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La Juve rivoluzionata di Antonio Conte esce sconfitta dal Bernabeu nonostante una buona prestazione, rovinata poi dal maldestro cartellino rosso rifilato dal direttore di gara a Giorgio Chiellini. In rete prima Cristiano Ronaldo dopo appena 4’, a cui risponde Fernando Llorente e infine ancora Ronaldo chiude la partita con un rigore abbastanza dubbio.
Antonio Conte si presenta a Madrid rivoluzionando la sua Juventus: via il 3-5-2, dentro il 4-3-3 con Buffon in porta, Caceres (uno dei migliori in campo), Barzagli, Chiellini e Ogbonna in difesa, Pogba, Pirlo e Vidal in mediana e Marchisio, Tevez e Llorente sulla linea degli attaccanti. Carletto Ancelotti, invece, si presenta con l’11 tipo composto da Casillas in porta, Arbeloa, Pepe, Ramos e Marcelo in difesa, Illarramendi e Khedira a centrocampo, Di Maria, Modric e Ronaldo sulla trequarti e Benzema in attacco.
Appena il tempo di fischiare il calcio d’inizio che Claudio Marchisio fa capire a tutti che Real Madrid-Juventus non è una partita normale: palla sulla trequarti per il centrocampista che punta la porta e lascia partire un destro velenoso a cui Casillas, però, risponde bene. Al 4’, cambia già il match: Di Maria salta Pirlo e Vidal al limite dell’area e serve un cioccolatino per CR7 che lo scarta proprio evitando Buffon e insaccando in rete. Dopo il vantaggio “blanco” è la Juve a salire in cattedra: i bianconeri mettono in mostra un calcio e un’organizzazione di gioco come poche se ne vedono anche in Europa. Al 15’ è Carlos Tevez a provarci senza però inquadrare la porta, al 16’, invece, è Martin Caceres a calciare al volo ma la palla finisce a lato. Al 17’ l’azione bianconera è da urlo: duetto tra Pogba e Llorente, con il francese che chiude il triangolo con lo spagnolo il quale cerca di servire la sponda all’accorrente Tevez, ma il colpo di testa dello spagnolo è impreciso e finisce preda di Iker Casillas. Al 20’ l’Apache fa mancare il respiro a tutto il Bernabeu con un tiro a giro, dopo un gran numero su Di Maria, che termina di un soffio alto sopra la traversa. Al 22’ la Juve raddrizza la partita: palla sulla destra per Caceres, cross sul secondo palo per la testa di Pogba, salvataggio sulla linea di Casillas e tap-in vincente del “Rey Leon” Fernando Llorente per il momentaneo 1-1. Dopo appena 5’, il Real mette di nuovo la testa avanti con un calcio di rigore trasformato da Ronaldo per una trattenuta di Chiellini su Ramos. Al 32’, è Pirlo che potrebbe pareggiare di nuovo il match, ma il centrocampista azzurro arriva sulla palla col passo e lungo e svirgola da due passi. Al termine della prima frazione i numeri parlano chiaro: 55% il possesso palla bianconero, 10 i tiri in porta contro i 3 dei “Blancos”, ma risultato a favore dei madrileni.
Al rientro in campo dopo la sosta del primo tempo arriva una vera e propria doccia fredda per i bianconeri: Ronaldo prende palla sulla destra, cerca di saltare Chiellini in velocità, il difensore si frappone tra uomo e pallone e allarga il braccio per prendere posizione, ma è proprio il braccio del bianconero che va a sfiorare il volto del portoghese il quale si lascia cadere piuttosto facilmente. Per l’arbitro non ci sono scuse e sventola un cartellino rosso che ha a dir poco dell’incredibile, poiché sia la gravità del fallo, sia il tipo di azione (chiara azione da gol secondo il direttore di gara) non lo richiedevano assolutamente. Dopo l’espulsione la partita cambia, il Real tiene il possesso palla ma non si dimostra mai in grado di poter affondare nella difesa bianconera. La Juve, da parte sua, fa quadrato, chiude bene tutti gli spazi e riparte in contropiede mettendo sempre in difficoltà la retroguardia “merengue”, nonostante l’uomo in meno. Al 69’ uno spento Ogbonna lascia il posto a Sebastian Giovinco; la “Formica atomica” entra subito in partita prima con un destro rasoterra sventato da Casillas, poi con una bella percussione sulla sinistra su cui non riesce a trovare il tempo per battere a rete. La partita si chiude con i fischi del Bernabeu verso la propria squadra e i crampi commoventi di un Arturo Vidal esausto.
La Juve lascia Madrid con una sconfitta ma con la consapevolezza di aver dominato i “Galacticos” per lunghi tratti della partita e con un cambio di modulo che non potrà far altro che bene alla squadra, donandole quell’imprevedibilità che ormai il 3-5-2 non garantisce più.