"Ogni formaggio aspetta il suo cliente" Le foto fatte a Cheese 2013 erano davvero tante ed è stata durissima scegliere quali condividere con voi.
Ma alla fine spero attraverso questi collage di farvi rivivere Cheese e soprattutto cos'ha rappresentato per un appassionato di formaggi come me.
Erano anni che volevo partecipare a questa manifestazione, una delle più importanti di Bra, una delle più amate del Piemonte, una delle più ricche fiere del formaggio a livello nazionale.
E tutto questo nella piccola cittadina di Bra, sede di Slow Food, casa di Carlo Petrini e luogo del gusto.
Quest'anno, mi sono messa in marcia per tempo grazie anche alla splendida collaborazione che ho con un produttore di formaggi e burro piemontesi, beh, chi mi conosce e mi legge, sa bene a chi mi riferisco. Infatti oltre a gustarmi con gli occhi e il palato tra le migliori proposte italiane e straniere, ho passato qualche ora serena in casa Occelli dove ho degustato formaggi meravigliosi all'ombra di uno splendido fico e ho tenuto una conferenza tra colleghi raccontando la mia esperienza a Valcasotto, le mie videoricette e le mie impressioni. (Potrete vedere il video alla fine del post).
Cheese è stato l'incontro con amici, colleghi, produttori e insegnanti...eh già, tra gli stand anche quello Onaf dove ho incontrato i miei docenti di un po' di anni fa, coloro i quali mi hanno fatto appassionare ancora di più ad un prodotto che ho sempre amato: il formaggio in ogni sua forma, consistenza e sapore.
Cheese rappresenta la vetrina all'aperto del formaggio di qualità. Non vi è un ingresso, un biglietto da pagare, non vi sono file per accedere. Tutto è alla luce del sole, lungo le vie e le piazze di Bra, per condividere con la gente, per farla sentire parte integrante della fiera. Per poter permettere a tutti di viverla, di assaggiarla, di respirarla, di sentirne il profumo, il fieno, il caglio, l'acqua di governo, la crosta.
Un momento che vede fondersi insieme produttori, assaggiatori, curiosi, gourmet. Tutti riuniti per elogiare il formaggio. Per preservare l'autenticità della nostra cultura alimentare.
C'era chi assaggiava il formaggio di latte crudo affinato in foglie di castagno, chi preferiva la burrata pugliese, chi aveva voglia degli erborinati inglesi, chi invece della caciotta umbra, chi non riusciva a rinunciare ai caprini piemontesi, chi cercava solo quelli dal gusto più deciso. Il panorama era vastissimo, i banchi d'assaggio curati in ogni particolare, dai colori, ai taglieri, al fieno, al modo di servire e alla capacità di emozionare.
Perché dietro ad un pezzo di formaggio c'è uno stesso pascolo, sotto lo stesso cielo, sulle rive dello stesso fiume. Ci sono gli animali e le loro storie diverse, ci sono i casari con i loro ritmi e i loro segreti, ci sono le stagioni, i tempi, i mesi, gli anni. In ogni formaggio c'è il sapore della terra dove lo si produce e allora si percepisce la gioia e la fierezza negli occhi dei casari, delle anime che permettono la produzione del formaggio e la percezione della Qualità.
Sapori che diventano l'ingrediente per raccontare un Paese.
Ed ora il video del mio intervento in Casa Beppino Occelli.
E ringrazio tutto lo splendido staff dell'azienda per avermi ospitata e coccolata.
Ringrazio le mie colleghe blogger e le amiche giornaliste per essere intervenute.
E' stato un bel pomeriggio assieme.