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Che senso ha occupare il tetto della Camera dei Deputati?

Creato il 07 settembre 2013 da Societa' Critica @societacritica

Ieri dodici deputati del movimento 5 stelle hanno occupato il tetto della camera dei deputati su piazza Montecitorio. Affianco al torrino dell’orologio hanno srotolato uno striscione con la scritta: “ La costituzione è di tutti”, un gesto eclatante e senza precedenti per protestare contro il disegno di legge costituzionale in discussione in aula. Un’azione fortemente simbolica che dal fronte grillino viene spiegata con queste parole “l’importante per noi è far passare il messaggio che la Costituzione è di tutti e non di questi partiti che la violano a proprio uso e consumo”. L’occupazione che ha già scatenato la reazione del Presidente della Camera e dei partiti di maggioranza andrà avanti giorno e notte non si sa ancora per quanto e con quale risultato. Beppe Grillo invece dal suo blog ha manifestato la sua ammirazione per un tipo di protesta che lascia un po’ perplessi sia per la forma scelta sia per la sostanza. Dal punto di vista del mezzo intrapreso per esprimere la propria contrarietà alla riforma costituzionale, l’occupazione appare un espediente da liceali, che difficilmente può incidere sui fatti. Appollaiarsi sul tetto della camera dei deputati, e srotolare uno striscione vago e banale come “la costituzione è di tutti” con annesso un ingente dispendio di denaro ( la Camera dovrà rimanere aperta nel week end e sono stati mobilitate ambulanze e vigili del fuoco qualora qualcuno dovesse farsi male) sembra un atteggiamento puerile e immaturo tipico di quelli che non sapendo proporre nulla di meglio alla deriva dello status quo si limitano a fare i ragazzini offesi sul tetto delle istituzioni. Abbiamo veramente bisogno di questo? No. Almeno si fosse scelto qualcosa di più originale, un ostruzionismo più strategico, una protesta reale e convinta capace di incidere sul calendario dei lavori dell’Aula sarebbe stato comprensibile, ma impadronirsi dell’abbaino della Camera che senso ha?
Anche dal punto di vista della sostanza e delle motivazioni della protesta, i grillini peccano di superficialità ed incoerenza: per quale motivo infatti essendo “la costituzione di tutti”, verità incontrovertibile, essa non potrebbe essere modificata? In democrazia, in tutte le democrazie le riforme vengono approvate dalla maggioranza dei rappresentanti che siedono in parlamento. Le riforme costituzionali richiedono una maggioranza qualificata dei 2/3 delle aule elettive, ciò non toglie però che ogni Parlamento ha il diritto di modificare la propria carta fondamentale soprattutto se come nel caso dell’Italia una riforma della seconda parte della costituzione è rimandata da fin troppo tempo.
Invece di fare free climbing sulla facciata del Palazzo, i deputati di Beppe Grillo farebbero meglio ad attuare una sana e robusta opposizione all’interno dell’aula, stigmatizzando le cose che non vanno e protestando contro le eventuali forzature portate avanti dalla maggioranza, senza però lasciarsi andare alla demagogia più becera e sterile e senza chiudersi a riccio in un comportamento ostile a qualsiasi dialogo e cambiamento. Anche perché se la Costituzione rimanesse ancora a lungo così come è: inattuata ed intangibile, la prima a rimetterci sarebbe la Costituzione stessa.


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