Negli ultimi anni, sopratutto tra fine 2011 e metà 2012, uno dei termini più usati da politici e media, almeno in Italia, è indubbiamente “spread”. Fin a poco tempo fa la stragrande maggioranza degli italiani non l’avevano mai sentito pronunciare e sembra quasi che il buon Mario Monti, d’un tratto, l’abbia innestato nella nostra mentalità e tradizione. Oramai, infatti, tutti conoscono fonicamente questa parola ma, pur essendo il vocabolo più pronunciato degli ultimi tempi, il 70% della popolazione (ci metto la mano sul fuoco) non ha la minima idea del senso quantomeno denotativo di questo termine. I motivi per i quali la maggior parte degli italiani non sappia minimamente cosa sia questo vocabolo sono molteplici e sotto il naso di tutti. Vanno dalla pigrizia, alla poca volontà, al desiderio di rimanere dei caproni ignoranti, fino ad arrivare all’ormai celebre frase che denota tutto ciò da me indicato in precedenza: “Pozzu lejiri jornali!?” (frase pronunciata nel mio dialetto locale che vuol dire letteralmente “posso leggere giornali!?”). Comunque sia, nelle prossime righe, andremo ad approfondire il significato del termine “spread” e ciò che, in realtà, esso sta ad indicare.
Che cos’è - Lo spread è un numero che sta ad indicare un differenziale. In finanza, il termine spread può significare molte cose, ma quando ne sentiamo parlare in questo periodo è per esprimere la differenza tra due tassi di interesse, ossia quelli sui titoli pubblici. Naturalmente, di tassi sui titoli pubblici ce ne sono di vari tipi. Quelli che però ci interessano maggiormente sono i Bund tedeschi (i titoli di stato decennali tedeschi utilizzati come riferimento) e i nostri BTP decennali (Buono del Tesoro Poliennale che rappresenta un certificato di debito emesso dallo Stato Italiano). Lo spread, in sostanza, è la differenza tra i due tassi sopraindicati, ossia il divario tra BTP e Bund a 10 anni.
Spread BTP Bund in tempo reale
Come si calcola? - Si prende un BTP a 10 anni, se ne calcola il rendimento a scadenza, si fa la medesima cosa con il Bund tedesco e, in seguito, si fa la differenza tra i due valori ottenuti. In altre parole, se il risultato di questo calcolo, ossia il rendimento, è alto, si alza anche il pericolo che, alla scadenza, l’emittente non rimborsi il capitale. Detto questo, è facile capire perché, se lo spread sale ci si preoccupa, mentre se scende no. Tutto ciò influisce molto sui mercati internazionali che vedono con un occhi diverso il nostro titolo di stato, essendo più a rischio di quello tedesco. Inoltre, quando lo spread Bund BTP aumenta, i nostri titoli di Stato perdono prezzo e, quindi, i mercati li percepiscono come pericolosi e, naturalmente, non li acquistano. Questo giustifica tutta l’attenzione che, negli ultimi anni, c’è attorno alla questione.
Fonte: Webeconomia.it - Wikipedia