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Chesterton, l’inventore di Padre Brown, e la solitudine della teologia islamica

Creato il 04 febbraio 2015 da Paolo Ferrario @PFerrario

Chesterton, l’inventore di Padre Brown, che nel romanzo del 1914 “L’Osteria volante” (Bompiani) immagina un’Inghilterra totalmente sottomessa al governo islamico, con il benestare dell’aristocrazia britannica, mentre in un saggio successivo del 1917 e dedicato al generale inglese Lord Kitchener (mai tradotto in Italia, ma trasposto nel film “Khartoum” con Lawrence Olivier e Charles Heston) aggiunge altre considerazioni.

La figura del Profeta

Leggiamo: «C’è nell’Islam un paradosso che rappresenta una permanente minaccia. Questa grande fede nata nel deserto fa sbocciare la sua estasi proprio dalla desolazione della sua terra, e si potrebbe anche dire dalla solitudine della sua teologia. Essa afferma, e con non poca sublimità, qualcosa che non è tanto la singolarità di Dio, quanto la sua solitudine. Con estrema semplificazione, la fede è in tutto simile alla figura solitaria del Profeta Maometto; eppure questo isolamento prorompe perpetuamente nel suo esatto contrario. Un vuoto sta nel cuore dell’Islam che deve essere riempito ancora e ancora dalla mera ripetizione di quella rivoluzione che lo ha fondato. Non ci sono Sacramenti, l’unica cosa che può accadere è una specie di apocalisse, unica quanto la fine del mondo; e di conseguenza non si può far altro che ripetere questa apocalisse e che il mondo finisca ancora e ancora. Non ci sono preti, eppure questa uguaglianza può solo generare una moltitudine di profeti anarchici numerosi quasi come i preti. Proprio il dogma che dice che c’è solo un Maometto genera una processione infinita di Maometti».

da Houellebecq e il burqa che soffoca l’Occidente – Spettacoli Milano.


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