10 GENNAIO – Chapeau! Giù il cappello signori davanti a questo Verona che non finisce di stupire. La truppa di Mandorlini ha ripreso il discorso dove lo aveva lasciato prima della sosta natalizia, ovvero con una bella ed esaltante vittoria. A dicembre a farne le spese era stata la Lazio mentre nel match dell’Epifania identica sorte è toccata all’Udinese, sconfitta al Friuli per tre a uno. Credetemi, vincere ad Udine non è mai stato facile per nessuno, ecco quindi perché la vittoria di Maietta & c. assume contorni decisamente importanti. I gialloblù hanno disputato una prova autoritaria e convincente dimostrando di essere sulla buona strada del tanto auspicato salto di qualità. In campo si è vista una squadra ancora una volta compatta e organizzata – in questo la mano di Mandorlini è fuori discussione – capace di difendersi con molta attenzione e pronta a colpire con rapide e ficcanti ripartenze. Nella prima frazione di gara – terminata sul punteggio di due a uno per i veronesi – è salito in cattedra Luca Toni. Il bomber gialloblù, al nono sigillo stagionale e per di più senza rigori, è stato il vero mattatore con due reti di pregevole fattura e con una terza sfiorata di poco. E’ veramente incredibile il rendimento di questo “giovanotto” giunto in riva all’Adige alla soglia delle 37 primavere. Talmente stupefacente che oltre ad essere diventato pedina inamovibile dello scacchiere gialloblù, ha iniziato ad attirare anche l’attenzione di mister Prandelli, al punto che non è da escludere, in vista del prossimo mondiale brasiliano, un suo clamoroso ritorno nel giro azzurro. E’ addirittura dalla porta principale!! Ma se nel primo tempo i complimenti spettano di diritto a Toni, nella ripresa la luce dei riflettori è senza dubbio per mister Mandorlini, che con il cambio degli esterni – Iturbe e Gomez in sostituzione di Martinho e Jankovic – ha trovato le giuste contromisure per far volgere la partita a proprio favore. Mentre Gomez, grazie alle sue migliori doti di copertura, ha chiuso a doppia mandata la corsia percorsa nel primo tempo da Basha – uno degli uomini più pericolosi ed in forma di Guidolin – il giovane talento argentino, grazie alle sue indubbie doti di velocità, ha iniziato a mettere in apprensione la retroguardia friulana fino a segnare la rete del tre ad uno al termine di una straripante azione di contropiede. In tutto questo Di Natale & c. ci hanno capito poco o nulla, visto che quasi mai hanno dato l’impressione di poter quantomeno riaprire l’incontro. Ma la vera forza di questa squadra è quella di essere un gruppo forte e coeso – anche qui i meriti di Mandorlini sono evidenti – dove tutti remano dalla stessa parte, siano essi in campo o in panchina. E queste qualità, accompagnate alla consapevolezza dei propri mezzi, rappresentano senza dubbio quel valore aggiunto che consente di giocare con personalità e autorevolezza, qualunque sia l’avversario di fronte. Come abbiamo già detto la strada intrapresa è quella giusta anche se non dobbiamo mai dimenticare che l’obiettivo rimane quello dei 40 punti. Solo raggiunta questa soglia, infatti, si potrà eventualmente pensare di alzare l’asticella. Vietato quindi lasciarsi distrarre da facili o forse anche giustificate emozioni, è ancora presto.
Andando infine a scomodare la cabala – giusto per rimanere in tema – scopriamo che l’ultima vittoria esterna in serie A del Verona in terra friulana risale addirittura al 10 febbraio 1985 – quasi 30 anni fa – nella stagione dello scudetto. Ma questa, badate bene, è proprio tutta un’altra storia…
Enrico Brigi
twitter: @enrico_brigi
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