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Cermis: una vergogna lunga 14 anni. Venti morti e nessuna condanna

Creato il 29 gennaio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale

Cermis: una vergogna lunga 14 anni. Venti morti e nessuna condanna
L’incidente del Cermis è una di questi. Una vera strage che il conduttore Letterman, contrariamente alla tragedia del Concordia, non ha mai trattato nei suoi sberleffi televisivi.
Sono le 15.13 del 3 febbraio 1998 quando un Grumman EA-6B Prowler, aereo militare Usa al comando del capitano Richard Ashby e con altri tre marine a bordo, trancia le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. 
La cabina, al cui interno si trovano venti persone, precipita da un'altezza di circa 80 metri schiantandosi al suolo dopo un volo di 7 secondi. Nella sciagura muoiono 19 passeggeri e il manovratore della funivia. Si tratta di tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese. 
Dopo l'incidente, l'aereo, decollato da Aviano per un volo di addestramento, riesce a fare ritorno alla base, nonostante sia danneggiato all'ala e alla coda. Il velivolo viene immediatamente messo sotto sequestro dai magistrati trentini, che trovano sulla struttura alcuni resti della fune tagliata, riuscendo così a dimostrare che l'impatto effettivamente c'è stato. 
I pubblici ministeri italiani chiedono di processare in Italia i quattro marine a bordo del Prowler, ma il gip di Trento, in forza della Convenzione di Londra del 19 giugno 1951 sullo statuto dei militari Nato, ritiene che la giurisdizione sul caso sia della giustizia militare statunitense. 
Cermis: una vergogna lunga 14 anni. Venti morti e nessuna condannaDei quattro a bordo del Prowler, solo il pilota e il suo navigatore, Joseph Schweitzer, compaiono effettivamente davanti al tribunale militare americano per rispondere dell'accusa di omicidio colposo. 
Nel marzo del 1999 la giuria assolve Ashby, provocando l'indignazione dell'opinione pubblica italiana ed europea. Le accuse di omicidio colposo nei confronti di Schweitzer nemmeno hanno seguito. 
I due militari vengono però giudicati colpevoli dalla corte marziale Usa nel maggio del 1999 per intralcio alla giustizia con l'accusa di aver distrutto un nastro video registrato durante il volo nel giorno della tragedia. 
Entrambi vengono degradati e rimossi dal servizio e il pilota, condannato anche a sei mesi di detenzione, viene rilasciato dopo quattro mesi e mezzo per buona condotta. 
Nel dicembre del 1999 il Parlamento Italiano approva una legge che prevede un indennizzo 4 miliardi di lire per ogni vittima per i familiari dei deceduti. 
In ottemperanza ai trattati Nato, il governo degli Stati Uniti risarcisce allo Stato italiano il 75% delle somme complessivamente erogate.

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