Magazine Internet

Cercare globalmente, trovare localmente: Google usa la geolocalizzazione per affinare i risultati di ricerca

Da Kobayashi @K0bayashi

Gli ultimi mesi hanno visto una vera e propria impennata dei servizi di geolocalizzazione: da Google Latitude a Gowalla, da Foursquare al più recente Facebook Places, la rete è tutta un fiorire di aggiornamenti sulla propria posizione geografica per far sapere in ogni momento, ai propri contatti sui social network, dove siamo e cosa stiamo facendo in quel determinato posto. Funzionalità necessarie per lo più a riempire il flusso del proprio social stream, ma dalla scarsa reale utilità (almeno per come la maggior parte degli utenti le ha usate finora).

Non così dalle parti di Mountain View, dove Google ha deciso di mettere a frutto la crescente confidenza della massa di navigatori con la geolocalizzazione per andare ad affinare i suoi risultati di ricerca e renderli sempre più a misura di utente: e cosa c’è di più rilevante, spesso, della vicinanza geografica di quel che si sta cercando? E’ chiaro che il motore di ricerca deve essere in grado di elencare, solo per fare un esempio, tutte le lavanderie del pianeta, ma per l’utilizzatore finale sarà certo più importante sapere a colpo d’occhio quali di queste siano nel suo raggio d’azione.

google_geolocation

Per questo motivo Google sta pian piano implementando nella sua schermata (sul pannello di sinistra, sotto ai filtri) anche un sistema che in automatico individui la collocazione dell’utente sulla mappa del mondo per consentire all’algoritmo di restituire, per ciascuna keyword, una serie di risultati ordinati anche sulla base della maggiore o minore vicinanza geografica dei singoli elementi rispetto al dispositivo dal quale si sta effettuando la ricerca. Ciò che un tempo si poteva ottenere digitando nel campo di ricerca, oltre alle parole chiave, anche un’indicazione geografica più o meno particolareggiata, ora è invece di default in Google Search, col risultato di avere delle Serp più specifiche e centrate sull’obiettivo.

Anche Google può sbagliare, naturalmente, e quindi nel caso in cui la presunta località in cui il navigatore viene “incasellato” non dovesse essere quella reale quest’ultima può essere manualmente modificata dall’utente stesso cliccando su “Change location”: l’istruzione fornita al sistema può essere specifica come un codice postale o generica come uno Stato, con le differenze che ne conseguono. Tale opzione, eventualmente, in casi particolari può anche essere utile per ricontestualizzare una ricerca (ad esempio prima di un viaggio) e rimodularne il target sulla base del luogo di destinazione desiderato.

(via Google Official Blog)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :