Genere: Storico (Giappone feudale), Azione, Drammatico
Avvertenze: Viulènza
Capitolo 2 di 4
Leggi il Capitolo 1
2
Sakura percepì la luce attraverso le palpebre e aprì gli occhi.
Rimase con la mente vuota per qualche secondo, poi cominciò a ricordare. Subito, si sforzò di muovere il braccio. Era ancora lì?
Il braccio c’era ancora, anche se muoverlo le faceva un male del diavolo. Si contorse per poterlo guardare, e vide che era stato bendato.
La porta si socchiuse, e Sakura istintivamente cercò la sua spada. La sua spada! Dov’era finita?
Per fortuna, il visitatore era solo il ragazzo del giorno prima. Tuttavia, Sakura non poteva sopportare l’idea di essere stata separata dalla sua spada; era un disonore, per un samurai.
“Ah, sei sveglia! Come ti senti?”
“Dov’è la mia spada?”
“Buongiorno a te,” disse il ragazzo, aggrottando la fronte.
“Scusa. Buongiorno. Dov’è la mia spada?”
Il ragazzo assunse un’aria esasperata e rassegnata insieme e indicò un punto in fondo alla stanza. Sakura cercò di alzarsi ma ricadde miseramente sui cuscini.
“Puoi portarmela qui, per favore?” chiese.
Il ragazzo andò a prendere la spada e gliela portò.
“Guarda che puoi stare tranquilla,” le disse mentre camminava verso di lei. “I ronin li abbiamo fatti fuori tutti.”
Appena fu a portata di mano, Sakura afferrò la spada con il braccio sano, ignorando il dolore che le provocava ogni minimo movimento.
“Non è per questo” disse, dopo avere messo la spada accanto a sé, sotto le lenzuola. “Un samurai non deve mai separarsi dalla sua spada.”
Suo padre arriva a svegliarla all’alba, ma Sakura è già sveglia. In realtà, stanotte praticamente non ha dormito. Oggi è il suo tredicesimo compleanno. Il giorno della cerimonia della consegna della spada.
“Oggi riceverai la tua katana,” dice suo padre. “Ricorda, un samurai non si separa mai dalla sua spada.”
“Sì, padre.”
“Da oggi sarai un vero samurai. Quando morirò, servirai tu il nostro Daimyo. Sei l’unica discendente della nostra famiglia, e perpetuerai la nostra stirpe. Non ha importanza che tu sia una donna. Da oggi, sarai prima di tutto un samurai.”
“Sarà un onore, padre.”
“Quindi è vero…sei un samurai?”
“A dire il vero, un ronin. Mio padre mi ha addestrata come un samurai, ma il Daimyo che la mia famiglia serviva, alla morte di mio padre, ha rifiutato i miei servigi. E così, sono rimasta senza padrone.”
“Ma perché?”
Sakura si rabbuiò.
“Perché sono una donna,” rispose. “Così, sono diventata un ronin. Mi sposto continuamente, mi fermo quando trovo un ingaggio e poi riparto.”
“Uh…che genere di lavoro?”
“Secondo te?” Sakura sogghignò. “Sono un guerriero addestrato per uccidere!” Guardò la faccia del ragazzo, poi scoppiò a ridere. “In realtà in genere mi offro come guardia del corpo o capo delle guardie di qualche villaggio. Coordino le difese, addestro gli abitanti. Cose così. Poi, quando sono in grado di fare da soli, me ne vado e cerco qualcos’altro.”
“Come hai fatto ieri. Potresti fermarti qui. Difendere questo villaggio.”
“Perché no? Se me lo chiedono. Prima, bisogna vedere se guarisco. Un ronin con un braccio solo vale poco.” Fece una smorfia.
“Se ti riposi e non fai stupidaggini, guarirai presto. Ti ho medicato io. Hai perso molto sangue, ma la ferita è pulita. Si sta rimarginando bene, senza infezioni.”
“Sei un medico?”
“Sono uno che si sa arrangiare. Mi chiamo Daisuke.”
“Io Sakura.”
“Sai perché ti ho chiamata Sakura?”
Sakura scuote la testa. Le piacciono questi momenti di intimità con il padre, alla fine di una lunga giornata di allenamenti.
“Perché il sakura, il fiore di ciliegio, è il simbolo della nostra casta. Quando i fiori ricoprono i rami, è uno spettacolo grandioso, come un samurai quando è all’apice della sua potenza. Ma basta un po’ di vento per fare cadere tutti i petali, come basta un solo colpo di spada per fare cadere il più maestoso dei samurai. Tuttavia non devi temere la morte in battaglia, Sakura: per un samurai, è l’unica morte onorevole.”
Sakura pensa che lei la morte la teme eccome, in battaglia o altrimenti, ma fa cenno di sì con la testa.
“Ricorda,” continua il padre. “Tra i fiori il sakura, tra gli uomini il samurai.”