…”
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CONTATTI 23 luglio 2014: 37.129
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