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Che cosa fare di tutte queste parole

Da Marcofre

Qualche giorno fa in un post, scrivevo che avevo deciso di verificare di persona se l’affermazione di un’agenzia letteraria, fosse veritiera.

Parlo di oltre 10 anni fa, e l’agenzia è Grandi & Associati. Nei loro confronti non posso dir nulla di male, anzi. Mi scrissero (una lettera di carta, a quei tempi il Web era roba da carbonari), che al di là delle qualità, occorreva fare i conti coi grafici, col mercato.
Insomma: se non sei appetibile, l’editore non ti vuole.

Per questa ragione, smisi di scrivere. Erano anni che lo facevo, strappando al mio poco tempo libero ore e ore per ottenere cosa? Un bel nulla.
Però il Web è esploso. Forum siti, blog, e chi più ne ha più ne metta. Ebbene sì, lo confesso: lo scopo di questo blog è (anche), di verificare se esiste un pubblico.

Non credo che lo scrittore debba pretendere grandi tirature e recensioni su importanti quotidiani o riviste letterarie. No, nemmeno di andare in televisione.
Se costui ha fiducia in se stesso, per prima cosa deve trovare la sua voce; poi il suo pubblico. Attenzione: molti potrebbero immaginare grandi numeri, folle oceaniche. Niente di tutto questo.

Uno dei punti a favore della Rete è di mettere chiunque nelle condizioni di trovare, la propria nicchia; o almeno provarci.
Parliamo di pochi numeri. Di grande impegno. Di un obiettivo solido e ambizioso: dire alla gente quello che non vuole sentire (e qui mi ripeto per l’ennesima volta, citando Orwell, lo so).
Raccontare storie, svelare la faccia nascosta della realtà.

Soprattutto creare una rete di relazioni, rendere la parola non un elemento di successo, ma di cambiamento. Farne uno strumento per rendere le cose, migliori.
Perché siamo assediati dalle chiacchiere, che non conducono da nessuna parte.


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