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Che cosa significa gestire un blog?

Da Marcofre

Uno degli aspetti più sottovalutati è la forza che un blog può avere; a condizione che si rispettino alcune regole molto semplici.

  1. Devi crederci.

    Il fatto che sia gratis e non costi un Euro la sua manutenzione, non vuol dire che puoi gestirlo come fanno i politici quando si avvicinano le elezioni. Sbarcano in forze su Facebook o Twitter, con l’intento di dialogare, certo. Ma poi lo lasciano morire. Se lo apri, devi esserci. Restarci. Non basta “occupare” una postazione, devi rendere la tua presenza di valore. Oppure lascia stare.

  2. Ci vuole tempo.

    Non pensare che sia sufficiente buttar dentro un po’ di roba scritta a casaccio; soprattutto se si tratta di libri, e desideri instaurare un dialogo coi lettori. Le persone hanno un fiuto eccezionale per capire se vuoi solo vendere, oppure anche condividere. Nel primo caso, ti lasceranno solo. Nel secondo, inizieranno a riflettere su quello che proponi o dici.

  3. Scrivi con in testa il lettore.

    Devi farlo sempre. Di sicuro, il blog può rappresentare una palestra interessante. Perché se non agisci così, non troverai nessuno che viene a farti visita. Allora inizierai a chiedertene la ragione. Ti guarderai attorno, comincerai a chiedere, a interrogarti. Lentamente, capirai che il tuo ombelico interessa solo te, e nessun altro. Probabilmente, da questo trarrà giovamento anche la tua scrittura.

  4. Ricorda che c’è sempre da imparare.

    Non ho mai creduto che Dickens o Tolstoj, al termine della loro esistenza o al culmine della loro carriera, fossero persuasi di essere davvero dei grandi scrittori. Se così fosse (è la mia opinione), avrebbero smesso di scrivere. Non si continua a scrivere per i soldi, la fama, o per intrattenere l’inclito pubblico. Ma perché c’è ancora qualcosa a raccontare, e sino a quel momento quel “qualcosa” nella propria scrittura è mancato. Un’imperfezione, dei dialoghi frettolosi, un’idea sviluppata male, un finale troppo banale. E allora ci si rimette a scrivere, si fa tesoro di quanto fatto, e si cerca di migliorarsi, sempre.

  5. Una sola parola: disciplina.

    Scrivere è rigore, determinazione. Disciplina appunto. I programmi di videoscrittura sono un ausilio utile; il Web un alleato prezioso. Ma è inutile illudersi: la parola non è roba per tutti. Occorre avere spalle larghe, una buona dose di follia e un grande spirito di abnegazione. Sarà sempre così, e la tecnologia per quanto amichevole e semplice da usare, non renderà più facile riuscirci.

  6. Spera nella fortuna.

    Per quanto impiego ti possa metterci, alla fine tutto è nelle mani della dea bendata. E la storia della letteratura è zeppa di autori capaci, che sono stati riconosciuti grandi molti anni dopo la loro morte. Perché anche in questo ambito, nulla è certo o garantito; come in tutto il resto, si capisce. Ed è bene rammentarselo sempre.


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