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Che Vuoi Che Sia: un Invito a Vivere in Prima Persona

Creato il 14 maggio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Sandy Ecker 14 maggio 2014 leggere, letteratura Nessun commento

Che Vuoi Che Sia: un Invito a Vivere in Prima Persona

Mattia Madonia, già da anni autore dei testi del gruppo musicale Bidiel, ha presentato il suo libro d’esordio intitolato Che vuoi che sia alla Feltrinelli di Catania, lo scorso 8 maggio. All’incontro hanno preso parte Pippo Raniolo e i fondatori di Terre Sommerse, casa editrice e discografica che pubblica il volume, Niccolò Carosi e Fabio Furnari, oltre naturalmente ai componenti della band che quest’anno ha partecipato a Sanremo nella categoria Giovani e della quale fa parte il fratello di Mattia, Brando. Attraverso un efficace connubio tra musica e prosa (tra i brani suonati dai Bidiel, per la gioia di un pubblico attento e variegato, vale la pena citare anche un inedito intitolato Lunedì), la presentazione del romanzo di questo giovane talento catanese è stata in grado di spaziare tra temi quali la ricerca degli affetti, la perdita della propria identità, il vuoto dei valori e dei modelli da seguire. Iacopo, il protagonista del libro, smarrisce l’adorato cane e nel tentativo di ritrovarlo inizia a vagare per la città: quello del ragazzo è un viaggio tra i recessi del suo inconscio, alla disperata ricerca della propria dimensione affettiva rappresentata in questo caso dal quadrupede. Iacopo desidera riappropriarsi di un’identità ferina fatta d’istinto, di amore incondizionato, di fiducia; una realtà interiore in cui le sue emozioni, intense e primordiali, non vengano filtrate dal raziocinio ma lasciate libere di fluire incontrollate.

Che Vuoi Che Sia: un Invito a Vivere in Prima Persona

In una società in cui sempre più di frequente ci si omologa al prossimo abbandonando ogni traccia di individualità, Madonia si interroga sul significato del termine “identità” e sulla sua concreta fattibilità attraverso uno degli adulti del romanzo, il padre di Iacopo. L’uomo, che lavora come doppiatore, viene improvvisamente licenziato perché il personaggio a cui per anni ha dato la voce perde la vita. La sua identità reale era stata assorbita da una fittizia creando un legame indissolubile che lo ha privato dell’esistenza di una dimensione personale. Il tema dell’identità perduta tocca anche la moglie dell’uomo, una donna che ha prestato il proprio nome a uno scrittore spagnolo che preferisce restare anonimo. Anche in questo caso, la realtà si mescola con la finzione e il risultato di quest’improbabile unione non può che convergere in un Io confuso, smarrito, privato di punti di riferimento e linee guida personali. Le buche scavate dal cane di Iacopo lungo il corso della storia simbolizzano il vuoto interiore che caratterizza sin dall’antichità l’essere umano e che oggi più che mai quest’ultimo sente il bisogno di riempire, stabilendo delle certezze che possano fargli da porto sicuro verso cui dirigersi e alleggerendo così il peso della sua solitudine.

Che Vuoi Che Sia: un Invito a Vivere in Prima Persona

«Il vuoto», ha spiegato l’autore durante la presentazione del romanzo, «può avere una doppia valenza. Vuoto inteso come pieno, un “ossimoro” rispetto a quello che noi intendiamo per il senso di nullità, perché il vuoto può essere anche un macigno, qualcosa di concreto che noi non riusciamo a disintegrare per far spazio a qualcos’altro. Per riempire il vuoto dobbiamo trovare quel che sentiamo più simile a noi: gli affetti, la nostra identità; perché troppo spesso viviamo attraverso uno specchio, un filtro che può essere dettato dalle nuove tecnologie, dal virtuale, da quello che ci separa dalla realtà effettiva. Vivere tenendo gli occhi chiusi è più semplice, invece spalancandoli possiamo capitare in situazioni spiacevoli, trafiggerci il corpo e avere cicatrici che poi resteranno. Però una pelle vissuta, come una corteccia, serve anche a questo. Gli errori fanno parte di quel che siamo». Quello di Mattia Madonia è dunque un romanzo introspettivo, da leggere tutto d’un fiato per riflettere sulla direzione che stiamo dando alla nostra vita e sulla possibilità che, talvolta, vivere le nostre emozioni in modo semplice, fino a sentirle vibrare dentro di noi come corde di violino, potrebbe essere la cosa migliore.

Fotografie di Sandy Ecker

Che Vuoi Che Sia: un Invito a Vivere in Prima Persona


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