Siamo tornati stanchi ma contenti per aver rivisto Venezia, che anche se sporca, lacera, fredda e puzzolente ha sempre il suo perché. Foto su foto, freddo e baveri rialzati, cinesi e giapponesi anche dentro le nostre tasche, file interminabili per visitare la torre, i musei, la Basilica di San Marco, negozi con vetri di Murano e camei anche sulle insegne, ma…super extra vuoti. D’Italiani s’intende! Invece i turisti stranieri comprano già le maschere per il carnevale imminente, comprano un Seguso o un Venini come fosse aranciata, comprano le clutch di Dior in serie, comprano le scarpe Sebastian in vari colori, comprano di tutto, comprano e mangiano in continuazione, per fortuna nostra! Alice contenta d’aver capito il funzionamento della vita sull’acqua, noi orgogliosi per aver resistito al freddo pungente che ci aveva congelato gli alluci dei piedi, noncuranti che di lì a poco, la sfiga avrebbe fatto la sua comparsa con un anno di più. Facciamo un breve conteggio di quanto ci è costata questa piccola gita fuori porta da Abano a Venezia. Tre ore a Venezia: parcheggio 26,00 euro, traghetto 40,00 euro andata e ritorno, ma il ritorno ce lo siamo fatti a piedi,benzina e autostrada 25,00 (quaranta minuti di viaggio!), due caffé 3,00 euro, una pallina di vetro con gondola come souvenir 3,50. euro. Stop!Più una stanchezza infinita per aver camminato a piedi con molto freddo per ammortizzare la scappatella, più i ricordi della nostra prima “fuitina d’amore” in un hotel romantico, con la camera tutta in stile ovviamente veneziano all’ultimo piano, in piccionaia, dove dal balconcino piccolino alla sera, dopo aver fatto l’amore, con la sigaretta in bocca, (allora fumavamo tutti e due..) guardavamo il campanile di Piazza San Marco, facendo progetti per il futuro:sembrava un film in bianco e nero! Io con la sua t-shirt di venti taglie più larghe e le gambe nude, scalza e con il ginocchio all’altezza del naso, un classico del dopo amplesso, lui in boxer e dieci kg in meno, bello come Brad Pitt e soprattutto molto più giovane di me.Mi chiedevo appagata e contenta se sarebbe durata, cosa avrebbero detto gli altri e i parenti, ma avevo quarant’anni e mi sentivo una leonessa! Perciò innamorati e consapevoli di esserlo decidemmo di proseguire il nostro viaggio(era l’aprile del 2004!) e siamo ancora qui con Alice Aurora insieme a noi! Con un piede, mandavamo via i piccioni che venivano a posarsi sul nostro terrazzino, con gli altri due ci toccavamo le dita, giocherellando come due adolescenti! E qua sta cascando l’asinello, se comincio con i ricordi vuol dire che non sono più nella bolla di sapone e che qualcosa di nefasto sta per avvenire. Arriva il giorno 3 Gennaio, ultima giornata alle terme, ultimi bagni caldi, ultimi acquisti con i saldi e i super sconti, le cartoline sono state spedite e le valigie quasi fatte. Andiamo in salone per l’ultima cena, ed essendo sabato ci accorgiamo che sui tavoli del buffet non ci sono solo le verdure serali cotte, crude, al forno, alla griglia, fritte, al vapore….ma c’è un buffet ricchissimo di ogni ben di Dio, come chiusura bene augurante delle feste: il 6 gennaio anche l’hotel avrebbe chiuso i battenti sino a metà febbraio per pulizie e ristrutturazioni annuali necessarie. Partiamo io e mio marito in fila, come alle mensa aziendale quando si gira tutti in tondo attorno ai tavoli, mi sento molto molto ridicola in quel momento e con il piattino in mano! I tempi della mensa a Max Mara, quando lavoravo là ed ero impiegata nell’ufficio contabilità e faconisti (leggi fasonisti).Son passati decenni ma faccio ancora la fila negli hotel come al supermercato, come in farmacia e pazienza! Carichiamo i piatti con un po’ di tutto, di tutto un po’ e notando che c’erano anche le pizze calde appena sfornate, torno di corsa al tavolo per dirlo ad Alice, che va pazza per la pizza!!
Ed ecco comparire la sfiga, che nel frattempo si era già seduta al nostro tavolo e accarezzava lo stomachino di Alice. La vedo bianca come un cencio, le chiedo”Cosa c’è Alice? Che cos’hai” mentre stavo per per far cadere in terra il piatto colmo di prelibatezze posizionate a strati, come una Ziggurat! “Mamma, mi sento il vomito, sto male andiamo in camera!”.Poso in piatto non so dove,la prendo per mano ed avverto mio marito che la bimba non sta bene e ce ne corriamo, sì, corriamo letteralmente in camera con Alice che da bianca diventava in viso gialla, poi verde,poi grigio topodifogna, per poi ritornare al bianco cadavere. Io preoccupatissima non cosciente di ciò che poteva avere, ho pensato subito le peggiori cose, poi una volta in camera è iniziato di botto come i fuochi d’artificio, il delirio del vomito!
Io, paurosa, ansiosa e timorosa che avesse preso chissà quale infezione o batterio in piscina, ho assistito e contato circa una ventina di volte nelle quali ha rimesso, più alcune volte di dissenteria, più la mente di suo padre in confusione. Mentre ci chiedevamo che cavolo potesse essere successo, ci siamo accorti che si erano fatte le tre di notte, poi le quattro e poi ho telefonato alla Guardia Medica che mi ha suggerito di dare il Peridon
per lo stomaco, io ce l’avevo dietro assieme alla “cassa” dei medicinali che di solito metto in valigia.Il medico disse anche di non bere assolutamente durante le fasi del rimettere. Lei arsa dalla sete, non abituata a questa bocca secca, beveva dei sorsi d’acqua che puntualmente rimetteva! Quindi il numero di volte si era amplificato a dismisura, perdemmo il conto! Se non fosse cessato lo tsunami in un lasso di tempo ragionevolmente breve, avremmo portato la bambina al P.S in fretta: c’è il rischio di disidratazione con svenimenti, in questi casi. Ma lei per fortuna è grandicella, si esprime, sa dire che cosa si sente, è stata dignitosa e forte, ha obbedito, ha preso le compresse e verso le otto del mattino, si è spento lo show..Lei stremata, sfinita, confusa e assonnata, noi due con occhi allucinati per la notte persa, lo spavento, il disagio di non essere a casa nostra, il chiedere al portiere di notte una bustina di camomilla lui che si spaventa per aver visto un fantasma in ciabatte e camicia da notte, coi capelli scarmigliati come una strega, alle 4 del mattino nella hall… sembravamo due che per tutta notte si erano fatti delle sostanze stupefacenti! Cari amici, non abbiamo ricordi di una cosa così dolorosa e violenta per la nsotra piccola! Nella sua breve vita si è ammalata ancora, da bronchiti a streptococchi, un piccolo focolaio di broncopolmonite, qualche tosse, pochi episodi di influenza, tutto sommato una bimba nella norma. Ha perso veramente pochissima scuola da quando la frequenta e alla scuola materna, non fu un disastro come spesso accade. Sarà stato un virus gastro intestinale? Chi può dirlo con certezza! Avrà bevuto l’acqua termale della piscina, lei che ancora non sa stare bene a galla e spesso va sott’acqua? E quella termale non è propriamente un’acqua leggerina o l’acqua Levissima che è purissima ed altissima. Cavoli, no! Quella è un acqua sui quaranta gradi, fa bene alle ossa ma non alla pancia! Avrà preso freddo a Venezia sul traghetto, dato che è stata fuori sul terrazzino a guardare il mare? Avrà mangiato una cosa che le ha fatto male? Ma no, perché quel che mangiò lei, lo abbiamo mangiato anche noi due, niente pietanze crude o stranezze di pesce, niente salse tipo dentifricio, niente bibite fredde alle quali non é abituata, insomma all’apparenza nulla potrebbe averla contaminata. Saremmo stati intossicati anche noi, ci dicevamo io ed il suo papà! Saranno state le altre bambine con le quali ha giocato contenta ed allegra per tanti giorni? Incubavano a loro insaputa il rotavirus, o l’adenovirus? Non è così, è stato quel che è stato, bisogna farsene una ragione, la sfiga è sempre attiva, non conosce feste e pause e basta uno starnuto dentro ad un affollato ascensore, per attaccare quei maledettissimi virus gastro intestinali, che peraltro esistono tutto l’anno. La spiegazione è dunque molto più semplice e razionale: non si può mai stare tranquilli, godersi l’attimo e lasciarsi andare?O quel che deve succedere accade lo stesso, che si stia pure in guardia ma la sfiga se decide di colpirti, mica ti chiede il permesso sei mesi prima, arriva e zac! E tu te la becchi, la subisci e stai pure zitto in questi casi, sperando che si tolga dalle palle in fretta! Questi mesi sono i più gettonati, complici gli ambienti saturi di persone, il caldo umido dove loro sguazzano e vivono proliferadno e moltiplicandosi alla facciazza nostra, complici le scuole ed i bimbi piccolini untori da sempre, complici le cattive abitudini come il non lavarsi spesso le mani, soprattutto quando si entra in casa nostra! Tutto qua? Ma noi pensavamo a tutt’altro, una cosa molto più grave, diversa! Per un virus da niente, tutto sto can can?? Vi assicuro che non è stata una passeggiata nelle calli di Venezia, dopo la notte da incubo, ci aspettava comunque il viaggio di ritorno a Reggio Emilia. Lasciamo la stanza con lei abbracciata a noi, non si reggeva in piedi, in auto si sentiva male per l’ondeggiamento inevitabile, anche se suo padre ha guidato in modo eccelso, ma per quanto…..Abbiamo fatto almeno dieci soste per evitarle gli spasmi residui del mal di stomaco, altro Peridon e una volta entrati in casa si è sdraiata sul divano e da lì, tra letto e divano siamo arrivati ad oggi. Ieri sera ha ripreso ad alimentarsi a sufficienza, noi con l’incubo e la paura ancora molto forte che possa avercelo attaccato, questi virus malefici possono stare in incubazione anche per diversi giorni e anche se la persona è in apparenza guarita, rimane infetta per dieci/quindici giorni. Oggi è a casa da scuola, non è ancora in forma strepitosa anche se va molto meglio. Io quando mi ammalo di questi accidenti, in genere me la cavo con qualche giorno di ospedale, attaccata ad una flebo per essermi regolarmente disidratata a furia di…..beh! Avete capito! Lei guarirà, lo sta già facendo, a me cosa rimane di questa brutta esperienza alla quale non ero più avvezza? Se penso alle terme mi vien da dire di primo acchito che non vi tornerò mai più. Una settimana deliziosa terminata in un brutto modo, uno schifoso inizio d’anno, a conferma che tutti gli anni sono complicati, duri a digerirsi, difficili da fronteggiare. Non c’è n’è uno che io ricordi che sia stato migliore degli altri. Ricordo solo che ce ne sono stati, non ultimo il 2014 alcuni molto molto più brutti e duri. Ma sono della stessa stirpe: oggi c’è il sole, domani la neve, oggi mi sento allegra, domani chissà. Siamo vivi questo sì, questo è certo, ci tocca ancora guerreggiare e combattere per la sopravvivenza della stirpe umana, che è messa a dura prova anche dai social network. Vi lascio così, con l’incipit per il nuovo argomento. Che la sfiga dunque sia con tutti noi anche per il 2015! Tanto c’è lo stesso, anche se non ce l’andiamo a cercare. Auguri per un buon rientro e cominciamo da subito ad evitare gatti neri,o passaggi sotto alle scale!Ammesso che voi crediate a questi tipi di sfiga, e vecchie frottole o dicerie. la sfiga c’è questo è certo, ma non si camuffa di certo da gatto nero! O almeno credo.