Magazine Per Lei
“ La gelosia è un sentimento dell'essere umano, una forma di paura di ritorno ad una sofferenza (sofferenza causata possibilmente da un precedente rapporto in cui la fiducia è venuta a mancare).
Si "scatena" nel soggetto geloso per impulso di possessività o di eccesso di protezione nei confronti di un soggetto.
…si provi fastidio nell’apprendere che quella persona abbia rapporti e/o contatti con altre persone….…irritazione nel venire a conoscenza di rapporti anche solo d'amicizia tra la persona amata ed altre persone estranee alla coppia”. Queste le definizioni di Wikipedia sul termine “gelosia”,che devo ammettere essere molto affini all’episodio che adesso sto per raccontarvi. Per chiunque abbia letto un po’ del mio blog,risulterà stupido che io oggi vi racconti della mia gelosia dal momento che, per la situazione nella quale mi trovo, innamorata di un uomo con moglie e figlia al seguito, non dovrei avere nulla di cui essere gelosa,ancor più se sono certa dei sentimenti che lui prova. Ebbene, la mia gelosia non è mai stata nei loro confronti, non mi è mai importato più di tanto che in certe occasioni lui fosse più con loro che con me,perché che sia adesso con lui,ma in futuro sicuramente con qualunque altro uomo,non rinuncerò mai alla mia libertà, ai miei spazi, al tempo che voglio e devo dedicare per raggiungere i miei obiettivi professionali. Frequentare la facoltà di Medicina e Chirurgia non è una passeggiata, non è paragonabile ad altri corsi universitari, soprattutto se si studia pensando che queste nozioni di oggi serviranno domani per salvare vite umane. Dunque, non ho mai provato gelosia nei loro confronti,forse solo indifferenza,forse perché so di non avere nulla di cui essere gelosa e che, anzi, se mi conoscessero, sarebbero loro ad avere gelosia nei miei confronti per tanti motivi che non sto qui ad elencare. Ho iniziato a capire di essere gelosa non molto tempo fa,quando all’inizio di dicembre dello scorso anno ho scoperto che S. aveva iniziato ad avere un dialogo piuttosto frequente tramite la chat di Facebook con un’amica di suoi amici, che guarda caso fisicamente somigliava molto a me con almeno vent’anni in più. Non vi dico come ho fatto a scoprirlo perché sono certa che se chi sta leggendo ora è donna può sapere bene come fare a “sgamare” i maschietti e che i signori uomini sanno per certo che dalle donne ci si può aspettare di tutto. Bene, quel giorno in cui mi accorsi di quello che accadeva era domenica e sentii quel senso di fastidio e irritazione che non mi era mai successo di provare prima. La domenica, di solito, è il giorno più monotono della settimana, io resto a casa e ne approfitto per studiare ed S. si sveglia presto per farsi la sua oretta di jogging quando la città sta ancora dormendo,poi torna a casa,si lava e nella maggior parte dei casi resta a casa,accende il suo computer e mi invia il suo messaggio di buongiorno oppure esce,accende il telefono e mi arriva comunque un suo segnale. Ed io sono felice già così, perché so che il mio pensiero lo ha accompagnato durante la corsa mattutina,perché ancora un giorno si è svegliato desideroso di me e sono felice perché so quello che sta facendo,perché lo immagino nelle sue azioni e non c’è bisogno di troppe parole per raccontarsi a me.
Quella domenica,invece, nel pomeriggio eravamo nel mezzo di una nostra conversazione sempre tramite chat, quando ad un certo punto scompare ed io resto per un bel po’ ad attendere una risposta che non c’è più stata. Il signorino mi aveva lasciata in “stand-by” direi perché era comparsa lei, la ricciolina brunetta amica degli amici con la quale si era messo a chiacchierare facendo la parte del playboy, come fanno tanti uomini, non appena sentono nell’aria un profumo dal genotipo XX. Non la conosceva, non l’aveva mai incontrata dal vivo( e di ciò ne sono stata certa solo un po’ di tempo dopo) ma avevano iniziato a parlare del più e del meno, proprio come era già successo a noi 3 anni fa. E tra una chiacchiera e l’altra era persino arrivato al punto di invitarla a frequentare la nostra palestra,non sapendo quello che gli e le avrei combinato. A quel punto non ci ho visto più nulla,la chiamo gelosia ma non saprei neanche se è di questo che si tratta, ero arrabbiata, infastidita più che altro perché stava preferendo lei in quel momento,il tempo che da sempre dedicava a me adesso lo stava usando per fare il lumacone con una che non aveva mai visto né incontrato. Mi sono sentita messa da parte,come se il mio ruolo di amica e confidente non gli servisse più. Ho deciso di agire, perché stavo troppo male,delusa e sconcertata. Ho deciso di inviare un messaggio privato alla tizia in questione dicendole che S. era già ben “dotato” di donne,che oltre ad essere sposato aveva un’altra storia e una donna che sapeva soddisfarlo abbastanza sotto tutti i punti di vista e che non c’era motivo alcuno per cui lei si infilasse in un circolo già da sé troppo vizioso e incasinato. Ovviamente rimase in anonimato il mittente di quel messaggio che lei però subito inoltrò ad S.,il quale non esitò a capire che ero stata io. Non vi dico la discussione che ne è derivata,le parole che sono volate e i musi che ci siamo tenuti per un po’, perché a suo dire non avrei dovuto intromettermi nella sua vita,perché lei era solo un’amica (al che sono andata ancora più in bestia perché anche con me era iniziato tutto soltanto con un’amicizia!) e perché avrei dovuto fidarmi di lui e accettare e rispettare le sue amicizie come lui non giudicava le mie. Ho capito di avere esagerato, che avevo montato su un film laddove non era stato scritto ancora il copione e che avrei dovuto fidarmi di più di lui. Però ho imparato anche che sono gelosa di altre donne,che pretendo e non voglio che abbia lo stesso atteggiamento che ha con me con estranee,che sì lo sappiamo entrambi un giorno la nostra relazione finirà,ma che quella complicità che abbiamo conquistato ci legherà per sempre l’uno all’altro,perché basterà un suo sguardo e due occhi che si incrociano a ricordarci quanto amore ci abbiamo messo finora e continuiamo a metterci.
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