
Siamo certi di sapere che cosa sia la chiarezza di un testo?
Uno degli autori da leggere (ormai lo sai bene cosa sto per scrivere, vero?) è Georges Simenon e il suo commissario Maigret. La ragione: produce sempre testo chiaro. Ovvio che anche il traduttore svolga egregiamente il suo compito. Ma solo perché la materia prima è già di ottima qualità.
La faccenda della chiarezza riguarda un po’ tutti, e non solo chi scrive storie più o meno lunghe. Anche i post di un blog devono sfoderare una simile qualità altrimenti il lettore, che va di fretta, che non ha voglia di leggere cose troppo complicate, se ne andrà. Con migliaia di alternative a un clic di distanza, per quale motivo perdere tempo su qualcosa di involuto?
Una definizione di chiarezza
Innanzitutto: che cosa significa che un testo è chiaro?
Che si legge bene, ecco la tua risposta.
No, la faccenda è un poco più complicata di così, in genere tutte le cose che hanno a che fare con la realtà sono complicate (quindi non c’è nulla di davvero semplice), e le parole, che fanno da ponte tra il mondo e noi, non possono essere semplici.
Come dicono gli esperti, la chiarezza è una qualità relazionale. Vuol dire che non esiste un testo semplice o complicato, ma tutto dipende dalla relazione che si crea tra autore e lettore.
Queste frasi che stai leggendo appariranno chiare a te (almeno lo spero), ma ad alcuni no. Infatti il lettore si avvicina a un testo con il proprio bagaglio culturale, fatto di interessi, obiettivi, il livello di istruzione, le conoscenze specifiche sull’argomento che viene trattato, e via discorrendo.
Il lettore sembra uno che sta lì, e legge: in realtà è molto più attivo di quanto si creda. La lettura prevede un’interpretazione del testo che ha come fine ricavarne il senso (insomma: capire). È come se il tuo testo fosse una specie di puzzle: solo che è da rifare. E questo compito spetta al lettore, e lo farà (se lo farà), ricorrendo alle proprie abilità e capacità.
