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"Che fine faranno i libri?" - Intervista a Francesco Cataluccio

Creato il 30 maggio 2011 da Sulromanzo

Numero tre!

Ad un tratto guardando il biglietto della lotteria che aveva tra le mani si era alzata tra la folla dei colleghi e si era messa a urlare.

“È il mio! Tre, è il mio numero. Non ho mai vinto niente…”

Raggiante quella sera di dicembre aveva raggiunto il tavolo dell’urna, la collega dell’ufficio di fianco al suo era lì ancora bendata in piedi, con il numero appena estratto tra le mani.

E ora il capo la chiamava.

“Vieni cara, avvicinati!”

Non le aveva mai parlato prima, ma dopo sette anni di lavoro adesso le era toccato un premio. Il primo premio. Così le era capitato tra le mani un pacchetto rettangolare e lei l’aveva scartato, emozionata come mai.

“Sarà un portafoto elettronico, una caffettiera ergonomica, una sveglia satellitare…”

Le stavano frullando nella testa mille idee, l’unica cosa che sperava era che non fosse un libro. Li odiava, erano cose da vecchi, troppo lenti e anzi, andava fiera di non averne più letto uno dai tempi della scuola.

Dopo che aveva tolto di mezzo tutta la carta da regalo, il capo dai capelli turchini e rampanti le rivolse la parola.

“Grazie per il tuo lavoro!”

“Ma è un e-book meraviglioso!”

Lo strinse forte a sé, perché era la strenna più tecnologica che avesse mai ricevuto, senza accorgersi che aveva tra le mani un libro di high technology…

 

Per capire di più di “Che fine faranno i libri?” e insieme a loro gli scrittori, gli editori, gli uffici stampa… Sul Romanzo ha intervistato Francesco Cataluccio, ex responsabile di Bruno Mondadori e Bollati Boringhieri.

Cataluccio, autore di “Che fine faranno i libri?”, interverrà al Salone dei piccoli Editori presso la Biblioteca Baratta di Mantova domenica 5 giugno alle ore 11.

Nel libro, “Che fine faranno i libri”, lei prefigura un cambiamento epocale che coinvolgerà l’intero mercato editoriale . Quando avverrà tutto questo in Italia? Quali conseguenze porterà per i lettori e per gli editori del nostro paese? 

Questo cambiamento (nel campo dei libri e dei giornali) è già avvenuto tre anni fa ed è inarrestabile: i giornali, le riviste, i libri un po' alla volta cesseranno di avere un supporto cartaceo per diventare digitali, fruibili attraverso dei supporti elettronici. E i libri del passato, che oggi si trovano nelle biblioteche, saranno (tutti e senza limiti) consultabili, modificabili e riproducibili. I libri di carta diverranno col tempo oggetti d'antiquariato e di culto.

Gli editori dovranno rapidamente adeguarsi e imparare a utilizzare a proprio vantaggio la rivoluzione (perché di una grande ed epocale rivoluzione si è trattato!) digitale, che ora è arrivata a toccare e intaccare anche il mondo dei libri di carta (analogici).

Come saranno i libri del futuro, semplicemente più ecologici? Che cosa potremo trovare scorrendo le nuove pagine elettroniche, che cosa invece ci mancherà?

I libri digitali ci faranno risparmiare molti soldi, non esisteranno più libri esauriti e inaccessibili e ci guadagneranno le foreste (per fare i libri oggi si abbattono mediamente più di 9 milioni di alberi all'anno).

Per i ragazzi che nascono oggi sarà tutto normale: il loro orizzonte di riferimento sarà uno schermo, nello studio, nell'informazione come nel gioco.

A noi, cresciuti con i libri di carta,  mancherà l'odore, il piacere tattile dell'oggetto libro, la possibilità di sfogliare avanti e indietro seguendo le "orecchie d'asino" fatte alle pagine. Le nostre pareti di casa torneranno spoglie, forse, meno calde e rassicuranti ("guarda quante cose so!"). Agli studiosi verranno a mancare le occasioni di fare un viaggetto col pretesto di andare a consultare una biblioteca in Francia o in America...

Come si modificherà il lavoro degli editori? Quali professioni scompariranno nella filiera del mercato editoriale?

Le tipografie saranno quelle che soffriranno di più della progressiva scomparsa dei giornali e dei libri di carta. Sopravviveranno soltanto le tipografie di nicchia, quelle ad esempio che stampano i cataloghi d'arte (finché il digitale non raggiungerà la meravigliosa perfezione artigianale delle riproduzioni cartacee di un quadro).

Soffriranno anche i librai, perché i libri si venderanno altrove (e già oggi, grazie alla possibilità di fare significativi sconti e alla velocità di consegna, molti libri di carta vengono venduti per Internet: Amazon, la più grande libreria del mondo, ha iniziato vendendo libri di carta, anche se oggi i loro libri digitali hanno superato per vendite quelli cartacei).

Anche il commerciale e gli uffici stampa dovranno modificare sensibilmente le modalità del loro lavoro.

Tutte le altre funzioni, quelle più editoriali (dalla traduzione, alla redazione, all'impaginazione) rimarranno, perché i libri digitali sono comunque LIBRI. E, anzi, sempre di più ciò che farà la differenza sarà la QUALITA'. Il rischio dell'approssimazione e della cialtroneria, nel momento in cui ci si potranno anche "autoprodurre" i libri, è molto forte: la concorrenza, anche tra libri digitali, sarà sul piano della qualità della redazione e della traduzione di un testo.

Se gli editori acquisiranno forza grazie alla visibilità che riusciranno a ottenere per i propri autori e per le loro opere, come riusciranno i piccoli editori a far fronte a un mercato in cui sempre di più vincono i grandi gruppi editoriali?

La "piccola editoria" è sempre stata e sarà, spero, ancora il laboratorio delle nuove idee e delle scoperte che rendono vive le librerie. La funzione dello "scouting", della ricerca degli autori non ancora irrigiditi dalle logiche della grande industria editoriale, rimane essenziale. Chi non ha tanti mezzi si deve arrangiare come può, aguzzando l'ingegno e la fantasia, e supplendo con l'intelligenza e la passione all'impossibilità di competere con i più grandi. Solo i piccoli possono battere strade inedite e da questi percorsi inconsueti possono emergere libri assai interessanti.

Come cambierà se cambierà, il lavoro dello scrittore in rete? Scrivere sarà sempre di più un fattore di visibilità globale o crede che un romanziere possa permettersi anche ai giorni nostri di ignorare il mondo di internet?

Internet sarà sempre di più una vetrina, senza filtri, della creatività. A ciascuno sarà possibile gettare, come un messaggio in una bottiglia, i suoi scritti nel vasto mare della rete, con possibilità maggiori di raggiungere un pubblico e perché no?, un editore. Ma anche per gli scrittori già affermati, Internet sarà un modo per diffondere meglio le proprie opere e idee. E quando tutto sarà gratuito e in circolazione senza limiti, proprio grazie alla Rete gli autori potranno promuovere i loro incontri a pagamento e tutte le altre iniziative attraverso le quali sarà possibile guadagnare in futuro con la propria creatività (come avveniva prima che nascesse l'industria editoriale: Omero o Ariosto non vivevano di "diritti d'autore"!).

Perché ha deciso di partecipare al Salone della Piccola editoria di Mantova?

Quando mi invitano a Mantova ci vado sempre volentieri. È una città bellissima che sembra fatta proprio per far incontrare le persone attorno ai libri.

 

Allora arrivederci a Mantova

PICCOLI EDITORI A MANTOVA 4-5 GIUGNO 2011

Per informazioni: 0376.352711

www.bibliotecabaratta.it| www.biblioteche.mn.it

[email protected]| [email protected]

 

FRANCESCO CATALUCCIO

Francesco Cataluccio è nato a Firenze dove si è laureato in Filosofia nel 1981. Dal 1983 al 1986 ha fatto gli studi di dottorato presso l'Istituto di studi letterari (IBL) di Varsavia. Dal 1989 al 2009 ha lavorato nell'editoria: per sei anni alla Feltrinelli, come responsabile dei Tascabili e dei Classici, e poi ha diretto la Bruno Mondadori e in seguito la Bollati Boringhieri.


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