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Che cos’è la trama?

Da Marcofre

Che cos’è la trama?

Di solito si risponde a questa domanda con l’affermazione generica (forse troppo) che dice: le cose che accadono, e si sviluppano nel corso della storia.

Ne siamo sicuri? O forse comprende anche altri elementi fondamentali?
Certo, deve accadere qualcosa al protagonista, e questi in qualche maniera deve reagire, modificare forse il suo pensiero. Ma non è solo questo, secondo il buon John Gardner.

“Trama” è qualcosa di molto di più. È l’ambientazione tanto per cominciare, e poi l’atmosfera che vi si respira. Certo l’azione (niente di spettacolare: anche riuscire a salire le scale è azione). E pure i personaggi. D’altra parte dobbiamo ricordare il significato di “trama”.

Si tratta infatti di una struttura, e come tale non c’è un solo elemento, ma più di uno. Devono esserci tutti? Non credo. Un racconto dello scrittore svedese Torgny Lindgren (contenuto nella raccolta “Il pappagallo di Mahler”) racconta di un vecchio che… Sale una scala.

Che c’è di più banale? Non saprei, ma in realtà non è necessario scrivere di avventure straordinarie, ma osservare le piccole cose, quello sì. E sono piccole solo perché siamo stati educati a considerare importanti Pericle e Artaserse, Napoleone o Adenauer. E tutto quello che è al di sotto di essi è spazzatura. Ma noi siamo proprio al di sotto di costoro, vero?

La vita è piena di cose che chiamiamo banali perché abbiamo la testa piena di idee bislacche, e queste ci dicono che conta solo il grande numero. La grande azione. La grande emozione. Il grande personaggio, eccetera eccetera.

Niente di più fasullo, perché ci impedisce di vedere la realtà e ce ne restituisce un’altra iperbolica. Fantastica.

Perfetta per la società della comunicazione di massa, imperfetta e pericolosa se si vuole scrivere e fare sul serio. Non è un caso se buona parte degli autori consiglia di stare distante dalla televisione. Non perché sia il grande satana (o forse sì?). Ma perché lì finiscono solo le cose eccezionali. E se non ci si abitua ad allenare l’occhio alle piccole cose, se non si impara il linguaggio della realtà (la televisione non mostra la realtà, ma solo la sua superficie) non si realizza nulla di interessante.

Per liberarsi da questa stortura è buona norma tacere di più. Frequentare la scuola del silenzio.


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