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cercando lei

Da Luci

lucca, 13 febbraio, “la manifestazione delle donne”.

entro nel corteo verso metà di via fillungo, immediatamente dopo il primo striscione. sono con delle (care) amiche, e con un microbimbo speciale di quasicinqueanni.

mi annoio un pochino a dire il vero, sempre il solito “se non ora quando… se non ora quando…” e brucio dalla voglia di avere qualcosa da sventolare, qualcosa da sbatacchiare o qualcosa da suonare. un po’ di sano casino, insomma, che mica siamo in processione.

comunque vedo la gente, tanta, sia con me che ai bordi della strada (ma che avranno mai da guardare, quelli “ai bordi della strada… mah!) e piano piano arrivo in piazza grande.

decido di ripercorrere il corteo a ritroso, per cercarla.

in effetti dopo qualche minuto che sono in piazza il corteo sta continuando a defluire, non ci sono abituata, è una sensazione strana, che si apre presto in un sorriso.

ma quanti siamo?

salmonando nel corteo incontro gli amici di sempre, mi chiamano da una parte e dall’altra, sorridono e mi abbracciano.

una collega, un’amica, una compagna di partito, una vecchia compagna di scuola, i loro mariti, i loro figli.

piano piano mi rendo conto. il corteo è enorme, lunghissimo. certo, per lucca, ma, come sento dire in giro: “se qui è così chissà cosa ci deve essere a roma, a milano, o a torino!”

e intanto lei non si vede, ma cercando, frugando, nei volti della gente per trovarla trovo ancora amici, persone che non vedevo da vent’anni, facce vecchie e facce nuove, una bimba con lisa simpson al collo e una trombetta in mano, una coppia di anziani signori che ridono contenti coi loro nipotini, ragazze per mano e famigliole di ogni dimensione.

e più scorro la gente e più mi viene da ridere, mi viene da urlare alla gente “ma lo sapete che siamo tantissimi? piazza grande è piena e voi non siete neancora arrivati!”

e alla fine la vedo, il mammuth, insieme a silvio e mimma, che ride anche lei e mi prende e mi abbraccia e ci si avvia saltellando.

e lei, come speravo, finalmente intona con me un coro che mi piace nel suo anarcodadaismo:

“sia-mo, le non-ne, di mu-ba-rak!”


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