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Charles Dickens e Henry Mayhew: un doppio bicentenario ignorato (in Italia).

Creato il 09 febbraio 2012 da Emilia48

Charles Dickens e Henry Mayhew: un doppio bicentenario ignorato (in Italia).

Henry Mayhew (1812- 1887)

Charles Dickens e Henry Mayhew: un doppio bicentenario ignorato (in Italia).

Charles Dickens (1812 – 1870)

Charles Dickens e Henry Mayhew nacquero entrambi a Londra ed entrambi nel 1812 ed entrambi avrebbero avuto un ruolo decisivo come scrittori nella cultura vittoriana, seppure in modo diverso.  Non solo si conoscevano, ma l’opera di Dickens fu fortemente influenzata da quella di Mayhew, anche se in Italia non lo sa nessuno.

Mayhew ebbe una vita movimentata ed avventurosa. Da ragazzo fuggì da scuola e si imbarcò su una nave diretta a Calcutta. Visse lontano dall’Inghilterra alcuni anni, tornò, divenne avvocato, iniziò a scrivere come giornalista  e fu uno dei due fondatori del gloriosissimo Punch. Scrisse romanzi di successo, commedie e articoli, ma il suo nome, famosissimo, è legato a un’opera che precorre si molto i tempi, sia per l’oggetto che per il modo in cui fu redatta. Parlo di London  Labour and the London Poor, pubblicata prima in tre volumi nel 1851 e successivamente in quattro volumi nel 1861-62,  che raccolgono  l’enorme mole di materiale pubblicato negli anni precedenti sotto forma di  articoli sul Morning Chronicle.

Come tutti sanno, le opere di Dickens costituiscono un affresco spesso terribile della Londra vittoriana.  La vita miserabile dei poveri, gli orrori delle case di lavoro o dei vicoli del West End, lo sfruttamento del lavoro minorile, l’abbrutimento, le malattie e della mancanza di ogni servizio sanitario per i diseredati, fanno a volte credere, al lettore che non possegga una conoscenza più approfondita degli strati più deprivati della società vittoriana, che Dickens abbia calcato la mano. Ma è vero l’opposto.

Dickens aveva una conoscenza diretta delle durezze di quel mondo, poiché da bambino, insieme  alla sua famiglia aveva dovuto sopportare un anno di internamento in una prigione per debitori a causa dei rovesci economici del padre.

Ma la vera fonte del materiale che Dickens usa per la sua rappresentazione di una società feroce e impietosa con i meno fortunati, è questa incredibile opera di Mayhew.

Charles Dickens e Henry Mayhew: un doppio bicentenario ignorato (in Italia).

Prostituzione. Illustrazione originale del testo di Mayhew 

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Jack Black, Her Majesty’s ratcatcher. Ill. originale nel testo.

La Londra del 1840 è una megalopoli popolata da una  ricchissima alta borghesia, da una ricca media borghesia,  da una nutrita middle class, da una enorme working class e da un’ancora più enorme folla di diseredati, di disoccupati e senza fissa dimora, spesso immigrati da ogni parte d’Inghilterra e d’Europa. Londra ha già l’aspetto e i problemi di una megalopoli contemporanea.

Mayhew è forse uno dei primi veri sociologi della storia, poiché nessuno prima di lui si era messo a girare con occhio di attentissimo osservatore e cronista per le strade di una grande metropoli dell’era industriale a scrutare, interrogare, classificare e annotare con precisione maniacale i mille lavori e mestieri con cui la gente della working class e i poveracci sopravvivevano di giorno in giorno.   Spazzacamini, mendicanti, venditori di cibo, proprietari di banchi del mercato, acquaioli, lustrascarpe, prostitute, ladri, borseggiatori, truffatori, lavandaie e persino i mudlarks (gente che frugava tra i fanghi puzzolenti delle rive del Tamigi in cerca di oggetti) o quelli che raccattavano gli escrementi dei cani da vendere ai tintori di tessuti e  molto altro, sono sottoposti ad interviste (sì, proprio delle vere interviste) che poi, nel quarto volume aggiunto, concorrono a fornirgli delle rigorosissime statistiche da lui maniacalmente redatte.  Mayhew annota con rigore i gerghi usati dalle varie categorie, le espressioni tipiche, l’argot dei ladri e borsaioli, e poi le loro abitudini, gli stili di vita, i guadagni, le convinzioni religiose.

Dichiara di dividere la totalità dei poveri in tre distinte fasi della loro esistenza: quelli che lavoreranno, quelli che non possono lavorare e quelli che non lavoreranno.

Tutto annota e nulla sfugge. Ma l’aspetto davvero rivoluzionario, è che a un certo punto Mayhew ingaggia una serie di persone che vadano in giro per lui a sottoporre i suoi questionari e che istruisce rigorosamente sul metodo con cui intervistare le persone, come e quando e in che modo.

Le sue descrizioni delle scene di strada sono non raramente all’altezza di certe descrizioni dickensiane e infatti moltissimo del materiale che Dickens usa in Oliver Twist, Nichoals Nickleby, Our Mutual Friend per fare alcuni esempi è direttamente attinto da qui e ovviamente rielaborato.

Nel gran numero di articoli pubblicati in Italia per il bicentenario di Dickens, si sono scritte molte cose interessanti, ma alcune davvero superficiali e poco informate, come nell’articolo di Giuseppe Fiorentino sull’Osservatore Romano.

http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/cultura/2012/031q01-Duecento-anni-fa–il-7-febbraio-1812–nasce.html&title=Geniale%20Charles&locale=it

dove Fiorentino arriva ad affermare che Dickens non approfondisce la psicologia dei suoi caratteri, ma ne fa delle maschere in cui ci si può riconoscere (!) o che “lo scopo dei suoi romanzi non è la descrizione verista o la  denuncia sociale contingente”.  Ma davvero? Prima di fare certe affermazioni sarebbe consigliabile documentarsi meglio, sia su Dickens che sulla società vittoriana.

(C)2012 Francesca Diano RIPRODUZIONE RISERVATA



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