Ciononostante Re Giorgio III ne rimase profondamente deluso. Era abituato a donne bellissime come la quacchera Anna Lightfod, da cui sembra avesse avuto più di un figlio o Sara Lennox, la figlia del Duca di Richmond e invece doveva sposare quella ragazza che ora si trovava di fronte, piccolina, dal viso scialbo e senza alcuna espressione. Di sicuro tutte le meraviglie che gli avevano raccontato sulla sua intelligenza e la sua cultura dovettero, sul momento, lasciarlo abbastanza indifferente mentre, alla suocera, Charlotte risultò subito antipatica, ma questo era da considerare normale, perché era gelosissima di tutte le donne che si avvicinavano al figlio.
Le premesse non erano delle migliori, ma poi le cose fra i due giovani si aggiustarono. Ebbero quindici figli e Re Giorgio, nonostante le sue scapestrate abitudini giovanili, sembra che non abbia mai tradito la moglie. Avevano uno stile di vita semplice, tanto che il re affettuosamente lo chiamavano il “re contadino” e per far giocare e crescere all’aria aperta tutti quei ragazzini, non si fecero problemi perchè li portarono ai Kew Gardens, lo splendido orto botanico sulle rive del Tamigi, oggi protetto dall’Unesco e di cui Charlotte era appassionata. Lì fecero costruire la “Dutch House” come Nursery reale, una semplice struttura di mattoni, nota come Kew Palace che, assieme al Queen Charlotte Cottage è tuttora di proprietà della famiglia reale. Così noto era, ai suoi tempi, l’amore della Regina per la botanica, che le vollero dedicare anche uno splendido fiore appena arrivato dal Sud Africa, la “Strelitzia Regina”, nota anche come Uccello del Paradiso.
Non furono lieti gli ultimi anni della Regina. La perdita della figlia Amelia e la malattia del marito erano degli enormi dolori, sia pure attenuati dalla pace che l’Inghilterra stava ritrovando, ma c’era anche l’amarezza per quel figlio Reggente, il futuro Giorgio IV che sembrava aver rinnegato tutti gli insegnamenti di sobrietà ed etica che, per i suoi genitori, erano stati lo stile di vita. Stravagante, mondano, amico di tutti i “dandy” di Londra, amava l’arte e i divertimenti, spendeva in modo eccessivo ed era sempre pieno di debiti… Eppure fu proprio questo “ragazzaccio” che riuscì a rendere più dolci gli ultimi anni di Charlotte… Tutto successe perché dopo la caduta di Napoleone molti politici e aristocratici al seguito, furono costretti o preferirono andarsene dalla Francia… E non solo loro. Capitò anche ai grandi cuochi … come Babette o Marie-Antoine Careme! Aveva lavorato per Talleyrand e per Napoleone, per i quali curava i pranzi degli incontri internazionali…Aveva inventato quelle elaboratissime preparazioni di pasticceria alte più di un metro che usava come centri tavola coloratissimi e poi aveva capovolto tutto e si era r riciclato su una cucina più raffinata e genuina, alla svolta del secolo. Un personaggio così non poteva sfuggire a quell’ esasperato esteta che era il Principe Reggente di Inghilterra che lo volle con sé.
Ma fu per la Regina dai gusti modesti e dal cuore addolorato che Careme volle dare il meglio. Sapeva che la pianta preferita da Charlotte era quella del melo e allora rielaborò un dolce contadino, probabilmente un pudding fatto di pane raffermo farcito di frutta e dedicò alla Regina una torta che, nella sua semplicità e nella sua raffinatezza, ha sfidato i secoli!
INGREDIENTI: Burro 70 grammi, latte fresco 150 ml, brandy o cognac 50 ml, zucchero semolato 50 grammi, scorza grattugiata di 1 limone, i bustina di vanillina, confettura di albicocche 200 grammi, mele renette 1 Kg, cannella in polvere 1 cucchiaino, savoiardi 250 grammi.
PREPARAZIONE: Sbucciate le mele, privatele del torsolo e tagliatele a fettine dello spessore di 3 millimetri. In una padella grande fate sciogliere 50 grammi di burro a fuoco moderato, aggiungete le mele e sfumatele con il brandy.
In una ciotolina mettete lo zucchero, la vanillina e la cannella poi uniteli alle mele mescolando per amalgamare. Grattugiate la scorza del limone e continuate la cottura mescolando di tanto in tanto fino a quando le mele si sfaldino, aggiungendo se necessario un poco di acqua. A cottura ultimata mettere la padella da parte.
Imburrate e ricoprite con carta da forno una tortiera dai bordi alti e del diametro di circa 18 centimetri. Prendete i savoiardi e tagliate una delle estremità affinché, una volta messi ritti sul bordo della tortiera, arrivino a 3 centimetri circa del bordo superiore. Bagnateli leggermente nel latte e disponeteli lungo il perimetro della tortiera, riempite il fondo con i pezzetti di savoiardi avanzati, senza buttare quelli che avanzano.
Riprendete ora il composto di mele e uniteci 150 grammi di confettura di albicocche, mescolate e versate il tutto nella tortiera.Livellate la superficie della charlotte con un coltello, cospargete con i savoiardi rimasti e sbriciolati, quindi fate sciogliere il restante burro e versatelo in modo uniforme sulla torta.
Infornate in forno pre – riscaldato a 180°C per circa 35 minuti. Estraetela torta dal forno e rovesciatela su una gratella poi capovolgetela su un piatto da portata. Rimuovete la carta da forno e rivestite il dolce con la confettura di albicocche residua passandola prima al setaccio. Servite il dolce tiepido.
E’ giusto aggiungere che, con l’andar del tempo, la Charlotte ha avuto molte varianti, sia nella farcitura che nella rivestitura. Molte di loro sono ottime e vale la pena di provarle anche se abbiamo preferito darvi la ricetta più vicina all’originale.