Che cosa insegna la sindacalista dei tessili

Da Brunougolini
Lei è stata definita una “sindacalista pragmatica”. Non da un giornaletto qualsiasi, ma nientemeno che dal “Wall Street Journal” nel 2006. Ora è uscito un suo libro “Il futuro è di tutti, ma è uno solo”, Ediesse. E’ stato presentato a Milano da: Susanna Camusso, Pierluigi Bersani, Emma Marcegaglia, coordinatore Ferruccio De Bortoli. L’autrice è Valeria Fedeli. E un po’ la storia della sua esperienza alla guida dei lavoratori tessili Cgil, ora confluiti nella Filctem (con chimici e lavoratori dell’energia).  E’ anche il racconto di come operai, impiegati e imprese possano affrontare la globalizzazione. Merito solo della presenza “pragmatico-riformista” di Valeria? E’ lei stessa a spiegare, nell’intervento alla presentazione milanese, come nell’aspra vicenda che ha investito i tessili non abbia mai incontrato un imprenditore che disconoscesse il ruolo del sindacato. Sono stati anni di trattative dure, ha ricordato Susanna Camusso, ma senza alcun ultimatum.  E’ difficile, ha aggiunto  Valeria, stare nel cambiamento, con persone in carne ed ossa chiamate a sopportare costi pesanti. Lo puoi fare se hai di fronte un imprenditore serio che non usa la crisi e non sceglie un modello autoritario. Un riferimento al caso Fiat.
Nel libro si trova l’eco d’un percorso non facile. Come nel ricordo di un’assemblea a Vercelli, con gli operai che chiedevano divieti italiani per i concorrenti esteri o consideravano nemici i lavoratori di altri Paesi. Qui emergeva il ruolo del sindacato, nel sostenere la necessità di uscire dalla negazione ostile e dalla chiusura difensiva e affrontare la sfida del cambiamento. Proponendo un equilibrio tra i valori della competizione  e quelli sociali, coniugando mercato e diritti, puntando sulla “qualità sociale del lavoro”. Con regole da estendere nel mondo, affinché ovunque possa affermarsi un lavoro dignitoso,  retribuito in modo accettabile  e negoziabile. Nel concetto di qualità del prodotto deve e può starci il rispetto dei diritti dei lavoratori, della loro salute, dell'ambiente.  Così un settore che negli anni 70 – lo ha ricordato De Bortoli – era dato per morto, ha mantenuto la produzione, sia pur riducendo i livelli occupazionali.
Certo in questo settore ha influito anche una cultura imprenditoriale e sindacale di vecchia data. Come non ricordare i nomi di Giancarlo Lombardi e Guido Artom tra i primi e Nella Marcellino, Lina Fibbi, Sergio Garavini tra i secondi? Il libro di Valeria però incrocia altri nodi del presente: il welfare della persona e non del posto, le donne, i precari non tutti eguali, la formazione continua, l’Europa, i giovani. E proprio a un giovane si è affidata nella stesura del volume, Paolo Guarino, uno studioso affermato, figlio di uno scomparso stimato dirigente della Cgil: Edoardo Guarino. Una specie di passaggio delle consegne.

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