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Che cosa sta cercando di dire il poeta?

Creato il 12 giugno 2012 da Lucas

Che cosa sta cercando di dire il poeta?

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Oggi è un giorno abbastanza poetico, anzi molto. Molto è dovuto al cielo, al transito delle nuvole e al loro trasformarsi continuo in animali, cose, persone. Una pareva addirittura io che salutavo con una mano un'altra mano, che insieme facevano due ali: una raffica di vento e via, si vola, a imitazione de
Il saliscendi bianco e nero dei balestrucci dal palo del telegrafo al mare non conforta i tuoi crucci su lo scaloné ti riporta dove più non sei.
Già profuma il sambuco fitto sulo sterrato; il piovasco si dilegua.Se il chiarore è una treguala tua cara minaccia la consuma.
Appunto, proprio così (Montale, Mottetti, dixit).Ma il giorno poetico, oltre alle nuvole e all'azzurro, è altresì dovuto a un certo giramento di palle lenito dalla scoperta di un poeta animato, americano, ma va bene lo stesso, si gradisce anche in traduzione. Si chiama Billy Collins e l'ho scoperto grazie a Doppio Zero. Le poesie ivi pubblicate mi hanno gettato una gioia addosso come una pioggia di formiche a un formichiere. È una meraviglia leggerlo e ascoltarlo, mi ha fatto proprio bene; e adesso copio e incollo il suo Sforzo, che vuole essere anche il mio, uguale uguale, almeno spero, «di capire quel che sto cercando di dire».
C’è nessuno che voglia unirsi a menel lanciare alcuni sassi versoquegli insegnanti che amano porre la domanda:“Che cosa sta cercando di dire il poeta?”
come se Thomas Hardy e Emily Dickinsonsi fossero sforzati ma alla fine avessero fallito:disgraziati incapaci di parlare, che altro non erano,con la penna in bocca a guardare fuori dalla finestra in attesa d’un idea.
Sì, sembra che Whitman, Amy Lowelle tutti gli altri potessero solo tentare e fallire,ma noi nella classe di Inglese della terza ora della prof Parkerqui al Liceo di Springfield ce la faremo
con l’aiuto di questi questionari di comprensionea dire quel che il povero poeta non riusciva a dire,e faremo tutto questo primadell’orgia dell’insalata di uova e tonno nota come pranzo.
Stasera, tuttavia, io sono quello che cercadi dire che cosa significa questa assenza,noi due che dormiamo e ci svegliamo sotto due diversi tetti.L’immagine di questo vaso di fiori recisi,
non del nostro giardino, non aiuta.E lo stesso vale per quel piatto singolo,la lampada solitaria, e il tempo là fuori che preme il voltocontro queste finestre nuove, la pioggia leggera e il gelo del mattino.
E allora lascerò che sia la prof Parker,che sta picchiettando con un gesso la lavagna,e i suoi studenti – alcuni con la mano alzata,altri trasandati con i loro cappellini portati a rovescio –
a capire quel che sto cercando di diresu questo posto in cui mi trovoe di farlo prima che suoni la campanella di mezzogiornoe sia sguinzagliato il tornado di polpette di carne.
Già, cosa sto cercando dire? Niente, non c'è niente da capire.Troppi riferimenti poetici, converrete, troppa poesia a un certo punto fa male. Allora vado a fare la spesa, roba concreta, scaffali con i prezzi ancora in euro, almeno per tre mesi di emozione unitaria, come dice quella nobildonna della Lagarda. Quasi quasi vado a fare il cameriere a New York, per incastrarla, alla Strauss Kahn. Per quanti soldi? Per una lira - e dài. È un affare, sai.

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