L’altro giorno la mia parrucchiera mi raccontava di come due suoi clienti fossero coinvolti in una diatriba riguardante una baruffa tra i loro cani (in realtà una faccendina che continua da mesi ad animare il quartiere, quasi quanto gli avanzamenti nel cantiere del supermercato, in stallo da tre anni) e a lei toccasse sorbirsi le ragioni dell’uno e dell’altro e dare ragione all’uno e all’altro.
Insomma, a volte ci sono situazioni in cui esprimere un’opinione può essere una faccenda scomoda come il mio divano spigoloso. Finché si tratta di chiacchiere tra amici, al massimo ci si rimedia un allegro pesce in faccia. Finché sono barzellette su un blog, al massimo ti trovi i follower decimati da un post un po’ ironico sulla Chiesa Cattolica.
Ma che risponde un libraio se un avventore gli chiede se è meglio l’ultimo di Moccia o quello di Volo?
E un edicolante di sinistra quando un suo abituale frequentatore si lamenta dello schieramento politico di un quotidiano come Repubblica?
Quando si tratta di vendere e clienti e ambiente di lavoro, c’è da starsene un po’ stitici, in quanto a opinioni personali.
Ma per fortuna ogni tanto le apparenza vengono in soccorso. E se con il ragazzo rasta appena tornato da Amsterdam che gira con sandaletti e una bandiera della pace a mo’ di gonna è probabile tu possa parlare tranquillamente della volta in cui da giovane ti sei fatto una canna ed eri convinto di vedere un ornitorinco, allora puoi di certo lamentarti di quei trabiccoli digitali chiamati ebook con un distinto vecchietto di almeno ottant’anni che sta sfogliando i libri da mezz’ora al tuo banco di libri usati al mercatino. Giusto?
Basta poco per intavolare due chiacchiere. Lui le racconta che ha già tre edizioni di quel volume ma questa che ha appena trovato proprio gli manca, lei solleva gli occhi dallo smartphone su cui sta cincischiando e risponde e… detto fatto, eccoli lì persi a parlare di libri. (E io cerco tra i libri e origlio.)
“Che poi è proprio il profumo della carta,” dice lei con passione. “Il peso dei libri tra le mani. Mica come quella robaccia digitale che va tanto di moda tra i giovani. E’ uno status symbol, mi sa. L’ebook fa perdere tutto il significato e la storia di leggere un libro. Un libro vero. Come questi.”
E allora il vecchietto attempato guarda la giovane venditrice e il suo sorriso convinto. Serra per un attimo le labbra rugose come una prugna secca.
“Sa, signorina, lei che vende libri, sono i contenuti che fan la differenza, mica tutta ‘sta polvere che puzza di muffa. Io il lettore ebook ce l’ho e lo sa, signorina, che i libri classici sono gratis? E che posso vederli bene come voglio perché li ingrandisco? Ahhh, com’è bello esser giovani alla moda.”
E detto questo, ripone il volume che aveva adocchiato e se ne va.
E io? Beh, sorrido alla venditrice e le dico tutta allegra: “Ce l’ho anche io il lettore ebook!” E poi mi metto a seguire il vecchietto al successivo banco di libri. Ho l’impressione che abbia buon gusto.