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Chestnut Bud - Lo scalino evolutivo.

Da Maxvolpi @maxvolpi

aesculus_hyppocastanum_bacca

Chestnut Bud (CHB) - Definizione originale di Edward Bach:
“Per quelli che non traggono pieno vantaggio dall’osservazione e dall’esperienza e che impiegano più tempo degli altri per apprendere le lezioni della vita. Mentre un’esperienza sarebbe già sufficiente per alcuni, per costoro ne sono necessarie parecchie prima che la lezione venga appresa. Sono dunque spiacevolmente sorpresi di rifare lo stesso errore in differenti occasioni, quando una volta sarebbe stato sufficiente, oppure quando l’osservazione degli altri avrebbe potuto risparmiare loro questi sbagli”.

Commento e spiegazione di Max Volpi:

“Così tanto in una pianta così piccola?”
Se questo comunemente si può dire di tutti i fiori di Bach, in particolar modo l’effetto della frase d’apertura viene amplificato dalle qualità del fiore di oggi che fiore non è. Se sei scettico sui fiori di Bach, puoi cominciare a chiederti oggi se tu non sia in realtà scettico verso tutte quelle forme di introspezione che esulano dalla medicina tradizionale (…allora hai bisogno di GEN). Voglio evitare in questa sede, e già ne accennavo nello scorso numero, di parlare del valore correttivo della malattia, tuttavia mi riprometto, e lo faccio in questo spazio preso a mò di dichiarazione d’intenti, di scrivere quanto prima di questo binomio. Tuttavia parliamo oggi del fiore che fiore non è. Ed è uno dei due “non fiori” presenti nei 38 piccoli doni che il medico gallese ci ha lasciato dopo la sua dipartita. L’altro è semplicemente acqua. Questo ancora non è diventato un fiore. La gemma di Aesculus Hippocastanum, che nel divenire fiore da atto a quel fantastico rimedio per l’eccesso di pensiero ossessivo che è WHC (White Chestnut), in questa fase della sua vita, quando ancora non ha disteso i suoi petali al creato, ci fornisce un rimedio fortemente evolutivo, in grado di permetterci una maggiore integrazione con le cose del mondo. Attenzione però, poiché quando asserisco “cose del mondo” intendo il favorire l’integrazione tra le immagini del nostro sentire interiore ed il modo in cui riusciamo a sviluppare quel filo sottile che le trasporta in questa realtà materica. Bach era fortemente convinto del valore evolutivo della vita, difatti nei suoi scritti cita più e più volte questa incarnazione affidandole il nome di “giornata scolastica”, È evidente quindi che, nello specifico, a Chestnut Bud, egli da un valore fortemente propulsivo nel raggiungere questo obiettivo che, in realtà, dovrebbe essere obiettivo di tutti. Venire in questa vita per imparare concretamente o attraverso le immagini del subconscio una lezione, o più d’una, che ci permetta di essere uomini migliori. Ascoltare certo è uno degli atti più dinamicizzanti in questo senso. Ascoltare attivamente però. La tecnica dell’ascolto attivo, che il terapeuta, ad esempio, mette in atto efficacemente, senza dare consigli, è un processo di rispecchiamento (feedback), ossia di decodifica corretta del messaggio intrinseco; il cliente risale da solo al problema principale ed è portato autonomamente a trovare la soluzione al suo quesito.
E di ascolto parla anche la nostra gemma d’ippocastano indiano quando ci spinge ad prestare attenzione alle nostre reali esigenze per tramutarle nella nostra intima realtà. Di più in effetti. Ci sospinge più vicini ad una “metaposizione”, cioè quel luogo del pensiero dove siamo in grado di osservarci come ci osservano gli altri, dall’esterno quindi, evitando a noi stessi l’implacabilità del nostro stesso giudizio. Essenzialmente CHB è apprendimento allo stato liquido. E non è un caso infatti che Boris Rodriguez psicologo, coautore insieme al mio mentore Ricardo Orozco, del libro “Intelligenza emozionale e fiori di Bach”, ha condotto uno studio sull’impiego delle essenze per i bimbi con ritardo mentale. Lo studio è in lingua ispanica, come sempre, se possa servire, ecco il link. Questo è realmente costruttivo, è realmente evolutivo.
Questo è il fulcro su cui poggiare la leva per cambiare il nostro mondo, e ciò è possibile. L’ascolto. La piccola gemma d’ippocastano ha questo valore intrinseco fortissimo, ci prospetta scenari in cui la noia e l’apparente immobilità degli esseri umani, vengono sciolte come neve al sole. Spezza le reti che ci tengono abbandonati ai nostri stessi campi di prigionia. Prende una singola nota e la trasforma in una sinfonia mahleriana, ricca di variazioni, tessuti pregiati, consistenze.
Mi rendo conto dell’apparente difficoltà della spiegazione di oggi, invero Chestnut Bud è un’essenza sì semplice da lasciare esterrefatti. Appunto: “Così tanto in una pianta così piccola?”.

Visita la pagina di CHB sul sito internet di Max Volpi www.reflexal.com

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