E' il futuro, bellezza!
Come fai a rimpiangere il passato?
Le piazze sono storicamente oggetto di attentati; nei bar spacciano e nei parchi... E' pieno di maniaci!
Largo, dunque, al comodo carrello che avanza tra noi.
Inutile arroccarsi nella difesa di ricordi dalla fragranza ormai sopita.
Si potrebbe discutere per ore sulla passività dell'uomo (inteso come specie del regno animale) che predilige condurre la famiglia in un luogo sicuro, protetto e affollato in vece del piccolo alimentari sotto casa o del giardinetto in fondo alla via.
Quale la motivazione a scapicollarsi con altre migliaia di famiglie in cerca del prodotto in offerta adoprato come specchietto per le allodole?
Si arriva lì e si è convinti di condurre in porto l'affare della vita comprando il kg di pomodori pachino a un euro, mentre si esce col carrello pieno di paccottaglia inutile che spesso finirà col marcire in dispensa. E manco ti piacciono i pomodori pachino!
Chi ci guadagna da questi comportamenti compulsivi di massa?
La crisi ha un po' mascherato questo tipo di atteggiamenti: il consumatore è molto più accorto nel condurre in porto la manovra di spesa.
La depressione dei consumi è sotto gli occhi di tutti. Al pari di quella del consumatore.
Perché, allora, continuare a frequentare i centri commerciali?
La paura della solitudine è la risposta più plausibile.
Sono un luogo di ritrovo, abbiamo detto: anche qui ci si può divertire, dopotutto.
Puoi schettinare col carrello lungo le corsie del supermercato, per esempio.
Puoi socializzare con gli altri genitori che come te conducono i bimbi lì dentro anziché all'aria aperta: dopo averli collocati all'interno delle gabbie di rete, puoi allegramente cominciare a chiacchierare col tuo vicino, ricordandoti però di evitare il lancio delle noccioline.
Se sei single, invece, la permanenza nel centro commerciale assume ben altre tinte. Rosse.
Anzitutto puoi socializzare con le commesse, esteticamente apprezzabili per definizione.
Ma c'è di più. Nei momenti caratterizzati da minor ressa puoi trovare anche molte donne sole. Single? Mediamente sì: altrimenti starebbero in coppia a girare di negozio in negozio prediligendo questo tipo di tour al noiosissimo giro di mostre e musei.
Tacchinare uno splendido esemplare di femmina umana davanti al bancone frigo della carne fresca non ha prezzo! Ma si può perseverare nel tentativo anche fino alla cassa; e pure oltre, fino alla macchina lasciata nel garage. Basta fermarsi prima di essere considerato uno stalker!
Evitiamo poi di aggiungere problemi a problemi.
La ricerca della macchina nel parcheggio è pratica assimilabile alla ricerca del tesoro per Smigol!
In quale piano l'hai lasciata? in quale settore? Ma sei passato dall'entrata Est o dalla Sud? Nei momenti in cui ti sembra che la speranza stia per soccombere, cominci a vedere la macchina di quando avevi 18 anni o quella di un tuo amico: poi, in un baleno di lucidità, ricordi che di anni ne hai 40 e che sei venuto da solo, col meritorio proposito di rimorchiare!
Ma perché non ti segni mai il colore, la lettera e il piano? Non è che ogni volta devi aspettare che se ne vadano tutti per riappropriarti della tua vettura, eh!?
Fai il vago quando ti passa di fianco la preda puntata al bancone del pesce fresco, comodamente seduta sulla sua macchina... Lato passeggero... Ma... Oh, cacchio! Non era sola... Poco male... Ormai... In fondo, mi ha sorriso pure lui.
D'altra parte lei ammiccava... Girava sola... E poi... Ma come ti vesti per andare a fare la spesa? Eddai! Evidentemente lui non era un tipo geloso. E lei era una strappona!
Fortuna che poi avevo seguito fino in cassa quella più carina avvistata al reparto panetteria! Era sola di sicuro, almeno: ci siamo salutati in garage. Ormai tre quarti d'ora fa... Ma dove diamine l'ho lasciata la mia macchina blu?
Ecco il lampo di genio, finalmente! Non ci sono proprio sceso nel parcheggio sotterraneo: ho posteggiato fuori! A posto.
Tutto è bene ciò che finisce bene.
Se la società rinuncia al diritto di infliggere la pena di morte, subito si ripristina la difesa personale e la vendetta di sangue batte alla porta. - Johann Wolfgang Goethe